capitolo 52

24 2 0
                                    

pov. Marillie

-Scar, mi chiamo Scar- 

Dopo che la figura dell'elfo scomparve fra gli alberi, chiusi energicamente la porta togliendomi finalmente quel sorriso innocente stampato sul volto.

-Non mi sembra un tipo pericoloso- dissi alla presenza dietro alle mie spalle. Nel mentre mi avvicinavo a quest'ultima tolsi gli occhiali per pulire distrattamente le lenti sporche.

- Non lo conosci, Marillie, non fare l'errore di sottovalutarlo- 

quando mi rimisi gli occhiali, la figura davanti a me si mise a fuoco: l'elfa era seduta in modo scomposto su una delle sedie, nel punto più buio della stanza. Anche se non l'avevo sentita arrivare ero certa che fosse qui da poco, l'indizio mi arrivò non solo grazie alle sue guance rosse per il vento, ma anche dal respiro irregolare, probabilmente perchè aveva corso. Il cappuccio del mantello era abbassato, i capelli castani non erano più raccolti nel solito chignon elegante ma in una semplice coda alta, alcune ciocche ribelli cadevano morbide sul suo volto nascondendolo in parte. Al di sotto del mantello portava una camicia bianca, un pò troppo grande per lei, e dei pantaloni beige a vita alta, infine ai piedi portava degli stivali consunti. I vestiti elaborati che indossava sempre, come diceva l'etichetta, avevano lasciato il posto ad abiti comodi e semplici.

Althea in quel momento aveva uno sguardo deciso, determinato, non l'avevo mia vista così, probabilmente per via di quello che stava succedendo.

-immagino che tu non sia venuta da me solo per salutare una tua vecchia conoscente e che la visita di quell'elfo non sia avvenuta solo per caso. Chi è veramente?- dissi guardandola negli occhi

-sei sempre stata così perspicace, è quello che mi piace di te, per rispondere alla tua domanda lui è... Scar, o meglio è il nome che li ha affibbiato Elettra, non conosco il suo vero nome e il suo passato è avvolto nel mistero, l'unica cosa certa è che non vanta di una buona reputazione, era una specie di mercenario o qualcosa del genere, ma ora il lui spietato del passato è solo un ricordo vago- da come parlava di quell'elfo capii subito che non si fidava di lui, avevo sentito delle voci sul conto del "amore" della principessa e su quello che era successo in seguito, anche se sapevo già la risposta gli feci comunque la domanda

- Temi che lo Scar del passato possa tornare? cos'è, non ti fidi di lui?-

- ovvio che no, ha spezzato il cuore ad Elettra, se fosse per me non l'avrei nemmeno considerato in questa storia ma...è l'unico modo per salvarla- 

-ho sentito di quello che è successo, so che il mio capo ha rapito la principessa...-

-ho un piano per liberarla- a quelle parole mi stoppai, sapevo che Althea era molto legata alla principessa e sapevo che non sarebbe restata con le mani in mano, ma salvarla da Lui era un'impresa troppo rischiosa e stupida

-COSA? Tu devi essere pazza, secondo te perchè lavoro con Lui? quelli che non stanno alle sue regole trovano come unica consolazione la morte e mi dispiace ma io ci tengo alla mia vita, inoltre girano voci sulle condizioni della famiglia reale, si dice che metà sono morti e l'altra metà è rinchiusa nelle segrete del palazzo-

-Secondo queste voci io in questo momento non mi troverei qui a parlare con te, Scar mi ha già informata delle condizioni dei parenti di Elettra, sono tutti vivi anche se si trovano nelle segrete- mi accasciai sulla sedia stremata, era evidentemente decisa ad andare avanti con il suo piano e sapevo per certo che non si sarebbe fermata per nessun motivo, mentre stavo rimuginando sulla faccenda vidi con la coda dell'occhio la figura di Althea alzarsi di scatto dalla sedia, avvicinandosi  lentamente verso la porta.

- Comunque non ti voglio costringere a prendere parte a questa battaglia, immaginavo fin dall'inizio che tu avresti preferito le tue piante a me e alla salvezza degli elfi, infondo che cos'è la gloria eterna quando si ha un piccolo giardino con qualche fiore colorato...-

- Veramente...-

-No,no, so benissimo che hai depositato per sempre le armi, "il passato è passato", peccato però, nessuno si ricorderà di te o vedrà mai le tue abilità nel combattimento-

- Va bene, va bene, ci sto, mi avevi già convinto alla gloria eterna. Ora, devo dedurre che io nel tuo piano non ho solo il compito di combattere-

- ma anche di sorvegliare Scar, non mi fido di lui, ma è una pedina preziosa e ci serve-

- fantastico, mi tocca fare da Babysitter- dissi annoiata mentre Althea stava aprendo la porta.

-Vieni da me domani mattina, ti spiegherò nei dettagli il piano, e lucida le tue armi mi raccomando- finita l'inutile raccomandazione si tirò su il cappuccio per nascondere il viso per poi, dopo un ultimo, sorriso andarsene dalla mia casa. Chiusi gli occhi per un secondo per assimilare tutto quello che era successo, mi venne da ridere al pensiero del piano di Althea, sapevo perfettamente che era una stupidaggine ma un parte di me era euforica; aveva ragione l'elfa, da tempo avevo riposto le armi forse anche da troppo, era come se il loro peso mi mancasse. Mi alzai con tranquillità dalla sedia andando verso la mia camera, verso il letto, sotto al  materasso trovai la scatola di mogano che cercavo, quando la presi in mano vidi che si era formato uno strato di polvere. Aprii la scatola con impazienza, quando vidi il contenuto sentii l'adrenalina scorrermi nelle vene, presi uno dei due pugnali e lo rigirai fra le mani, il peso mi era familiare come se fosse la continuazione del mio braccio. 

lanciai con forza il pugnale che andò a incastrarsi nella porta

- Scar, eh...interessante-

Il pericolo di sognareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora