Capitolo 8.

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*Il mattino dopo..*

Sto andando da Juliet e Warren.
Devo parlargli.
Non voglio che pensano qualcosa di sbagliato.
Io volevo solo proteggerli.
Nulla di più.
Invece è finito tutto in discussione.
E tutto perché non hanno capito.
Chiudo gli occhi concentrandomi e, appena li riapro, mi trovo fuori dalla porta della loro casa.
Almeno sono andata giusta ora.
Non sono finita in qualche altro luogo.
Qualche luogo dove rischio.
Metto la mano sulla porta e noto che è aperta.
Tiro un sospiro entrando e guardandomi intorno.
Spero che vogliono ascoltarmi.
Non voglio rimanere litigata con gli unici due migliori amici che ho.

Vado in cucina e noto Juliet che parla mentre Warren è sulla sua solita asse.
Lei si gira e, appena mi nota, trasforma il suo sorriso in un'espressione seria.
Mi tocco il braccio tirando un sospiro: "Posso parlarvi?"
Juliet rotea gli occhi incrociando le braccia: "Abbiamo già detto tutto."
Sbuffo allargando le braccia alzando la voce: "Maledizione, Juliet!! Avete capito male!! L'ho fatto per difendervi, perché non lo capite?!"
Warren dondola la gamba rimanendo seduto sospirando: "Io l'ho capito, lei no."
Juliet lo fissa poi rifissa me seria: "Io ho capito ma quando dico che qualcuna è mia amica, è mia amica. Se è in pericolo la aiuto al contrario tuo che per non rischiare non hai detto nulla."

Ancora questo fatto?
Insiste?
Roteo gli occhi e, appena sto per allungare una mano per toccarle la spalla, mi prende gettandomi a terra.
Sbatto a terra la schiena facendo una smorfia di dolore e vedo Warren scendere spalancando gli occhi: "Juliet, maledizione!!"
Lei mi guarda visibilmente nervosa stringendo i pugni: "Voglio che mi lascia in pace per un po', maledizione!! Il tempo che ci penso se perdonarla o meno, ma non lo capisce quindi penso che questo sia l'unico modo!!"
È seria?
Io voglio solo chiarire!
Mi alzo lentamente guardandola socchiudendo gli occhi: "Vabbene, principessina. Se tu non capisci le mie intenzioni, posso andare. Chiamami quando accendi il cervello."

Sto per andare via quando mi blocca dal polso.
Mi guarda fissa e, appena provo a concentrarmi per andar via, vedo che non funziona.
Maledizione!!
Mi ero dimenticata!!
Lei controlla i poteri degl'altri e toccandomi può bloccarmeli per un po'!!
Guardo Warren cercando di fargli capire che fare.
Voglio che chiama Charles.
Juliet quando si innervosisce troppo perde il controllo.
E può esagerare.
Non voglio che mi faccia male senza pensarci e che poi ci rimanga male.
Warren mi guarda annuendo per poi uscire velocemente dalla finestra.
Spero abbia capito.
Altrimenti sarà difficile calmarla.

(...)

*Alla Xavier School, poco dopo..*

Charles POV:

Sono con Erik fuori nel giardino che parliamo.
Felicity non l'ho per niente vista oggi.
Spero non si sia cacciata in qualche altro guaio.
Lui si appoggia al muretto incrociando le braccia: "Allora? Come va con la ragazza? Fa progressi?"
Sollevo le spalle facendo un sorriso: "Insomma. È difficile capire come aiutarla se non conosco il suo passato."
Erik sta per parlare quando sentiamo un rumore su un'albero.
Alzo lo sguardo e vedo un ragazzo biondo con delle ali bianche.
Chi è?
Com'è arrivato qui?
Erik e io ci fissiamo confusi poi rifissiamo lui.
Il ragazzo scende sul muretto guardandomi serio: "Salve, scusate l'interruzione ma Felicity ha bisogno di Charles.. Anche entrambi vanno bene."

Lo guardo confuso mettendo le mani nelle tasche dei pantaloni: "Dov'è Felicity? Che succede?"
Lui indica verso la mia macchina sospirando: "È una cosa lunga. Vi faccio strada, seguitemi."
Spero non sia in pericolo.
O almeno che non c'entra lo SHIELD.
Altrimenti sarebbe un problema.

(...)

Siamo arrivati dopo un'oretta fuori una casa.
Ci ha spiegato che devo calmare Juliet.
L'amica di Felicity.
Entriamo velocemente dalla porta e notiamo Felicity stesa a terra dolorante mentre l'amica sta andando verso di lei decisamente nervosa.
Maledizione.
Metto le dita vicino alle tempie guardandola attentamente.
Rilassati, calmati, Juliet.
Si ferma tornando in sé fissandosi intorno.
Nota Felicity e spalanca gli occhi iniziando a balbettare: "C-Cosa ho fatto?"
Warren va verso di lei mettendogli le mani sulle spalle sospirando: "Sai che quando ti innervosisci perdi il controllo.. Ed è successo mentre litigavate."

Vado verso di Felicity inginocchiandomi e mettendogli una mano sulla fronte.
Gira lo sguardo verso di me dolorante e faccio un sospiro: "Tranquilla, starai meglio, sei solo dolorante. Siamo venuti qui per te, io e Erik. Ora ti portiamo alla scuola, così ti riposi."
Lei annuisce e Erik viene verso di me aiutandomi a rialzarla.
Quando ho letto la mente di Juliet per rilassarla, ho visto che si è sentita in colpa.
A quanto pare perde il controllo quando si innervosisce troppo.
Non voleva farlo.

(...)

*La sera..*

Felicity POV:

Apro gli occhi e mi ritrovo in una specie di infermeria decisamente molto diversa.
Giro lo sguardo e noto tanti computer su delle scrivanie.
Mi sollevo sedendomi e mettendo una mano sulla fronte.
Mi esplode la testa.
C'è andata giù pesante, eh.
Dopo che Warren se n'è andato ha continuato a gridarmi diverse cose mentre mi teneva bloccata.
Era così furiosa che appena erano arrivati loro mi aveva lanciato a terra.
Non avere i poteri in quel momento è decisamente orrendo.
Già non li controllo.
Però non averli proprio è stato peggio.

Giro lo sguardo e noto Charles seduto su una sedia con un libro in mano.
Mi guardo intorno e lui, subito dopo, mi nota sorridendo: "Ben risvegliata, eh."
Faccio un sospiro mettendo le gambe giù dal letto rimanendo seduta: "Grazie per essere venuti. Juliet non avrebbe mai esagerato così però è tipo il suo lato negativo dei poteri: quando si innervosisce, esagera."
Lui annuisce toccandosi il collo chiudendo il libro: "Lo so, per rilassarla ho letto la mente e si sentiva in colpa."
Già.
Lo so.
È la mia migliore amica.
Ci è successo già che mentre litigavamo i suoi poteri erano impazziti.
Solo che di diverso questa volta c'è stato il suo bloccarmi momentaneamente i poteri.

Mi alzo aggiustandomi la canotta e poi fisso Charles: "Grazie per avermi aiutato."
Lui si alza dalla sedia fissandomi e sorridendo: "Tranquilla. Dovresti ringraziare anche il tuo amico mutante. Lui è venuto ad avvisarci."
Già.
Se non c'era Warren..
Di sicuro Charles non sarebbe venuto ad aiutarmi.
Non sapeva nemmeno dov'ero.
Faccio un sorriso e abbasso lo sguardo aggiustandomi un bracciale nero.

Rialzo lo sguardo e Charles mi guarda attentamente sospirando: "Approposito dei tuoi allenamenti, stavo parlando con Erik oggi.."
Lo guardo confuso interrompendolo: "C'è qualcosa che non va? Non vuoi più aiutarmi forse?"
Scuote la testa facendo un sorriso inclinando la testa leggermente di lato: "Nono, tranquilla, voglio ancora allenarti. È solo che.. devo saperne di più su di te per cercarti un pensiero felice che possa aiutarti."
Oh.
Ecco.
Immaginavo.
Alzo le spalle facendo un sorriso forzato: "Come ho già detto, non ho pensieri felici."
Lui annuisce facendo una piccola risata poi mi rifissa sorridendo: "Non posso dire che è vero se sei così misteriosa con me. Mi nascondi il tuo passato, non mi dici perché non dici a Ashley che sei la cugina e sei sempre così dura." infine gesticola con una mano: "Secondo me, devi fidarti un po' di più di me."

Mi fido di lui.
Il problema è che non mi piace il mio passato.
Non ho cose felici che mi possano aiutare.
Lo guardo attentamente nei suoi occhi blu sospirando: "Mi fido di te, sono io che non voglio mostrare il mio passato."
Lui annuisce e, appena sta per parlare, Hank entra guardandolo: "Charles, puoi aiutarmi un'attimo con una cosa?"
Charles annuisce sorridendo poi mi rifissa: "Ne parliamo domani, ora vai in camera e riposati."
Annuisco sorridendo leggermente e, appena esce, mi risiedo sul letto sospirando.

Charles ha ragione.
Non conosce nulla di me.
Lui si fida di me..
Come fa?
Io non mi fiderei di una persona così misteriosa come me.
Lui invece si fida.
E mi aiuta anche.
Non so che fare.
Tra Ashley che vuole scoprire se sono la cugina, lo SHIELD che mi cerca e i poteri che non riesco a prendere il controllo.
Forse mi toccherà dire a Charles del mio passato.
Penso sia l'unica soluzione, anche se non mi piace.

Mutant and Proud. //Charles XavierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora