Capitolo 22.

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Sono passati due giorni da quando Erik e Felicity sono tornati.
Non ci ho parlato.
O, almeno, ho evitato.
Mi sono concentrato di più sull'essere il professore che ero prima.
Ho aiutato i mutanti più giovani.
E continuo ad aiutarli ovviamente.
Ho parlato con Wanda dato che era nervosa col padre.
Gli ho detto di chiarire.
Che alla fine è sempre suo padre.
E lei ha detto a me di chiarire con Erik e Felicity.
Perché uno è mio amico e l'altra, detto da lei, 'la ragazza che mi piace'.
Ha tirato da sola le conclusioni.
Buon per lei.
Ma ci sto pensando su che fare.

Prendo dei fogli in mano dalla scrivania quando sento delle voci fuori dalla porta.
Una è la voce di Raven.
L'altra penso di averla capita di chi è.
Apro le porte dell'ufficio serio e noto Raven parlare con, appunto, Erik.
I due girano lo sguardo notandomi e li guardo in silenzio.
Tiro un sospiro incrociando le braccia: "Che succede qui?"
Raven alza le sopracciglia indicando verso Erik: "Lui voleva entrare e io gli ho detto che hai da fare, dato che è vero, ma non vuole sentirmi."
Erik fa una smorfia scuotendo leggermente la testa: "Mystic-"
Ecco che lei lo interrompe alzando la voce: "Smettila di chiamarmi così!"
Continuano a gridarsi contro e, appena perdo finalmente la pazienza, alzo la voce interrompendoli: "Basta!!"

Mi guardano entrambi senza dir nulla e guardo Erik facendogli un cenno: "Avanti, entra e dimmi quello che devi dirmi perché ho da fare."
Entriamo in ufficio e Erik chiude le porte dietro di sé.
Mi siedo dietro la scrivania incrociando le braccia e lui si siede sul divano.
Ed ecco che cala per un po' il silenzio.
È decisamente stressante.
Nessuno dei due parla.
Alzo le sopracciglia ed ecco che lui inizia a parlare: "Sei ancora nervoso con me e Felicity, eh?"
Rimango in silenzio senza né confermare né altro e lui riprende a parlare sbuffando: "Charles, certo che avvolte vuoi essere testardo, eh? Ti ho cercato di dire anche ieri che lo abbiamo fatto per te."

Lui si alza dal divano alzando un sopracciglio serio appoggiando le mani sulla scrivania: "Questa cosa la porterai per le lunghe? Siamo tornati, maledizione, capisco essere nervoso ancora ci mettevamo in pericolo ma-"
Lo interrompo alzando le sopracciglia tenendo le braccia incrociate: "Tutt'e due mi avete allontanato per undici mesi e pensavi che tornati qui sarebbe tornato tutto normale?"
Erik scuote la testa allargando le braccia girandosi e ignorando la mia domanda: "Niente, non vuoi ascoltare allora."
Mi alzo dalla sedia riprendendo i fogli in mano sbuffando.
Se dobbiamo discutere preferisco uscire e andare a fare lezione.

Sto per andare verso la porta e mi blocca dal braccio girandomi.
Mi giro facendogli mollare la presa e lui mi guarda fisso serio: "Se ci tenevi tanto a sapere dov'eravamo, potevi leggere la mia mente dato che Felicity ti aveva chiesto di non farlo, no? Non io."
Gli indico la testa facendo un smorfia decisamente dal nervoso: "Ascolta, ho già detto che non entrerò mai più in quella testa, forse non lo hai capito."

Mi incammino di nuovo verso la porta quando lui tira un sospiro: "Allora non eri veramente interessato."
Giro la testa guardandolo per poi fare un sorriso finto: "Erik, se vuoi portarla per le lunghe questa discussione o vuoi che finisca male, non è giornata."
Viene verso di me incrociando le braccia socchiudendo gli occhi: "Puoi avercela con me quanto vuoi, ma chiarite tu e lei. Ha perso la madre e ha perso il padre, non ha bisogno di perdere anche te."
Lo guardo in silenzio decisamente non sapendo che dire.

Quindi il padre lo ha trovato.
Ma è morto.
Decisamente mi sento uno schifo ora per come l'ho trattata.
Abbasso lo sguardo non dicendo ancora nulla e lui mi supera riprendendo a parlare: "Se vuoi parlargli fallo quando torna o domani. Ora è andata da Tony e Ash a fare una cosa che doveva fare da tempo. Dirgli la verità."
Mi tocco il collo tirando un sospiro e andando verso il divano per poi sedermi.

Wow.
Decisamente sono stato antipatico con lei.
Non sapevo che il padre non c'era più e l'ho trattata male.
Forse Erik ha ragione, stranamente.
Dovrò parlargli.

(...)

*Qualche ora dopo, a casa di Tony e Ashley..*

Felicity POV:

Busso alla porta tenendo una mano nella tasca della giacca.
Spero che non mi manda male Ash.
Dopo avergli detto chi sono.
Non voglio discutere anche con lei.
Già sto male per Charles.
Non ho bisogno di aggiungere anche mia cugina.
Si apre la porta e noto Tony con la neonata in braccio.
Faccio un leggero sorriso e lui fa una smorfia confuso: "Felicity, che ci fai qui?"
Sollevo le spalle sorridendo ancora forzatamente: "Voglio parlare con Ashley, se c'è."
Mi guarda serio e, subito dopo, alza un sopracciglio: "È di quello che penso?"
Entro in casa superandolo e guardandomi intorno tornando seria: "Dipende cosa pensi tu."

Lo sento chiudere la porta e raggiungermi.
Mi giro mettendo le mani sui fianchi e lui si siede sul divano: "Io so solo una cosa su di te e mi basta, lo sai,quindi è quello."
Mi siedo sul divano di fronte a lui allargando le braccia: "Allora è quello."
Continua a fissarmi, abbassando dopo un po' lo sguardo: "Sei sicura di volerglielo dire?"
Appoggio i gomiti sulle mie ginocchia fissando il pavimento: "Ho perso i miei genitori e l'unico che mi aiutava non vuole nemmeno vedermi in foto.." infine riguardo Tony annuendo: "Quindi si, sono sicura."
Rimane un po' in silenzio per poi alzarsi andando verso una porta: "Okay, tanto in questa casa non c'è mai della tranquillità ormai."

Torna dopo qualche minuto senza la figlia ma con Ashley.
È il momento.
Spero vada tutto bene.
Che non mi manda male.
O che, peggio, non inizia mi odiarmi.
Si siede di fronte a me con Tony non capendo decisamente che succede: "Mi devo preoccupare forse? Che avete?"
Tony fa un sorriso indicando verso di me: "Niente, vuole solo parlarti. Sperando non volano coltelli subito dopo."
Ash fa un sorriso confusa alzando le spalle: "Perché dovrebbe succede?" poi sposta l'attenzione su di me.

Tiro un sospiro chiudendo gli occhi per farmi coraggio.
Riapro gli occhi appoggiando il mento su una mano: "Ash, devo dirti una cosa importante e, ti prego, non odiarmi."
Rimane in silenzio annuendo leggermente e abbasso lo sguardo: "Sono tua cugina."
Ed ecco il silenzio.
Nessun 'Eh?'.
Nessun 'Cosa?'.
E nessun 'È uno scherzo?'.
Niente di niente.
Si alza dal divano andando verso la finestra guardando fuori.
Non so cosa stia pensando.
E anche se voglio leggergli la mente, non controllo ancora quel potere.
Quindi sarebbe inutile.

Batto ripetutamente il piede a terra sbuffando leggermente.
Tony allarga le braccia alzandosi e andando verso la sua fidanzata: "Sembra che l'hai presa.. Bene? Male? Entrambe?"
Ash si gira verso di me guardandomi seria: "Chi lo sapeva?"
Ed ecco la vera domanda.
Maledizione.
Non voglio mentire.
Sono stanca di nascondergli le cose.
Alzo una mano portando il conto per ogni nome: "Charles, Erik, probabilmente anche Wanda e di sicuro Steve.." poi sposto l'attenzione su Tony.
Lui abbassa lo sguardo alzando leggermente la mano: "Anch'io e tuo fratello. Siamo colpevoli."

Ash sta per parlare ma mi alzo interrompendola: "Non prendertela con lui. Gli ho detto io non dirtelo perché volevo farlo io."
Lei mi guarda ancora seria incrociando le braccia: "E perché non me lo hai detto prima?"
La guardo iniziando a gesticolare e iniziando a sfogarmi: "Perché avevo paura che potevi odiarmi per il fatto che sono una mutante e ho ancora ora questa paura. Poi ho sperato che mia madre.. Tua zia, te lo avrebbe detto quando eravamo andate da lei.. Ma si è ritrovata uccisa. Ho sperato in questi undici mesi di ritrovare mio padre così te lo confermava lui.. Ma è morto anche lui.." poi poggio una mano sul viso: "E l'unico che poteva essere qui, a calmarmi un po' e a confermarti questa mia paura, ora non mi vuole nemmeno vedere."

Viene verso di me guardandomi in silenzio per poi abbracciarmi.
Rimango immobile sorpresa e, subito dopo, ricambio lentamente l'abbraccio chiudendo gli occhi.
Si stacca dopo un po' facendomi un sorrisino: "Posso capirti. Avrei avuto anch'io questa paura. Ma non preoccuparti, non ti odio."
Faccio un sorrisino e lei tiene le mani sulle mie spalle.

Sono contenta di essermi sfogata con lei.
E che mi abbia capito.
Non riuscivo più a tenermi tutto questo dentro.
Sono felice che è stata a sentirmi.
E che non mi odia.
Spero ora di chiarire presto anche con Charles.
Ho guadagnato una cugina, ma non voglio perdere lui.
Mi è sempre stato vicino.
E mi farebbe star male perderlo.

Mutant and Proud. //Charles XavierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora