" I want it to be me,
every moment of your life
when you open your eyes until you fall asleep
can you hear a different name for eternity?"
Il corpo di Tae-Min era rigido e dolorante; avanzava l'urgente bisogno che lui reclamasse ciò che gli spettava.
Fiamme.
Ogni sua singola cellula del suo essere era stata sopraffatta dalle fiamme bollenti della passione nel momento in cui il sangue della sua compagna iniziò a scivolargli in gola.
Ron giaceva fra le sue braccia possenti e forti, arrendevole; si abbandonò alla voglia di lui, tentò anche di riacquistare la poca lucidità che le era rimasta, spingendolo via, tuttavia ogni fibra del suo corpo esile sprigionava lampi e saette di desiderio incontrollabile; una belva feroce non trattenuta.
Calore.
Capezzoli turgidi strofinavano contro la stoffa morbida della maglia del ragazzo; il sesso di lui premeva, smanioso di attenzioni, contro la coscia lattea di lei.
Mani scivolavano su membra accaldate; capelli umidi e scompigliati; labbra socchiuse, porte aperte per lasciar liberi sospiri di piacere; occhi lucidi, protetti dalle palpebre sigillate fra loro.
«N-non staccarti» un flebile e strozzato sussurro uscì dalle labbra di Ron; bruciava di passione, come avvolta in un alone di follia pura, posseduta dalla voglia incondizionata di lui. Mosse il bacino contro la coscia dura del maggiore, desiderosa di trovarvene piacere. E così fu. Gemette rumorosamente, ripetendo più e più volte il nome del moro, strascicando parole, incitazioni e versi. «C-cosa mi stai facendo?»
Nonostante questo Ron sapeva benissimo che avrebbe dovuto ribellarsi, tener duro o almeno rispettare le barriere che si era automaticamente imposta tuttavia la bocca del maggiore la stava facendo impazzire di desiderio. Poi, quando i suoi denti uscirono fuori dalla sua carne riaffondando per l'ennesima volta in un secondo momento, si sentì scossa, colpita nel profondo, da un lampo di luce accecante.
Il liquido vitale cominciò nuovamente a scorrere nel corpo di lui, inebriandolo, stordendolo, eccitandolo.
Quella piccola donna aveva un gusto incredibile, capace di far impazzire ogni sua cellula.
Dolce. Caldo. Inebriante. Irrinunciabile.
Tuttavia, in tutta quell'eccitante follia in cui erano immersi i due, lui riuscì a percepire la debolezza e la trasparenza della pelle di Ron; s'impose di fermarsi, smettere di dissetarsi e di desiderare di possederla.
Sfilò quindi i suoi denti dalla carne morbida e profumata della sua compagna, accarezzandole il giro vita tuttavia, ogni sua determinazione nel riuscire ad allontanarsi da quella fonte di desiderio, svanì in un istante quando lei lo afferrò per la nuca, attirandolo a se.
Ron lambì con la lingua il punto in cui si univano le labbra, solleticandolo; poi lo costrinse ad abbassarsi al suo livello quindi Tae-Min riuscì ad arrivare all'altezza del suo seno sodo e morbido per poi mordicchiarlo, stuzzicandole prima il capezzolo turgido poi la parte circostante, dolcemente.
Si udì gemere la ragazza quando lui, in modo rude ed improvviso, si insinuò con le dita dentro di lei.
Ormai ogni pensiero lucido e razionale era stato abbandonato in un angolo remoto della propria mente; non importava essere in uno stupido bagno cosparso di vapore, o di abbandonarsi ad emozioni simili, nemmeno di esser nude davanti ad un ragazzo, purché sia lui.«P-più v-veloce» ed a quelle parole, un ghigno prese posto sul viso bello ed elegante del maggiore; osservò come la ragazza stesse attendendo ogni piccolo ed impercettibile movimento da parte sua «Mi fai perdere la ragione, piccola...ti prego, abbandonati a me» ammise perentorio.
Tutta se stessa chiedeva il disperato bisogno del corpo di lui; era straziante e dolorosa quella distanza che li divideva. Percepiva il suo desiderio, e lei necessitava le medesime attenzioni che il suo compagno bramava.
Passò le dita sopra la pelle liscia del moro, tracciando il perimetro della sua schiena ampia; unì le labbra a quelle di lui, succhiandole, inumidendole al contempo la mente di Tae-Min non faceva altro che alimentarle fantasie erotiche, con il chiaro tentativo di farle capire il bisogno urgente che aveva nel possederla, alla sua maniera.
Ron imprecò, sentendo la strana sensazione di pienezza; le due falangi del maggiore divennero presto tre e questo non fece altro che spingerla verso il pericolo.
«Come fai a farmi sentire così...bene-» la interruppe bruscamente, poggiandola contro il pavimento umido ed opaco del bagno, spalancandole le gambe; osservò, con bramosia, la pelle diafana ed intatta della ragazza, ed ammirò infine la mano di lei arrivare a tastare la sua piccola e vulnerabile apertura. Piccole due falangi si nascosero timidamente fra le sue cosce, portandole poi a contatto con le labbra umide del suo compagno «Ho bisogno di te, qui dentro»
Allora il ragazzo si poggiò sopra le sue spalle ampie le cosce della ragazza, abbassando il capo verso la sua intimità bagnata. Nel momento in cui Tae-Min immerse la lingua all'interno del suo sesso stretto, per lei non esisteva più nulla ormai; non esisteva nè il cielo nè la terra, nè il tempo nè lo spazio; solo capelli neri come la notte, spalle ampie ed occhi color ocra potevano esistere in quel momento.
«Si, Tae-Min, f-fammi venir-» le parole rimasero in sospeso, intrappolate in gola, quando iridi d'orate incontrarono quelle azzurre, incastonandosi fra di loro; quegli occhi riuscivano a scavarle affondo, penetrandole ogni organo, arrivando a tastarle l'anima. Era quasi inspiegabile, ma sentiva di appartenergli, come se ogni parte del suo corpo fosse stato creato appositamente per stare a contatto con quello di Tae-Min.
Il muscolo del moro leccò sapientemente l'umidità della minore, accarezzandola ed esplorandola fino a quando lei non fu più in grado di stare ferma ed iniziò ad agitarsi.
La toccò. La baciò. La esplorò. L'ammirò.
Baciava il suo monte di venere, le infilò dentro le dita e subito dopo tornò ad usare la lingua, alternando queste due all'infinito.Un grido, forte e deciso, venne liberato dai propri polmoni, arrivando quasi a toccare l'apice del suo piacere al contempo il ragazzo continuava a penetrarla voracemente, saziandosi alla vista dei suoi umori i quali sgorgavano dalla sua apertura in modo incontrollato, possedendola con le sue lunghe dita e la sua abile e veloce lingua. Le sollevò il bacino con una mano, mentre l'altra era in procinto di far arrivare la ragazza al culmine del suo godimento.
Serrò gli occhi, inarcando la schiena, invitando il proprio compagno; per lui, vederla così dominata ed arrendevole, era una visione fin troppo crudele da reggere. Sapeva benissimo di doversi ritirare da quella pericolosa, ed al tempo stesso eccitante, situazione; se fosse stato per lui, l'avrebbe presa lì, senza tanti convenevoli, su quel pavimento umido ma al contempo era consapevole del fatto che per lei sarebbe stato troppo doloroso e se possibile, anche fatale.
Il rituale di accoppiamento del suo popolo era aggressivo, brutale, possente ed una vergine di certo non avrebbe retto ad una simile passione; per ora si sarebbe limitato a prepararla.
Percepì gli arti della minore appesantirsi; la testa abbandonata contro il pavimento, scoprendo parte del suo collo pallido segnato però da due solchi profondi da cui sgorgavano rivoli di sangue. Con la lingua leccò i due buchi, richiudendo la ferita, poi sollevò la testa.
I suoi occhi tornarono scuri e minacciosi, pericolosi, inghiottiti da un alone misterioso; il sapore di lei ancora intrappolato nella sua bocca, fra i suoi denti e sulle labbra gonfie ed umide.Imprecò piano, disgustato quasi da se stesso per aver pensato alla sua stupida sete ed al bisogno di dover assaggiare il suo sangue, osservando il corpo di Ron immobile, col respiro pesante, abbandonato sul pavimento in attesa d'aiuto.
«Mi dispiace piccola mia, non ricapiterà ancora.»
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𝐕𝐀𝐌𝐏𝐈𝐑𝐄'𝐒 𝐁𝐀𝐂𝐊
Fanfiction❝ Nella vegetazione fitta di quel preciso parco incontrò quella bambina e, nell'esatto istante in cui gli occhi del ragazzino dalla buffa chioma a fungo incontrarono le profonde e gioiose iridi blu della biondina, qualcosa scosse il suo cuore. Altro...