Capitolo 20.

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È pomeriggio.
E sono fuori dalla scuola.
Stamattina ho ripensato a mia madre.
E ripensando a lei mi è venuto in mente mio padre.
Non l'ho per niente visto.
Non so nemmeno se sa di mia madre.
Se provo a leggerli la mente, non ci riesco.
I miei poteri ancora devo controllarli per bene.
Quindi ho preso una decisione.
Potrebbe non essere la migliore.
Ma è l'unica che mi viene in mente.
Devo andare a cercare mio padre.
Ma non andrò da sola.
E non posso e non voglio far venire Charles con me.
Ha da tenere a bada della scuola.
Dei mutanti.
E non voglio metterlo più in pericolo di come già non lo è aiutandomi.

Quindi stamattina ho chiesto a Erik.
È stato un po' titubante.
Ma ha accettato.
Verrà lui con me.
Anche se mi odia probabilmente, sono felice che mi vuole aiutare.
Gli ho spiegato tutto del come mai non ho chiesto a Charles.
Ha capito e mi ha dato ragione.
Strano ma vero.
Mi aggiusto la giacca di pelle sospirando guardandomi intorno.
Non so che fine ha fatto Erik.
Sento dei passi venire da dietro di me e mi giro leggermente.
Eccolo finalmente.
Si ferma di fronte a me mettendo le mani nelle tasche: "Allora, andiamo. Prima troviamo tuo padre e prima torniamo."

Annuisco alzandomi il cappuccio e iniziando a camminare verso l'uscita della scuola con Erik.
Tiro un sospiro mettendo le mani nelle tasche e lui gira lo sguardo su di me: "Hai avvisato Charles?"
Annuisco ricambiando lo sguardo: "Gli ho lasciato una piccola lettera. Tanto mancheremo poco, no?"
Lui solleva le spalle spostando l'attenzione avanti a sé: "Lo spero."
Già.
Lo spero anch'io.
Spero non passa tanto tempo.
Altrimenti questo sarà il momento che Charles non mi perdonerà più.

(...)

*La sera, alla Stark Tower..*

Charles POV:

Sono seduto in salotto che aspetto Tony.
Sta finendo di parlare con Steve di alcune cose.
E mi ha detto di aspettare qui.
Già che ci sono potrei leggere una cosa che ho trovato sulla mia scrivania nel mio ufficio.
Prendo la lettera in mano e, appena sto per aprirla, vedo arrivare Tony.
Faccio un sorriso fermandomi e incrociando le braccia e lui indica il telefono: "È difficile star dietro a ogni cosa che dicono gli altri Avengers."
Metto la lettera in tasca alzandomi e sorridendo: "Beh, vuoi provare a star dietro una scuola intera di mutanti?"

Si posiziona dietro un bancone prendendo una bottiglia di whiskey e due bicchierini.
Solleva lo sguardo su di me facendo una smorfia: "No, grazie. Mi tengo gli Avengers."
Lo raggiungo appoggiandomi al bancone e lui versa un po' dentro i bicchieri passando uno a me.
È stranamente felice.
Cioè, è il solito Stark, ma lo sento felice.
Prendo il bicchiere in mano alzando un sopracciglio: "Allora, questa felicità? Steve ti ha dato una bella notizia?"
Lui scuote la testa bevendo un sorso per poi riappoggiare il bicchiere sul bancone: "Si tratta di me e di Ashley e che, finalmente, potremmo iniziare una vita normale."

Lo guardo in silenzio non capendo e lui riprende a parlare muovendo una mano: "Vogliamo provare ad avere una famiglia come si deve."
Wow.
Sono felice per loro, veramente.
È una bella notizia.
Faccio un sorriso alzando le sopracciglia: "Wow, complimenti. Sono contento per voi."
Lui fa un sorriso per poi riprende il bicchiere in mano cambiando argomento: "E tu e Felicity?"
Sto per bere un sorso quando mi fermo di scatto: "Eh?"
Lui fa il giro del bancone raggiungendomi e muovendo una mano: "Come vanno gli allenamenti e tutto."
Oh, intendeva questo.
Ora che mi ci fa pensare non ho visto per niente Felicity oggi.

