Chapter twenty-four

276 45 2
                                    

" Who's on the dance floor, scream for me

who's on the dance floor, wake me up

who's on the dance floor, kiss my lips

who's on the dance floor, right here girl, oh "












Il suo odore.

Oh, di quelli più afrodisiaci al mondo.

Quell'odore, l'odore, il profumo della sua pelle.

Cercò di scacciarlo scuotendo la testa, ricevendo solo un lieve tocco sulla sua guancia che riuscì ad identificare come carezza.

Strinse maggiormente le palpebre fra di loro.

«Apri gli occhi e guardami.» Sentì dire da una voce.

Era strana.

Non era definita, sembrava piuttosto un eco.

Ascoltò quel che sembrava essere più un comando che una richiesta.

Riusciva chiaramente a riconoscere il soffitto della sua camera da letto, anche i mobili e l'armadio sembravano essere suoi, successivamente spostò il suo sguardo, puntandolo difronte a lei.

E lo vide, ancora.

I capelli biondi, il suo naso perfetto il quale era abituato ad arricciare mentre cantava assieme a quelle labbra al limite della morbidezza e della pienezza.

E gli occhi, quei maledetti occhi grandi e profondi come l'abisso fecero scuotere qualcosa all'interno del suo stomaco.

Iniziò ad agitarsi appena vide che il ragazzo avanzava verso di lei.

Il biondo continuava a martoriarsi il labbro inferiore, continuando ad avvicinarsi lentamente a Ron.

Si rese conto solo in quell'esatto istante che erano entrambi distesi sopra la superficie del suo lettone o meglio, lei era l'unica distesa.

Tae-Min le stava praticamente gattonando sopra, e non poté fare a meno di associarlo ad un enorme pantera affamata.

Ad ogni suo passo, il letto sprofondava in alcune parti, facendola eccitare ancor di più per l'attesa.

Perchè attendeva una sua mossa, e quello era uno dei momenti migliori.

L'attesa, quella che ti faceva letteralmente impazzire.

Quella che ti lasciava qualche secondo per immaginare delle probabilità.

Penserai a cosa farà per primo, se toccarti, se spingerti contro una parete o se infilarti direttamente la lingua in gola.

L'attesa era uno dei momenti migliori, e per lei Ron si stava contorcendo senza ritegno sotto lo sguardo famelico del maggiore.

Voleva dire qualcosa, ma tutto ciò che fuoriuscì dalle sue labbra fu un profondo sospiro.

«Voglio vederti.» Sussurrò, quando le fu vicino, al suo orecchio.

Le baciò la tempia, scendendo con molta calma verso il collo.

Era abile, perchè in un battito di ciglia Ron rimase in intimo, inerme sul suo letto, schiacciata dall'opprimente corporatura del ragazzo il quale si era concesso qualche secondo per osservarla dall'alto.

Era come se il suo sguardo fosse fatto di fuoco, laddove i suoi occhi si soffermavano, qualcosa braciava.

A partire dal suo seno fino al ventre piatto, per poi arrivare alla parte più nascosta ed intoccabile rifugiata dietro dei semplici e sottili slip, tutto chiedeva pietà.

𝐕𝐀𝐌𝐏𝐈𝐑𝐄'𝐒 𝐁𝐀𝐂𝐊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora