Erano passati tre giorni dalla riunione del piano e fra poche ora sarebbe iniziato quello che ormai definivo il mio incubo, tre giorni in cui non ho fatto altro che ripensare a quelle parole "Elettra che c'è adesso non sposerà mai quel principe, ricordati che lei è destinata a sparire, perché questo non è il suo mondo", il modo in cui Althea aveva pronunciato quelle parole erano pieno di odio e di disprezzo. Quello che però mi dava più fastidio e che mi mandava in uno stato confusionale era il fatto che non riuscivo a crederci, o meglio, ogni volta che pensavo a quella frase e alle strane visioni che avevo avuto in questi giorni non trovavo mai una risposta logica, ma qualcosa dentro di me sapeva che da qualche parte,rinchiusa nella mia mente c'erano dei ricordi collegati alle visioni a cui io, per non so quale motivo, non potevo accedere.
mi girai nel letto per la centesima volta in quell'ora, dalla finestra sbucavano i primi raggi di sole, ad indicarmi che mancavano molte ore prima dell'inizio del piano e avrei avuto un pò di tempo per concedermi delle ore di sonno in più cosa che, visti la marea di pensieri felici (si fa per dire) che nuotavano nella mia mente, vedevo difficile la riuscita di questo piano. Mi arresi sbuffando per poi andare avvilita verso l'armadio, presi un paio di pantaloni e una camicia larga e dopo averli indossati, cercando di fare meno rumore possibile, mi diressi verso l'uscita.
- Non dovresti dormire a quest'ora ?- disse una voce fin troppo famigliare quando misi un piede fuori dalla porta, mi maledissi mentalmente ricordarmi, solo in quel momento, che oggi per il turno di guardia c'era Scar, senza girarmi gli risposi
- Non sono affari tuoi- dissi stizzita andandomene velocemente, l'ultima cosa che volevo era avere compagnia, soprattutto la sua. Con la convinzione di aver seminato l'elfo mi diressi verso il retro dell'edificio nella parte adibita all'addestramento. In quei tre giorni mi ero allenata parecchio con altri elfi, con varie tecniche come la lotta libera o il tiro con l'arco e beh, dovevo ammettere che avevo ancora da imparare molto sulla lotta libera ma per il resto non mi lamentavo.
mi diressi, con sicurezza verso uno dei tanti archi che avevamo a disposizione, mentre con l'altra mano presi tre frecce dal mucchio. Quando mi misi in posizione, seguii le procedure che mi avevano insegnato: incoccai la freccia per poi tendere l'arco con tutte le mie forze, con il corpo mi misi perpendicolare al bersaglio, tenendo tre dita fisse sul finale della freccia; cercai come prima cosa di rilassarmi, presi un respiro profondo, liberando la mente da tutti i pensieri assillanti e quando mi sentii pronta, scoccai. Quando vidi dove era finita la freccia, per un momento pensai di avere le allucinazioni, ce l'avevo fatta finalmente, ero riuscita a centrare perfettamente il bersaglio. La mia gioia però non durò tanto, a rompere il silenzio fu un battito di mani accompagnata da una voce che mi diede i brividi
- complimenti, vedo che sei migliorata molto da quella famosa mattina di allenamento, ti vedo cambiata, sembri più sicura di te, forse la troppa libertà ti fa male.- mi voltai scioccata, come poteva essere lì, come aveva fatto a trovare quel rifugio, eppure davanti a me c'era lui, era vestito con il suo solito mantello e quando si tolse la maschera vidi quel volto da me tanto temuto in un espressione glaciale. Tremai di paura, che cosa ci faceva lui in quel posto, che tra l'altro doveva essere il più sicuro nel raggio di chilometri
-come..tu...non- cercai di formulare una frase ma ciò che mi uscì dalla bocca furono solo delle parole sconnesse, in risposta lui proruppe in una risata piena di disprezzo
- sei così bella con quell'espressione di paura sul volto, credevi veramente che ti avrei lasciata andare così, e che non avrei scoperto la vostra "base segreta"? Che stupida. Dove l'hai messo quel tuo caratteraccio, sai, non mi sei per niente piaciuta quando sei scappata da me, mi hai ferito Elettra- mentre parlava cominciò a muoversi lentamente verso di me, porgendosi una mano sul petto con finta delusione dipinta sul volto - ma ora non scapperai più, oh no, ormai non riuscirai più ad incantarmi. Ora vieni con me senza fare storie e, siccome mi sento particolarmente buono, non ucciderò i tuoi amici, almeno per ora, questo solo se verrai con me di tua spontanea volontà..oppure-
in quel momento, vidi, una figura che stava girando l'angolo dell'edificio, mentre Dorlas si stava avvicinando, alla sue spalle, a qualche metro di distanza era comparso Scar. I nostri occhi si incrociarono e vidi il suo corpo irrigidirsi riconoscendo la figura del mio interlocutore, da quella distanza cercai di comunicare con Scar, sperando che capisse il mio messaggio " non intervenire, andate avanti con il piano"
- va bene, farò tutto quello che vuoi, verrò con te e parteciperò a quello stupido incantesimo, ma ad una condizione- dissi tirando fuori il poco coraggio che mi era rimasto
- non sono sicuro che tu sia nella posizione di dettare condizioni, però ti ascolto-
- se vengo con te, dovrai spiegarmi tutto. Tu sei una delle persone di cui mi sono fidata di più e a cui ho rivelato le mie insicurezze e le mie paura e ormai ho capito che qualcosa non va in me, la mia testa è piena di ricordi che non mi appartengono pieni di visioni di un mondo immaginario che non so nemmeno se esista, forse sto diventando pazza ma so che tu sai la verità. Sono cosciente del fatto che mi mancano pezzi di ricordi e di conversazione e so che questo accade da quel giorno, quando tu e Aeglos mi avete trovato nella foresta. Anche se una parte di me non vorrà mai ammetterlo, il mio istinto mi dice che tu sai molte cose su di me e che questo è legato alla tua ossessione per quell'incantesimo. Quindi tu dovrai finalmente dirmi chi sono- tirai fuori tutto in un soffio, guardandolo negli occhi
- va bene, è tuo diritto sapere la verità, ma ricordati questo,sei tu che devi trovate il modo di uscire dalla tua situazione e riprenderti la tua identità, io posso solo darti delle dritte ad iniziare da questo: una delle chiavi per uscire dalla... tua condizione è la voglia che hai sul collo.-
Scar in quel momento si nascose dietro ai dei cespugli senza però intervenire, ringraziai il cielo, poi Dorlas si girò, sapendo che io l'avrei seguito senza storie perchè sapeva benissimo di avermi in pugno, e anche io lo sapevo,
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Il pericolo di sognare
FantasyIl mio unico pensiero? Correre. Non facevo più caso al dolore dato dai rami che graffiavano la mia faccia, al respiro che diventava sempre più affannoso mentre il cuore batteva così forte che avevo timore potesse scoppiare; non facevo più caso alle...