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»Yoongi
"Riguarda ciò che è successo ieri sera?"
Si
"No, è tutto ok"
"Come no"
"Jimin-"
"Parlami, spiegamelo"
"No"
"Allora ciao" fa per poi uscire dalla cucina.
Lo seguo
"Dove pensi di andare?"
"Fuori da questa casa. Se tu non vuoi parlarmi, io non voglio stare con te" spiega mentre indossa il giubbotto.
Si mette il telefono in tasca, prende le chiavi
"Jimin, ma-"
Esce sbattendo la porta, non lasciandomi finire la frase.
Sospiro
"Combino sempre troppi casini"

»Jimin
Cammino a passo svelto, uscendo in fretta dall'edificio; attraverso, seguo la strada che mi si presenta; infilo un auricolare e faccio partire la musica, dirigendomi non so nemmeno io dove. Questa zona è strana, penso sia molto lontana dal centro città, dal momento che c'è molta vegetazione e le case sono basse a parte qualche palazzo.
È bello qui.

Yoongi non vuole parlarmi. Non mi parla. Dopo tutto quello che abbiamo passato, lui non mi parla. Bene. In questo momento dovremmo essere felici, sollevati, soddisfatti. E invece niente. Con tutto ciò che è successo, tutte le volte che abbiamo parlato, si ostina ancora ad evitarmi, è un bambino; perché sì, in questi casi, si comporta da bambino. Non può scappare dai suoi problemi per tutta la vita, non capisce che più li evita, più gli si presentano. Ma no, lui preferisce scappare o ignorarli tutti i suoi problemi. Ignorare me.
Ormai ci siamo solo io e lui, come fa a non capirlo? Perché non si fida di me? E se non mi avesse perdonato?
Vorrei così tanto saperlo, ma lui non parla! Cazzo, non parla! Come faccio? Io posso capire fino a un certo punto e non è neppure facile, dato che lui è pure bravo a nascondere ciò che pensa. Cosa pretende? Non posso sempre pregarlo, deve lui da solo rendersi conto che deve comunicare con me, non lo posso obbligare.
Mi piacerebbe se capisse...
Vorrei davvero che fosse consapevole che voglio aiutarlo, stargli vicino. Ma al suo ego non fa comodo, secondo lui può riuscire a superare tutto da solo. Ed io a che cosa gli servo?
I miei pensieri vengono interrotti da un dolore alla caviglia, provocato dal fatto che sono inciampato sul marciapiede. Dolore che viene condizionato dal fresco male di ieri causato dalla guardia che ha cercato di farmi cadere dal cancello
"Fanculo"

»Yoongi
Non è ancora tornato.
Jackson mi ha scritto via messaggio dicendomi che lui e Mark uscivano, quindi sono solo in casa.
E sono preoccupato per Jimin. Dove sarà?
Se lo chiamassi, non mi risponderebbe, ne sono certo. Dovrei uscire a cercarlo? Mi perderei e abbiamo solo un paio di chiavi. Sono in uno stato di ansia totale, il mio cuore non smette di martellarmi il petto. Sono un completo idiota, perché non l'ho fermato? Perché ho permesso che se ne andasse via? Era infuriato, non voleva stare con me; avrei dovuto essere egoista e trattenerlo
"Non posso rimanere qui"
Mi alzo, afferro il cellulare, le chiavi, il giubbotto, ed esco letteralmente di corsa dall'appartamento, scendo le scale così velocemente che quasi quasi volo (c'è mancato poco che finissi con la faccia spiaccicata a terra). Arrivo all'ingresso e varco la porta, riscontrando subito il freddo dell'esterno.
Jimin.
Devo trovarlo.
Conoscendolo, sarà andato dalla parte opposta al centro città, so che non ama la confusione.
Inizio a correre, percepisco il freddo gelido inondarmi il viso. Si congela qua fuori.
Vado avanti, ma ben presto mi trovo davanti ad un incrocio.
Dove devo andare?
"Aish"
Che devo fare? Torno indietro? Vado avanti? A destra? A sinistra?
Lo chiamo, fa niente se non mi risponderà, insisterò così tanto che alla fine o mi risponderà o, nel peggiore dei casi, mi bloccherà.
Sblocco il telefono per comporre il numero, ma noto una presenza con la coda nell'occhio...

Jimin.






***
per i protagonisti di questa storia non esiste la tranquillità

𝕮𝖔𝖒𝖊𝖇𝖆𝖈𝖐 ʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿ [Sequel di Escape]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora