capitolo 57

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- perchè, perchè dici questo, che cosa ti ho fatto, dimmelo! non ti basta sapere che la mia famiglia, la mia casa, il mio popolo sono controllati da un mostro, non ti basta vedermi ridicolizzata davanti a tutti e usata come un pupazzo nelle mani di Dorlas, non ti basta avermi spezzato il cuore! hai ragioni, sono una stupida perchè dopo tutto questo io provo ancora qualcosa per te, ti penso, penso a te, hai momenti passati insieme anche se so benissimo essere solo finzioni, al tuo sguardo magnetico , alle tue labbra. dimmelo! dimmi perchè dopo tutto questo... io ti amo ancora-

infilai la testa nel cuscino per attutire uno dei tanti gridi di disperazione; erano passate ore da quando, come una stupida, gli avevo rinfacciato tutti i miei sentimenti  senza pensarci un attimo realizzando solo dopo dell'errore, troppo accecata dalla rabbia e dallo sconcerto per rendermi conto di che cosa stavo dicendo; inutile dire che l'unica mossa che mi venne in mente fu quella di scappare e rintanarmi nella mia stanza. Mi ero chiusa a chiava da allora, evitando il bussare insistente di Althea e le continue domande che mi sparava ad ogni secondo; mi girai a pancia in su per prendere un grande respiro, solo allora mi accorsi che era ormai il tramonto, gli oggetti intorno a me presero una sfumatura calda che mi rilassò almeno fino a quando i miei pensieri non tornarono a stamattina. mi presi il viso fra le mani costringendomi ad alzarmi dal letto; la stanza non aveva niente a che vedere con il lusso della mia camera nel castello, ma, a differenza di quello che sosteneva Scar, non davo peso alla ricchezza e dopo mesi passati in una cella, quella stanza sembrava enorme e spaziosa. in realtà non aveva niente di prezioso e non si poteva certo definire spaziosa, al contrario: a parte il letto, lo spazio bastava per una scrivania vicino alla finestra e un piccolo armadio dove tenevo i pochi vestiti che Althea era riuscita a trovare tutti rigorosamente maschili e comodi. Mi diressi verso la scrivania e distrattamente presi un foglio di pergamene e l'inchiostro iniziando a disegnare, non sapevo neanche io esattamente cosa, ma la sola azione aveva un effetto calmante; quando finii mi stupii e allo stesso tempo preoccupai del risultato, anche in passato mi piaceva disegnare, ma non avevo mai fatto nessuna lezione per continuare questo mio hobby siccome mia madre pensava fosse una cosa stupida, erano anni  che non facevo altro che studiare e scrivere e non mi ero mai esercitata, allora perchè il disegno risultava essere così chiaro anche nei minimi particolari!?

il disegno raffigurava due elfi che riconobbi subito, la somiglianza era spaventosa e anche se l'avevo disegnato io continuavo a non crederci di essere stata l'artefice, una dei due elfi ero io, indossavo un abito lungo e semplice, la mia testa era incorniciata di fiori di tutti i colori che si intrecciavano con i miei capelli in una treccia articolata, tenuta da due nastri lunghi, l'abito bellissimo era in netto contrasto con la mia faccia, avevo un espressione lugubre, incredula mentre guardavo l'altro elfo davanti a me, la mia mano tesa, verso quest'ultimo, teneva la maschera che conoscevo bene. il fisico, i vestiti e quella maschera portavano tutti ad un unica persona, ma quello che mi sorprese fu che nel disegno non era raffigurato Dorlas sotto quella maschera, ma Scar.  

sussultai quando sentii bussare  alla porta e istintivamente nascosi il foglio dentro un cassetto per poi ricordarmi che avevo chiuso la porta a chiave, immaginando fosse Althea che cercava di sapere che cosa avessi, urlai 

- Althea, ne parliamo domani va bene! non ceno oggi, preferisco andare a letto presto, buonanotte- sentii dei passi allontanarsi, trovai un pò strano che la mia amica non avesse detto niente riguardo la mia decisione,  ma non ci pensai a lungo, probabilmente aveva capito che avevo bisogno del mio spazio, mi diressi verso la finestra, avevo bisogno di un pò d'aria, ma quando l'aprì sentii dei rumori strani provenire dal bosco

- chi è la?- dissi per darmi coraggio, attesi risposta ma non accadde niente, stavo per chiudere la finestra quando una mano, comparsa dal nulla, prese il mio braccio scaraventandomi fuori dalla stanza. Il sole era ormai tramontato e con tutto quel buio potei solo scalciare alla cieca, cercai di urlare con tutte le mie forze ma una mano mi tappò la bocca con fare rude

- shh, sono io, calmati.- al suono di quella voce, il mio cuore iniziò a battere all'impazzata, invece di calmarmi mi agitai ancora di più, tolsi la mano dalla bocca e mi alzai, solo allora riconobbi i lineamenti famigliari di quell'elfo

- Scar, sei impazzito,  mi hai fatto prendere un infarto, pensavo che fosse uno degli scagnozzi di Dorlas!-

- mi dispiace-

- certo che ti dispia... aspetta che cosa hai detto?- mi voltai di scatto guardandolo negli occhi, ero incredula e per un attimo credetti di aver sentito male, insomma era Scar, un ex mercenario, lui non si scusava mai.

- ho detto che mi dispiace, ti ho ferita, ingannata, usata e non te lo meritavi, forse non mi crederai quando ti dirò che tutto questo l'ho fatto solo per proteggerti e che non avevo nessuna intenzione di ferirti. ovviamente ho fallito e per questo mi dispiace-

- tu, non volevi ferirmi... beh direi che hai fatto l'esatto contrario, mi hai spezzato il cuore...-

- allora perchè mi ami ancora? perche ti ostini ad amarmi, anche se sai che il mio passato è oscuro, anche se sai che il mio vero nome non è Scar, anche se sai che ...il tuo amore non è corrisposto? perchè non vuoi uccidermi o ferirmi-

- come posso fare del male alla persona che amo! Scar, o come ti chiami, ora ti farò io una domanda: perchè mi dici tutto questo? mi dici che ti dispiace, che volevi proteggermi ma che non mi hai mai amato, quello che non capisco è perché usi ancora il nome che ti ho dato io- 

- io...io non lo so-   lo disse in un sussurro come se avesse capito solo adesso la risposta, anche se non lo vedevo chiaramente sapevo che era confuso, lo sentivo, e prima ancora che potessimo tutti e due comprendere appieno quello che stavamo facendo, i nostri corpi si cercarono. quando le nostre mani si toccarono sentii una piccola scossa di piacere, mi era mancato il suo tocco.

- quello che sto per fare è dannatamente sbagliato- sussurrai avvicinandomi all'elfo

- lo so, ma non fermarti- ubbidì e le nostre labbra si incontrarono un'altra volta, era diverso, non c'era solo amore in quel bacio, ma anche tristezza perchè tutti e due eravamo feriti, e il mondo sembrava volerci solo ostacolare.
Quel bacio mi lasciò un retrogusto amaro, non era un bacio qualunque quello.
Era più simile a un bacio d'addio

Il pericolo di sognareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora