Chapter forty four

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" If i ever were to lose you

i'd surely lose myself

everything i have found here

i've not found by myself

try and sometimes you'll succeed

to make this man of me

all of my stolen missing parts

i've no need for anymore "








Ron gli era difronte, affascinante, bella, fonte di tutti i colori impressi in quella stanza.

Le parole uscirono chiare e distinte; la osservava e non poteva fare a meno di pensare che la bambina bionda ed ingenua d'un tempo era ormai diventata una giovane donna, dalla sensualità unica mantenendo però sempre quei deliziosi lineamenti leggeri.

Era una donna forte, lo si poteva intuire perfettamente; era il suo sguardo a farglielo capire, così curioso ed ostinato e quel maledetto blu dei suoi occhi riusciva con una facilità estrema a scavargli a fondo. Poi c'era il suo corpo. Allettante. Peccaminoso. Guardava dritto davanti a sé e la sua mano non aveva abbandonato per un secondo il viso del ragazzo.

Sorrise a quelle parole.

In quel piccolo essere umano scorreva un'enorme forza, una determinazione crescente, l'indipendenza era posta su un piatto d'argento, non ammetteva insicurezze.

La guardava e non faceva altro che ripetersi quanto fosse realmente fortunato nell'aver accanto a sé lei come compagna. Lei, che con la sua forza poteva tappezzare le sue debolezze. Lei, che con la sua luce poteva illuminare le sue tenebre. Lei, che con la sua sola presenza lo salvava giorno per giorno, da morte certa.

Poi le afferrò la mano, incastrò le sue dita fra le sue e vi portò le labbra a contatto col dorso «Sei la mia compagna per la vita» ammise con una dolcezza infinita, non sapeva perché sentisse il bisogno di ripetere tali parole, sapeva solo che doveva, era la sua parte più intima a reclamarlo «sai Ron, puoi lasciarti andare» la cadenza delle sue parole risultò estenuante, a tal punto da farla sospirare pesantemente, un'impercettibile gemito, attendendo che continuasse a parlare «non aver timore dei tuoi sentimenti, vieni... avvicinati di più» come caduta in un sogno bellissimo si mosse cauta, quasi assopita verso di lui, poi le afferrò anche l'altra mano posizionandole al centro del proprio petto «sono nato per stare con te, ogni piccola parte di me ti appartiene» Ron poi sollevò le folti ciglia, ed un'espressione sexy, velata di desiderio fece capolino nel suo sguardo blu «il tuo cuore non batterà da solo, puoi amarmi» stava semplicemente parlando e tenendole le mani contro il petto ma aveva acceso qualcosa nel suo sangue, si sentiva calda, stordita, lo desiderava in modo brutale.

Ron udì quelle parole ricolme di dolcezza, talmente rassicuranti da farle provare un palpito nel sangue. Scosse la testa e sollevò il mento in aria «Non mi importa davvero chi tu sia Tae-Min, potrei passare sopra qualsiasi cosa ma tu... tu mi hai mentito» ritirò le mani dalle sue e con un gesto meccanico si sfregò il viso con una di queste «mi sarei innamorata di te anche se tu fossi stato il vampiro più temibile della Transylvania, Tae-Min» sollevò poi una mano, come a tenerlo a distanza «ma ora ho timore di tutto, dubito perfino di avere il vero te, qui davanti...» Tae-Min si sentì pervadere da un'intensa sofferenza, sapeva bene di averle causato dolore e per questo non si sarebbe mai perdonato ma nonostante tutto, se avesse avuto la possibilità di tornare indietro, l'avrebbe rifatto altre cento volte pur di riaverla al suo fianco.

«Ho fatto tutto ciò per mantenere sana la tua incolumità» disse con una punta di malinconia, cercando un nuovo contatto fisico con la sua compagna «non puoi nemmeno immaginare quanti pericoli possono esserci là fuori, piccola mia» le afferrò il volto fra le mani e prese a tracciarne i contorni con adorazione ed estrema delicatezza «Quali pericoli, Tae-Min? Sai, io non so un bel niente sul vostro mondo ma, guarda un po'? ci sono dentro fino al collo!» Ron sentì Tae-Min pronunciare piano alcune parole in una lingua a lei ignota e le sue labbra presero una piega sofferente «Oltre ai Vampiri ci sono degli assassini che cercano ormai da troppo tempo di spazzare via la nostra razza. Ci credono pericolosi per l'intera umanità» fece una pausa, buttò fuori aria poi tornò a parlare «queste persone non conoscono la differenza tra quelli come me ed i Vampiri, hanno solo un unico e preciso obiettivo» con un ringhio basso ed animalesco sollevò gli angoli della bocca, scoprendo le zanne in un bagliore bianco «sterminarci tutti».

Il respiro le si bloccò nei polmoni, lo sconcerto di Ron era talmente genuino che Tae-Min, risvegliatosi dal suo incubo senza fine, ebbe l'impulso di carezzarle la mente, promettendole protezione «Ti avrei lasciata in pace, avevo programmato tutto...» la sua voce si incrinò, portandosi una mano contro il viso «avrei abbandonato per sempre questo mondo incontrando l'alba, per farti vivere la vita che da sempre sognavi, ma tutto andò in fumo. Tutto per colpa mia e del mio stupido egoismo.» la ragazza era lì, difronte a lui, rapita dal suo racconto d'altro canto Tae-Min aveva sempre più voglia di prenderla fra le sue braccia e farle da scudo per il resto della sua miserabile vita. «Sai Ron, non riuscivo a staccarmi un solo istante da te...avevo la malsana voglia di osservare la tua vita da lontano, come un fottuto spettatore. E dannazione, mi piaceva. Amavo vederti felice ma provavo un dolore così straziante sapere che non ero io la fonte di tale emozione...ed andava bene così, davvero» restarono lì, ad osservarsi nell'oscurità di quella angusta stanza fin quando un singhiozzo non spezzò quel breve silenzio e non tradì la dura maschera di forza che aveva indosso Ron «basta così, ti prego, io non avevo- non avevo idea di come tu-» «Ora sei qui, Ron, guardami e respira con me» era incredibilmente piccola e fragile, così pallida che la sua pelle pareva traslucida «è stato questo a mantenermi in vita, poi mi ero finalmente deciso ad abbandonarti, ma quei bastardi...» Tae-Min fu assalito da una rabbia mortale, una rabbia ingigantita nel corso degli anni. Aveva lo sguardo perso e Ron se ne accorse subito: emanavano terribili sensazioni, promettevano morte e disperazione, erano semplicemente lo specchio della sua anima contaminata. Erano entrambi sospesi in aria, in bilico su un filo estremamente sottile, al di sotto di loro vi era il vuoto, il caos, l'oblio; erano in una lotta continua ed il primo che cedeva alle proprie sofferenze, veniva inevitabilmente salvato dal secondo e così via, in un ciclo senza fine. Era questo che c'era fra di loro «mi pedinarono, non so come e non so con quali mezzi, e vennero a scoprire della tua esistenza. Conoscevano me, avevano provato molte volte a farmi fuori senza ricavarne alcun beneficio, così scelsero di colpire te... ed è proprio lì che decisi di chiamare Jin-Ri, tua cugina, ed inventarmi tutta la storia che già sai» Sembrava come se tutti i tasselli mancanti venivano finalmente posizionati al loro posto, come se in quel buio perenne riuscisse ora a scorgere un bagliore bianco in lontananza, tutto sembrava avere più senso, perfino le azioni di Tae-Min «Ma in Italia c'era Max con me a proteggermi, avresti potuto evitare ugualmente di portarmi qui» Ron si inumidì le labbra secche e tirò su col naso «Vedi piccola, in quanto tuo compagno per la vita, è mio dovere salvaguardare la tua incolumità. Sarei impazzito nell'oltretomba sapendoti in pericolo».

Le si avvicinò, poggiando la fronte sulla sua spalla, sospirando pesantemente «Voglio essere chiaro Ron, non cercare di disobbedirmi, non sarò paziente se ti comporterai in modo sciocco o avventato, in qualsiasi momento verrà prima la tua sicurezza, poi il resto» chinò la bocca su quella di lei, e le donò un bacio a fior di labbra. Bastò poco a farle incendiare le interiora, a far tremare la terra scura sotto i suoi piedi, a far vacillare il suo cuore e far scorrere come un fiume in piena il sangue nelle vene «No Tae-Min, ti ho già detto che non sono un oggetto, non puoi tenermi lontana dal mondo, né proteggermi da tutti i mali in cui potrei invischiarmi piuttosto vorrei essere tua complice, qualcuno di cui tu possa fidarti, voglio affiancarti nei tuoi incarichi, cercare quelle persone e mettere fine alla perenne sofferenza che attanaglia il tuo popolo» cercò disperatamente un contatto visivo col ragazzo ma l'arancio sprigionato da quelle iridi le infondevano una sinistra agitazione «Non ti condurrò a morte certa se è questo quello che mi stai chiedendo. Sono stupide proposte che metterebbero solo a rischio la tua sicurezza, è fuori questione.» replicò irremovibile, oltrepassando la figura minuta di Ron per dirigersi verso la rampa di scale in mattoni «Ti prego, voglio solo aiutarti, voglio che noi due non siamo solo dei semplici compagni per la vita, voglio creare con te qualcosa di più solido, indissolubile, una squadra» aveva sentito bene? quell'umana aveva realmente intenzione di aiutarlo in un'impresa di quel calibro? Chi era quella donna? Cosa le stava passando per la testa? Nessuno gli aveva mai chiesto di dividere il peso di quella croce che si portava appresso da ormai troppi anni. Ed ora arriva lei, un'umana, una semplice mortale e si propone come sua complice. Il destino si stava prendendo gioco di lui, senza ombra di dubbio. Nonostante questo il suo cuore non smetteva di tuonargli nei timpani e gli angoli delle labbra avevano intrapreso un viaggio verso l'alto «Perfetto mia compagna, ad una condizione» le lunghe ciglia di lei tremarono e si ritrovò costretta a trattenere il respiro fin quando non terminò di parlare. Si voltò verso di lei, non c'era traccia del solito ghigno impresso sul suo viso, vi era solo la presenza di quello sguardo. Giallo. Topazi che riflettevano la sua intera figura, era sempre più convinta che nessuno aveva il diritto di possedere occhi simili. Scatenavano tempeste. Esprimevano una voglia famelica.

Fuoco. Desiderio. Passione.
«Fa l'amore con me, Ron».

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 06, 2020 ⏰

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