Sollevo le spalle tirando un sospiro: "Bene, si sta impegnando e sta iniziando a imparare."
Sta per parlare quando sentiamo suonare alla porta.
Appoggia il bicchiere dietro di sé sul bancone e poi si incammina verso la porta.
Prendo la lettera in mano curioso appoggiando anch'io il bicchiere sul bancone.
La giro vedendo cos'è e leggo scritto "Da Felicity."
La apro sospirando e inizio a leggere:

"Charles, scusa se non te l'ho detto di persona.
Ma sono andata a cercare mio padre.
Tranquillo, non sarò sola.
Erik è con me.
Tornerò subito appena lo troverò, non preoccuparti.
Ci vediamo presto, Felicity."

È andata via a cercare il padre.
Con Erik.
Perché non lo ha chiesto a me?
Potevo benissimo aiutarla.
Vedo arrivare Tony con Ashley e, appena chiudo la lettera, lui mi guarda confuso: "Cos'è quella faccia?"
Allungo la lettera senza dir nulla verso di lui.
La prende in mano aprendola e iniziando a leggere.

Dopo qualche secondo, Tony mi guarda serio.
Sollevo le spalle riprendendo il bicchiere e bevendo un sorso.
Ashley ci guarda confusa incrociando le braccia: "Che succede?"
Tony sposta l'attenzione su di lei tirando un sospiro: "Felicity è andata via a cercare il padre."
Lei rimane inizialmente in silenzio per poi indicarmi: "Vabbè, Charles, ma tu puoi leggergli la mente, no? Così sai dov'è di preciso."

Sto per parlare quando sentiamo qualcuno venire verso di noi.
Giro lo sguardo e noto Warren entrare dalla vetrata che porta alla rampa.
Ci guarda tutt'e tre mettendo le mani sui fianchi: "Non puoi, Charles."
Faccio una smorfia confuso muovendo una mano: "E perché no, scusa? Sono un telepate."
Lui abbassa lo sguardo toccandosi il collo: "Perché Felicity mi ha detto che non ti vuole nella sua mente. Non vuole che leggi dov'è o altro e troverà un modo per vietartelo se ci provi. E finisce dicendo che non è per cattiveria che lo fa."

Wow.
Non mi vuole proprio tra i piedi a quanto pare.
Ha pensato a tutto proprio.
Bene.
La faccio felice.
La lascio in pace a questo punto.
Mi risiedo sul divano mettendo una mano sulla faccia sospirando.
Tony si appoggia al bordo del divano toccandomi una spalla: "E se leggi la mente di Erik? Sono insieme, no?"
Mi alzo di scatto muovendo la mano facendo un sorriso forzato: "No, ascolta. Non leggerò mai più la mente di Erik. L'ho già fatto una volta e mi è bastato. Ora sto bene così senza sapere che pensa."
Ash allarga un braccio mettendosi accanto a Tony confusa: "E come vuoi sapere dov'è allora?"

Scuoto la testa alzando le spalle mettendo le mani nelle tasche: "Semplice, non lo saprò. Felicity lo ha fatto capire che non mi vuole tra i piedi e manterrò la sua parola. Non gli leggerò la mente, non cercherò di capire dov'è.. nulla. Tornerò alla scuola e penserò agl'altri mutanti che ho."
Warren fa dei passi verso di me per raggiungere: "Charles.."
Lo interrompo scuotendo la testa riprendendo la lettera in mano.
Mi giro incamminandomi verso la porta e uscendo dalla casa.
Guardo la lettera tirando un sospiro e strappandola subito dopo.

Non mi vuole in mezzo a questo fatto.
E io non voglio la lettera che me lo ricorda.
Ha scelto Erik.
Buon per lei.
Può essere il momento giusto che andranno d'accordo.
Ma io ora mi faccio da parte.
Non ho più niente da fare con lei.
È andata via a cercare il padre e mi ha vietato di leggergli la mente.
Bene.
Quando vuole tornare, tornerà.
Mentre io ora tornerò ad essere il professore che sono sempre stato.

Mutant and Proud. //Charles XavierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora