capitolo 44

15 1 1
                                    

mi svegliai con un fortissimo mal di testa, istintivamente cercai di protendere la mano verso l'enorme bernoccolo che sicuramente mi era cresciuto sulla nuca, ma per qualche ragione non ci riuscii, con un enorme sforzo aprii le palpebre cercando di capire che cosa avesse fermato il mio braccio. Anche se avevo aperto gli occhi il buio era così intenso che mi venne il dubbio che le mie palpebre fossero ancora calate, non riuscivo a vedere niente e il fatto di non sapere dove fossi mi mandava nel panico; il silenzio era rotto solo dal mio respiro che si faceva sempre più veloce, dovevo calmarmi. Anche se mi fossi fatta prendere dal panico la mia situazione non sarebbe cambiata. solo in quel momento tutti gli eventi che erano successi quel giorno mi assalirono tutti in una volta: il matrimonio saltato, il tradimento di Scar, l'imboscata e Lui con quella maschera... il solo pensiero mi faceva saltare i nervi, che stupida, e dire che Scar mi aveva avvertita "non fidarti di nessuno, compreso chi ti sta più a cuore" proprio lui, lui che non aveva fatto altro che prendermi in giro, sentii il calore delle lacrime percorrere il mio viso, volevo che tutto questo finisse, ero stanca delle menzogne, stanca di essere usata, stanca di tutto. volevo solo chiudere gli occhi e dimenticare...chiudere gli occhi...si, se solo non fossi seduta in una posizione non troppo comoda su un pavimento di pietra durissimo.  

cercai di muovere le braccia ma in risposta sentii solo un leggero tintinnio, il mal di testa era insopportabile e come se non bastasse mi prudeva terribilmente il naso! respirai profondamente, quello che dovevo fare era riordinare prima di tutto i pensieri, dovevo, per prima cosa, capire dove mi trovavo. gli occhi ormai si erano un pò abituati al buio così potei più o meno capire dove mi avevano rinchiusa: la stanza in cui mi trovavo era abbastanza piccola e non aveva nessuna finestra, non c'era lo spazio materiale per un letto e anche se ci fosse stato non credo l'avrebbero mai messo; mi trovavo con le braccia bloccate dietro la schiena ed ero attaccata al muro, davanti a me si trovava la porta, l'unica entrata, l'unica uscita. Anche se non sentivo niente, sospettai che dietro la porta ci fossero almeno due sentinelle, probabilmente non erano per me, infondo non sarei riuscita a liberarmi da delle catene senza l'aiuto di qualcuno; apparentemente non c'era nessuna possibilità di fuga e in più bisognava mettere in conto il fatto che io non sapessi in che edificio mi trovassi, c'era persino la possibilità che fuori da qui ci fosse solo pianura e nessun villaggio abitato vicino. Anche se fossi riuscita a scappare, nelle migliori delle ipotesi mi avrebbero trovata in poche ore. dovevo aspettare, la cosa migliore da fare era cercare di capire che cosa volesse Lui da me, se fino ad ora non mi aveva ucciso allora voleva dire che gli servivo viva. 

improvvisamente sentii dei passi provenire dall'esterno della stanza, erano passi ampi, probabilmente  di un elfo; da come camminava sembrava sicuro di sè... forse era... sentii delle voci ovattate proprio davanti alla porta della mia cella, l'elfo stava parlando animatamente con qualcun altro, almeno ora ero sicura che le mie supposizioni erano esatte. Ad un certo punto la porta con una scatto si aprì, per la luce improvvisa dovetti chiudere gli occhi, avevo paura, se fosse stato Scar... io... 

- oh oh oh, chi abbiamo qui! una principessina in difficoltà- aprii di scatto gli occhi, quella voce non apparteneva a Scar, più precisamente non apparteneva a nessuno che conoscessi, infatti quando lo guardai in volto vidi un volto a me sconosciuto: non era bello come la maggior parte degli elfi, ma il suo sguardo era magnetico, forse dovuto a quegli occhi così scuri da sembrare neri, evidenziati dalla sua carnagione chiara. non sembrava armato, ma poteva benissimo nascondere qualcosa di affilato negli stivali, era meglio non abbassare la guardia, anche se non avevo la ben che minima idea di come avrei fatto a difendermi con le braccia dietro la schiena. 

- ma come, non dici niente? e si che ho sentito dire che hai un caratteraccio... però devo ammettere che le elfe con un carattere deciso non mi dispiacciano per niente- l'elfo fece un passo avanti per poi accucciarsi per essere alla mia altezza. la sua vicinanza mi metteva i brividi, non volevo certo parlare con lui, l'unica cosa che volevo era che se ne andasse. 

- cos'è quella faccia disgustata? forse questa stanza non è di tuo gusto, beh potremmo sempre fare un accordo: io posso chiedere al capo di trovarti una stanza più carina e tu farai tutto ciò che ti chiederò, che ne dici, un buon accordo?- 

bleah! non sapevo se mi facesse  più schifo lui, l'accordo che mi aveva proposto o la sua mano che si stava pericolosamente spostando verso la mia gamba. 

- grazie, ma no grazie- dissi a denti stretti guardandolo negli occhi e con la coda dell'occhio fissare la mano che grazie al cielo si era fermata a mezz'aria.

- no grazie? ho capito, allora mi vuoi far veramente arrabbiare, va bene. Sai, ho sentito dire che tu per tutto questo tempo ti sei fatta abbindolare da quell'elfo, o meglio ti sei proprio innamorata di lui, che stupida, e non è tutto, ho sempre sentito dire che eri convinta che il cattivo, il capo del tuo amato fosse niente popò di meno che quel buono a nulla del principe! e, correggimi se sbaglio, il tuo piano era quello di scappare con l'amore della tua vita e vivere per sempre felici e contenti- si mise a ridere di gusto, ora stavo tremando, ma non di paura, no, stavo tremando dalla rabbia, il sangue mi stava ribollendo in corpo.

dovevo stare calma.

quando smise di ridere cambiò drasticamente espressione, la sua voce divenne sarcastica mentre la sua mano si posava sulla mia guancia.

dovevo stare calma.

- povera piccola, sarà stato un duro colpo per te, ma non ti preoccupare ora ci sono io-

prima ancora che potesse finire la frase gli sputai in faccia e mentre era imbambolato dalla sorpresa gli tirai un calcio nel basso  ventre. 

ovviamente lo feci con tutta la calma del mondo.

-maledetta!, me la pagherai- riuscì a dire con una voce acutissima, poi se ne andò lasciandomi di nuovo al buio. da sola.

    ⚀⚁⚂⚃⚄⚅⚀⚁⚂⚃⚄⚅⚀⚁⚂⚃⚄⚅⚀⚁⚂⚃⚄⚅⚀⚁⚂⚃⚄⚅⚀⚁⚂⚃⚄⚅⚀⚁⚂⚃⚄⚅⚀⚁⚂⚃ 

ciao a tutti!!! 

questo è più un capitolo di passaggio ma almeno la fine ha dato una cadenza comica, anche se la storia si sta rivelando più che altro tragica. Solo per voi, e per la mia vita, cercherò di scrivere di più nelle vacanze di natale. 

alla prossima 

Il pericolo di sognareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora