capitolo 55

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Mi fiondai fra le braccia della mia migliore amica in lacrime, ero così felice di vederla anche se non capivo come mai fosse qui, non aveva l'aria di essere stata rinchiusa per chissà quante settimane, anche se aveva delle pesanti occhiaie sotto agli occhi sembrava stare bene. Quando mi strinsi fra le sue braccia sentii il suo solito profumo, una fragranza di viole, che mi ricordò i vecchi tempi, quando eravamo spensierate a scuola o mentre percorrevamo la strada verso la fermata dell'autobus...ma questi ricordi, non sono i miei, io ho sempre preso lezioni a casa, nel castello, con dei tutori speciali e cos'era un autobus. Mi allontanai di scatto da Althea, non era mia intenzione ferirla, ma una voce dentro di me mi gridava che era sbagliato. I miei ricordi e il mondo che mi circondava non coincidevano, guardai l'elfa, vidi il suo volto in un espressione preoccupata, l'avevo vista molte volte quell'espressione, soprattutto dietro un banco magari durante una verifica...

BASTA!

sentii le ginocchia cedermi e prima che me ne potessi accorgere ero seduta sull'erba morbida, la testa iniziò a pulsare così tanto che la vista si annebbiò e per un attimo tutto divenne buio.

la prima cosa che sentii fu un suono allo stesso tempo famigliare e fastidioso, BIP, BIP, BIP, dalla bocca mi uscii un lamento e contemporaneamente allungai il braccio verso il comodino per spegnere la sveglia. A fatica aprii gli occhi per guardare l'ora, 6:20 dovevo alzarmi, alla prima ora avrei avuto scienze, e la prof odiava i ritardatari. Dopo essermi alzata e vestita andai verso il mio zaino, vicino al comodino, solo a quel punto notai uno strano quaderno: non era diverso da tutti gli altri quaderni, anzi era abbastanza anonimo, ma in qualche modo la scritta sulla copertina non riuscivo a leggerla, come se non fosse  messa a fuoco. una voce attutita dalla porta distrasse la mia attenzione e frettolosamente infilai il quaderno nello zaino per poi dirigermi giù per le scale.

mi diressi velocemente in cucina consapevole del mio ritardo trovando il solito biglietto attaccato al tavolo lasciato da mia madre, presi in fretta un pezzo di pane e marmellata e corsi per prendere, in tempo, l'ultimo autobus. Miracolosamente arrivai in anticipo, non mi sorpresi quando, aperta la porta della mia classe, vidi una famigliare figura che contrastava con il buio della stanza, a causa della distanza non riuscivo a cogliere la fisionomia della figura, ma comunque sapevo benissimo chi fosse. Quando, però mi fui avvicinata mi paralizzai, il volto...era quello di Althea, identico, ma quello che mi sconvolse furono i suoi vestiti, portava una felpa verde militare larga e un paio di leggins, c'era qualcosa di stonato, in quel momento un immagine di Althea si sovrappose a quella che avevo davanti, erano identiche tranne per i vestiti, l'immagine ricreava l'elfa con addosso un bellissimo vestito azzurro... chiusi gli occhi allontanandomi di scatto, chi era la mia amica, chi delle due era quella vera? 

mi guardai intorno ma l'aula che prima mi sembrava così famigliare ora non lo era più, corsi fuori, in corridoio, anche lì tutto mi sembrava così famigliare ma allo stesso tempo estraneo.

basta ...basta...BASTA!

Aprii gli occhi di scatto, annaspando in cerca di aria, mi guardai intorno per capire dove fossi, all'inizio non riconobbi quel posto, ma subito dopo i ricordi della fuga mi tornarono in mente, ero all'interno di quella casetta nel bosco

... cosa ci facevo lì, stesa su un letto? i ricordi erano sfocati nella mia testa, ma quel sogno era ancora così vivido che al solo pensiero un brivido mi percorse tutta la schiena.

in quel momento sentii la porta spalancarsi e un Althea preoccupata precipitarsi nella stanza, alla sola vista la testa iniziò a esplodere di dolore, mi misi istintivamente una mano sulla fronte, che cosa mi stava succedendo...

-ehi, Elettra, non ti sei ancora ripresa, mi hai fatto prendere davvero un gran spavento quando sei svenuta, beh dovevi vedere Scar, era diventato pallidissimo, secondo me stava per avere un infarto...-

-Sono svenuta?- dissi debolmente

-si, non ricordi? probabilmente eri stremata, d'altronde sei stata rinchiusa nel castello per oltre un mese e..-

-un mese?!- esclamai incredula, non potevo crederci, ero stata per così tanto tempo imprigionata con quel farabutto di Dorlas - e gli altri? Dorlas mi aveva detto che aveva fatto tutti prigionieri compresa te... dove sono?- 

- Come puoi ben notare, io sono troppo furba per farmi catturare facilmente, per gli altri so che ha segregato tua madre, Zachiel e persino tutta la servitù nelle segrete, ma tranquilla, non siamo riusciti a liberarli ma ho molte spie infiltrare fra i seguaci di Dorlas e mi tengono informata su tutto. ora è meglio se riposi, ho mandato Scar da Marillie per prendere qualcosa per te, tornerà presto-

-Marillie?- era un nome da femmina quello, perchè lui doveva andare da queste Marillie... non sarò mica gelosa vero? io gelosa...ho proprio toccato il fondo.

-è un mia amica,tranquilla nessuno toccherà Scar- a quelle parole avvampai

-no, non è come credi, io lo odio io...io.....ah lasciamo stare. grazie Althea, grazie di tutto-

prima che potesse andarsene dissi in un sussurro - sei tu quella vera giusto?-

-hai detto qualcosa Elettra?-

-No, niente- quella risposta mi lasciò un sapore amaro

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pov. Dorlas

Preso da uno scatto d'ira lanciai tutto ciò che c'era sulla mia scrivania per terra 

-incompetenti, sono tutti degli incompetenti, come hanno potuta lasciar scappare la principessa! come possono essersi fatti sfuggire una ragazzina viziata! lei, quando l'avrò di nuovo fra le mie braccia, pagherà per la sua sfrontatezza e non avrò nessuna pietà nei suoi confronti, ha sbagliato a giocare con me, mi ha mentito e io odio i bugiardi e chi si crede così intelligente da aggirarmi con delle stupide parole dolci. Non capisce che è solo grazie alla mia clemenza che lei è ancora viva? dovrebbe solo essermi grata e obbedirmi con umiltà e invece, per ringraziarmi lei scappa, con il suo amato... se credono veramente che la loro piccola, ingenua storia d'amore possa essere felice e spensierata non sanno con chi hanno a che fare. Anche se ci volessero anni io sterminerò a uno a uno tutti i lori desideri, le loro ambizioni la loro speranza, finchè non capiranno chi è che comanda in questo mondo.

ma prima della mia vedetta ho bisogno di lei, la chiave per un potere più grande, un potere immenso che lei neanche immagina, con quello potrò non solo essere padrone di un mondo ma di ben due, allora si che sarò il più forte e allora tutti saranno sotto il mio comando.

stupida ragazzina, hai accettato di giocare con me, con il fuoco, dovresti sapere che chi gioca con il fuoco prima o poi si brucia.  Hai appena fatto la tua mossa, ora tocca a me fare la mia-

Il pericolo di sognareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora