capitolo 51

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- capo, mi doveva parlare di qualcosa di impor...- 

Al sentire quella voce mi allontanai d'istinto da Dorlas ponendo fine al bacio, per pochi secondi entrai nel panico, non sapevo come comportarmi, insomma dovevo guardarlo male perchè mi aveva tradita o dovevo sembrare indifferente alla sua presenza? Optai per la seconda scelta, era quella che ormai mi riusciva meglio e allo stesso tempo Dorlas non avrebbe dubitato ancora di me, ci avevo messo tanto per conquistare la sua fiducia e probabilmente aveva ancora dei dubbi ma, ero sicura che non avrei buttato tutto il mio lavoro solo per un elfo. 

quando i nostri sguardi si incrociarono tutta la mia sicurezza vacillò, il mio cuore iniziò a battere all'impazzata, così tanto che per un attimo ebbi paura che lui potesse sentirlo. Era davvero bellissimo, dall'ultima volta che l'avevo visto si era tagliato i capelli, non gli arrivavano più alle spalle, ma erano molto corti così da far risaltare ancora di più la cicatrice, probabilmente chi lo vedeva per la prima volta provava un senso di paura, terrore, io, dentro di me provavo solo nostalgia e amore. Dopo tutto quello che mi aveva fatto, anche se sapevo di non essere ricambiata lo amavo ancora di più, però quel sentimento mi provocava solo dolore. Se Dorlas in quel momento non avesse preso parola, avrei mandato tutti i propositi giù nel gabinetto e mi sarei gettata fra le braccia di Scar. 

- Ah, giusto, quella cosa. Per l'incantesimo finale serve una pianta rara, attualmente solo un'elfa è in grado di coltivarla, per fortuna questa è al mio servizio- interessante, dovevo sapere molto di più su questo incantesimo, distolsi lo sguardo da quello insistente di Scar, andando vero la mia libreria

- esiste davvero un tipo di pianta che sa coltivare solo un'elfa?- dissi facendo finta di essere interessata più ai libri che alla domanda

- Esattamente, è un fiore chiamato Cosmos Altrosanguineu e a quanto ne so è l'unico fiore che cresce grazie ai raggi lunari, si dice essere anche molto bello, come te- disse Dorlas ignaro delle mie vere intenzioni, repressi l'istinto di vomitare mettendo sulla mia faccia quello che doveva essere un sorriso, i miei occhi caddero involontariamente sulla figura dell'elfo appena arrivato, ancora fermo sul ciglio della porta, era palese che la sua attenzione non era rivolta al suo capo ma a me, continuava a fissarmi come se non volesse perdermi di vista, solo allora notai delle occhiaie scure intorno ai suoi occhi probabilmente dovuto a delle notti in bianco... Elettra cosa fai? ti stai preoccupando per uno come lui? Sveglia, è lo stesso elfo che ti ha tradita, dovresti provare odio nei suoi confronti! 

- il tuo dovere è quello di portarmi i petali di quel fiore, l'elfa si chiama Marillie e abita nella foresta, la troverai facilmente, ora va e la prossima volta vedi di non interromperci-  

solo per un momento vidi negli occhi di Scar qualcosa che non mi sarei mai aspettata, non era accondiscendenza, tristezza o rabbia, era gelosia. Durò solo un secondo, forse è per quello che lo ritenni una mia fantasia.

*********

pov. Scar

chiusi rumorosamente la porta alle mie spalle, nella mia testa rivedevo in loop la scena che mi sono trovato davanti entrando nella stanza di Elettra: lei che si baciava con un altro che non ero io, solo a pensarlo mi montava una tale rabbia. Dovevo assolutamente calmarmi, non era da me perdere il controllo in quel modo, per un momento ho pensato che Dorlas potesse scoprire i miei veri sentimenti, per fortuna che era completamente distratto dalla principessa. Beh, si fa per dire.

Elettra... ero consapevole che l'avrei vista, soprattutto ora che il capo l'aveva liberata, ero solo stupito, ho sempre saputo che Dorlas aveva un debole per la principessa ma non mi sarei mai aspettato niente del genere da lei e per tutto il tempo che la fissavo, come un babbeo, non riuscivo a capire se tutto quello che stava facendo era nel suo piano o se stesse provando dei sentimenti veri. Quando chiusi gli occhi per concentrarmi, rividi la sua immagine, era cambiata in quel lasso di tempo, era molto dimagrita e aveva una brutta cera dovuta alla prigionia, ma quello che mi aveva colpito di più era la determinazione che si vedeva brillare nei suoi occhi, era cresciuta, non era più la stessa principessa che avevo rapito qualche mese fa, si vedeva che ormai contava solo sulle proprie forze. un sorriso amaro increspò le mie labbra, forse non c'era più spazio per me.

Uscito dal castello camminai senza problema tra gli alberi, per giorni e per notti avevo studiato ogni centimetro intorno al castello compreso il bosco, ormai lo conoscevo come le mie tasche e sapevo benissimo dove si trovasse quella casetta. Dopo pochi minuti arrivai davanti ad una casa scavata in una quercia enorme, anche se ero a buoni dieci passi di distanza, sentii una voce all'interno

-... oh santo cielo, dove ho messo quel libro...mi sembrava di averlo appoggiato sulla scrivania, ma non c'è, che disastro- quella voce, mi sembrava di averla già sentita da qualche parte, senza soffermarmi su quel pensiero bussai alla porta, quando l'elfa mi aprii la riconobbi subito, era la stessa elfa che stava raccogliendo delle piante di notte, il quel momento capii tutto.

- ehi ti ricordi di me?- dissi ironicamente alla figura occhialuta davanti a me

- oh, ciao, tu sei quello dell'altra sera, sai non mi dimentico facilmente di un elfo che girovaga in piena notte-

-potrei dire lo stesso di te, comunque sono qui da parte del mio capo, so che lavori per lui e mi ha ordinato di prendere dei petali da quel fiore... Cosomos sanguinoso  o qualcosa del genere-

-Forse intendevi Cosmos Altrosanguineu, è un fiore rarissimo, ed è una specie che vive solo in determinate zone ...- oddio, no, devo assolutamente fermarla, non ho nessunissima intenzione di sentire la storia di questo fiore

- sisi, un fiore rarissimo, davvero interessante, ho bisogno dei petali- 

- oh che modi, aspetta un secondo- disse l'elfa visibilmente offesa, dopo poco tornò con una manciata di petali rosso mattone- tieni, il tuo capo mi ha già pagato, ora, posso sapere a che cosa vi servono?-

- lo vorrei sapere anche io...- dissi distrattamente ad alta voce, i miei pensieri corsero verso Elettra- grazie, Marillie giusto?-

-si, ma penso di non conoscere il tuo nome-

- Scar, mi chiamo Scar-

Il pericolo di sognareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora