Capitolo 14.

264 12 1
                                    

*una settimana dopo..*

Charles POV:

Ieri ho detto a Erik di avvisare Stark e venire entrambi qui oggi.
Per parlare della lettera trovata la settimana scorsa dalla madre di Felicity.
Dovrò evitare di dire precisamente le cose come stanno.
Dirò solo che ho trovato questa lettera per caso.
Non posso dire io a Ash che ha una cugina e spiegare tutto.
Già stanno entrambe male per quello che è successo.
Felicity è stata tutta questa settimana in camera.
Non se la sentiva nemmeno di allenarsi.
E non ha voluto nemmeno vedere Warren e Juliet.
Sono andato io personalmente ad avvisarli di quello che è successo.
La sera ogni tanto mandava Hank a chiamarmi.
E passavamo un po' di tempo insieme.

Non è per niente bello vederla così.
Lei è quella che stuzzica e si comporta da dura rispondendo anche a tutti.
Invece le sere che passavo da lei mi hanno fatto vedere un'altro lato di Felicity.
Il lato debole, dolce e insicuro.
Prendo dei fogli in mano insieme alla lettera sedendomi dietro la scrivania sospirando.
Prendo una penna in mano quando sento la porta aprirsi.
Ed ecco Erik e la figlia, Wanda.
Seguiti da Tony.
Solo lui.
Niente Ash.
Forse nemmeno lei sta molto bene per la zia.
Faccio cenno ai tre di sedersi e, dopo che hanno chiuso la porta, Erik e Tony si siedono di fronte a me.

Tony fa una smorfia aggiustandosi le maniche: "L'uomo magnetico qui ha detto che volevi parlarci. Purtroppo Ash ha avuto da fare, ma sono venuto io. Dicci tutto."
Erik rotea gli occhi senza dir nulla e faccio un leggero sorriso.
È interessante come Stark tra una battuta e l'altra arriva al punto.
Prendo la busta in mano indicandola: "Una settimana fa ho trovato questa."
Tony mi guarda confuso indicando verso di me: "Una lettera? Ci hai riunito per una lettera?"
Faccio una smorfia mettendo la lettera sulla scrivania aggiustandomi i capelli: "È una lettera che io avrei mandato a Felicity dieci anni fa per farla venire qui."

Erik si tocca il collo e, appena sta per parlare, Tony lo interrompe alzando una mano: "Un momento, toglimi questa curiosità.. Quella lettera l'hai trovata a casa della zia di Ash?"
Ecco, immaginavo.
Ashley non c'è.
Quindi potrei dirlo a Tony.
E gli dico di non dire nulla e che ci sta pensando già Felicity a quando dirglielo.
Faccio una smorfia annuendo e lui allarga le braccia sorridendo: "Almeno so che chi è entrata in casa mia diverse volte non è una sconosciuta."
Faccio un leggero sorriso e Erik sospira muovendo una mano: "Questo non spiega come mai Charles si è dimenticato di quella lettera. Lui ricorda sempre tutto."

Già.
Forse ho capito però.
Sto per parlare ma Wanda mi interrompe mettendo una mano sotto il suo mento: "E se fosse falsa? C'era una guardia lì, no? Potrebbe averla messa lui la lettera lì per confondervi."
Scuoto la testa prendendo la lettera da dentro la busta: "Sulla lettera c'è la mia firma." poi passo prendo un'altro foglio passando entrambe le cose a loro: "E su questo foglio che Hank mi ha portato, riguardante dieci anni fa, c'è il nome di Felicity scritto sopra. Quindi è autentica."
Tony prende i fogli facendo una smorfia togliendosi gli occhiali da sole: "Penso che allora scopriremo subito come l'hai dimentic.."
Non finisce di parlare che lo interrompo alzandomi e incrociando le braccia: "Non c'è bisogno, forse ho capito."

I tre si guardano tra di loro inizialmente per poi guardare me senza aprir bocca.
Mi siedo sul divano poggiando un gomito sul ginocchio riprendendo a parlare: "Dieci anni fa ho mandato lettere a diversi mutanti. L'avrò mandata anche a casa di Felicity e, non avendo avuto nessuna risposta, avrò pensato che forse non aveva bisogno di me.."
Wanda si siede anche lei sul divano interrompendomi e continuando a parlare capendo subito: "Quando invece è stata la madre a non volerla mandare."
Annuisco per poi mettere le mani in faccia sospirando: "E non so come Felicity la prenderà tutto questo. Sapere che l'unico che la sta aiutando, dieci anni prima non si è fatto vivo e ha lasciato subito perdere il tutto tanto da dimenticarsene."

Erik alza un sopracciglio poggiando il suo mento su una mano: "Devi dirglielo però. Parlargli oggi e scoprirai che ne pensa."
Ha ragione.
Devo parlarne con lei.
Non sono tipo che nasconde le cose.
Apparte il fatto che Felicity è la cugina di Ash.
Quello lo nascondo perché non è mio compito dirlo a Ashley.
Ma questa volta è il mio compito dire a Felicity tutto.

(...)

*Qualche ora dopo, quella sera..*

Busso alla porta della stanza di Felicity.
È il momento.
Devo parlarne.
Sento dire da dentro 'avanti' e apro subito la porta, chiudendola dopo essere entrato.
Ed eccola seduta sul letto a gambe incrociate con un libro in mano.
Gira lo sguardo su di me facendo un leggero sorriso: "Ehy, Charles."
Mi siedo accanto a lei ricambiando il sorriso: "Ehy, tutto ok?"
Solleva le spalle rimanendo inizialmente in silenzio poi solleva il libro: "Leggevo un libro che ho trovato in giro, almeno distraggo la mente."

Annuisco e, subito dopo, mi tocco il collo facendo una smorfia: "Devo parlarti."
Gira lo sguardo su di me inizialmente seria poi confusa: "È successo qualcos'altro?"
Scuoto la testa facendo un sorrisino forzato: "Nono, cioè si.. Ma nulla di grave."
Lei continua a fissarmi senza capire e tiro fuori la lettera dalla giacca passandogliela riprendendo a parlare: "Ho trovato la settimana scorsa questa lettera a casa tua. È una lettera che io mandai dieci anni fa per farti venire qui."
La prende in mano senza aprir bocca e tiro un sospiro finendo di parlare: "Non mi ricordavo di averla mandata, ma controllando dei fogli è autentica, l'ho mandata io."
Ed ecco il silenzio.
Wow.
Probabilmente avrà mille domande da fare.
Ma non sa nemmeno da dove iniziare.

L'appoggia sul letto tenendo lo sguardo fisso sulla lettera: "È di dieci anni fa? Già mi conoscevi?"
Mi alzo dal letto appoggiandomi al bordo sospirando: "Probabilmente è stato quando mandavo le lettere. Avrò sentito che in quella casa c'era una mutante e ho mandato. Ma non sapevo che passavi quindi non ho insistito e questa cosa mi dispiace. Probabilmente se insistevo a quest'ora avevi già il controllo dei poteri."
Ed è vero.
Le cose sarebbero state diverse.
L'avrei aiutata già tempo fa.
E ora non avrebbe avuto tutti questi problemi.
Si alza dal letto raggiungendomi e mettendosi di fronte a me senza dir nulla.
La guardo in silenzio e lei fa un sorrisino: "Non devi dispiacerti, non lo sapevi. Ma sapere che almeno qualcuno sapeva della mia esistenza già da tempo fa, mi fa felice. E anche se fosse quello che non hai fatto dieci anni fa, lo stai facendo ora e anche di più."

La guardo facendo un sorriso toccandogli la spalla: "A quanto pare era destino che dovevo aiutarti."
Mi guarda in silenzio sorridendo e annuendo.
Sono contento che l'ha presa bene.
Pensavo si sarebbe innervosita.
Invece no.
La continuo a fissare e lei mi abbraccia appoggiando la testa sulla mia spalla.
Ricambio toccandogli la testa e facendo un sorrisino.
Rimane appoggiata sospirando: "Grazie per tutto. Per essere venuto qui ogni sera durante questa settimana e per quello che fai."
Gli tocco con l'altra mano la spalla scuotendo leggermente la testa: "Lo faccio con piacere. Non voglio vederti così."

Alza la testa dalla mia spalla guardandomi a poca distanza e sorridendomi.
Ricambio il sorriso toccandogli la guancia e, appena sto per parlare, lei si avvicina baciandomi subito dopo.
Rimango inizialmente sorpreso per poi ricambiare toccando la sua guancia.
Continua a baciarmi mettendo una mano dietro al mio collo.
È strano.
Non me l'aspettavo.
E di sicuro non so nemmeno che pensare adesso.

Ci stacchiamo dopo un po' e lei indietreggia tornando in sé.
Mi aggiusto i capelli indicando verso la porta sorridendo: "Ora dovrei.. andare. Devo vedermi con Hank per parlare di una cosa."
Lei annuisce mettendo le mani nelle tasche dei suoi pantaloncini.
Vado verso di lei lasciandogli un bacio sulla guancia per poi raggiungere la porta e uscire.
Tiro un sospiro infine riprendo a camminare verso il mio ufficio.

Lo ripeto, è stato strano.
Quel bacio mi ha decisamente confuso.
Probabilmente è stato d'istinto.
È stata trasportata dal momento.
O non lo so.
Di sicuro dovremmo parlarne.
Non vorrei che lei ora pensa che prenderò le distanze o altro per il bacio.
Non lo farei mai.
Anche perché non mi ha dispiaciuto o dato fastidio.
Probabilmente mi ero fatto prendere dal momento anch'io.
Ora devo però è meglio se penso a che fare domani.
Devo rivedere Erik e Wanda per dirgli com'è andata la parlata con Felicity.
Evitando di dire la parte finale ovviamente.

Mutant and Proud. //Charles XavierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora