23. Che senso aveva tutto il resto?

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"Io che ti sto vivendo e mi chiedo per l'ennesima volta che vita ho vissuto fino ad ora, senza tutto questo

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"Io che ti sto vivendo e mi chiedo per l'ennesima volta che vita ho vissuto fino ad ora, senza tutto questo."
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Isabelle e Nichole avevano deciso di passare un pomeriggio tra amiche, una pizza, un bel film e tante, tante, cose da raccontarsi.
Ultimamente avevano passato poco tempo insieme, a causa degli impegni accademici, o dal tempo passato una insieme a Manuel, l'altra con Harry. Ma adesso avevano tutta la voglia di recuperare e raccontarsi ogni dettaglio.
«Allora, dimmi tutto! Sei sparita per due giorni, che diavolo avete fatto?» esclamò Nichole.
Isabelle e Harry, dopo quello che era successo, dopo aver fatto l'amore una notte intera e dopo che lui le aveva confessato di amarla, si erano presi del tempo per loro. Avevano spento i cellulari, abbandonato ogni libro e gli studi, chiuso fuori il mondo esterno, rintanati nell'appartamento di Isabelle, nudi quasi sempre, lontani da una realtà che sembrava troppo finta accanto al sogno che stavano vivendo.
Avevano scelto di godersi il loro legame in solitudine perché per troppo tempo l'avevano condiviso con gli altri e tutti avevano già capito cosa ci fosse tra loro due, tranne che i diretti interessati.
Avevano voluto viversi senza tener conto di nessuno. Solo Isabelle di Harry e Harry di Isabelle.
Poi erano tornati alla vita reale, si erano rivestiti e salutati con un bacio, nonostante non riuscissero a pensare ad altro se non al momento in cui si sarebbero rivisti.
Ormai non aveva più senso fingere che non stavano nella pelle di guardarsi negli occhi, o di sfiorarsi casualmente le mani.
«Siamo stati due giorni a fare avanti e indietro tra il letto e il divano. Non avevamo voglia di fare nient'altro se non abbracciarci e fare l'amore», disse Isabelle, entusiasta.
Nichole sorrise e agitò le sopracciglia con fare malizioso.
«Quindi non avete provato ad uccidervi tutto il tempo, proprio come sembravate fare negli ultimi giorni?»
«All'inizio sì, lui è venuto qui cercando di scusarsi per aver messo le mani addosso a Ronnie, poi abbiamo iniziato a litigare ancora e alla fine io gli ho detto di andare via. Non immagini neanche in quanti pezzi il mio cuore si è distrutto quando l'ho visto uscire senza dirmi nient'altro», Isabelle si confidò con l'amica.
Ricordava ancora la terribile sensazione provata nel vederlo uscire dalla porta di casa sua, chiudergli contro la porta, senza il minimo di esitazione. Vederlo fuggire via come se non avesse importanza il fatto che ciò che li aveva sempre legati fino a quel momento si era sgretolato, perdendosi nel nulla.
«E invece poi è tornato», aggiunse infine Bel, con un sorriso splendido sul viso.
Gli occhi le brillavano ancora nel ricordare ciò che lui le aveva detto.
«Mi sono innamorato di te e non ti lascerò andare. E non so per quale motivo io mi ostini a voler nascondere ciò che provo, ma la verità è questa e non posso più scappare.» Quelle parole erano vivide e chiare, limpide e bellissime, nella sua mente. Isabelle, non aveva mai sentito suono più dolce di quello della voce di Harry mentre le diceva di amarla con tutta quella naturalezza.
«E com'è stato perdere la verginità con il proprio migliore amico?» le chiese Nichole in modo sfrontato.
Isabelle non aveva esperienza in queste cose, oltre a non aver mai fatto l'amore con nessuno, non aveva mai nemmeno provato altre forme di piacere, come i preliminari, con altri ragazzi. Le uniche cose più intime a cui si era spinta erano semplici palpatine e baci più bagnati.
Però poteva dirlo che con Harry era stato pazzesco. Al di là della prima volta, non tenendo conto del dolore lancinante che si prova quando vieni violata in questo modo per la prima volta, pur con tutta la volontà con la quale si accetta tale intrusione; per il resto, fare l'amore con Harry era stato bellissimo. Perché poi non si erano fermati alla prima, ma c'era stata una seconda volta, una terza sul divano e persino una quarta nella doccia. D'altronde, erano rimasti due giorni interi a viversi dentro un appartamento dove nessuno avrebbe potuto disturbarli, perché la solitudine di Isabelle in quel caso, gli era stata molto a favore. Avevano solo sentito suonare alla porta un paio di volte, ma avevano ignorato chiunque fosse senza troppi giri di parole.
«Può essere qualcuno di importante?» aveva chiesto Harry quando avevano sentito bussare la prima volta.
La sua bocca, in quel momento, si stava impegnando a toccare ogni dettaglio sulla schiena di Isabelle, mentre lei se ne stava distesa a pancia in giù sul suo letto, con le braccia sotto la testa, la guancia schiacciata sul cuscino e gli occhi chiusi.
«Considerando che tu sei qui e che Nichole ha mandato l'ultimo messaggio ore fa dicendomi che aveva capito e che non avrebbe più disturbato, no, direi che non può essere qualcuno di importante», aveva risposto.
E Harry aveva sorriso. La sua bocca aveva continuato a baciarla e le sue mani si erano allungate verso punti delicati del corpo di Isabelle.
Avevano chiuso gli occhi, avevano chiuso con il mondo all'esterno di quelle mura.
La seconda volta che avevano bussato, invece, erano stati troppo impegnati a fare l'amore dentro la doccia per poter anche solo prendere in considerazione l'idea di aprire.
«Continua», lei l'aveva supplicato quando si era fermato nei suoi movimenti non appena avevano bussato, «Harry, continua, ti prego», aveva ripetuto.
Ma lui si stava godendo così lentamente quel legame e aveva sorriso alle sue richieste.
«Hanno bussato ancora», le aveva detto con voce smorzata.
Aveva stretto gli occhi e mosso il bacino, trattenendo un sospiro mentre riprendeva a muoversi piano. Isabelle invece si era lasciata andare e aveva dato voce al suo piacere.
Entrambi avevano sorriso alla fine perché chiunque ci fosse stato dietro quella porta aveva avuto modo di capire per quale motivo nessuno gli stesse aprendo.
«Praticamente avete fatto sesso come due conigli», disse Nichole quando Isabelle finì di raccontarle in linea molto generale ciò che avevano fatto in due giorni e come era stato fare l'amore con lui.
L'amica rise, scuotendo il capo.
«Siamo stati due giorni qua dentro e dovevamo recuperare un po' di tempo perduto!» rise, Isabelle.
«Sì, effettivamente hai ragione», aveva annuito Nichole.
Avevano dovuto recuperare tutto quel tempo che avevano passato a respingersi piuttosto che ad amarsi.
«Adesso quindi state insieme?»
Isabelle ci pensò su.
Non si erano dati un'etichetta per definire ciò che erano. A dirla tutta, avevano parlato di ogni cosa, tranne di come le cose si sarebbero svolte da quel momento in poi. Isabelle non gli aveva neanche detto a voce aperta di amarlo. Gliel'aveva lasciato intuire con i gesti, con i baci, con la voglia intensa di averlo vicino, ma non lo aveva detto a voce alta. Non l'aveva fatto per paura, perché dire parole simili la spaventava più di provarle e voleva prendersi il suo tempo, nonostante tra i due, lei fosse stata proprio la prima a capire di provare dei sentimenti più profondi dell'affetto che può legare due amici. Aveva bisogno di metabolizzare la cosa, prima di aprire definitivamente il suo cuore ed arrivare ad un punto di non ritorno.
Harry non le aveva chiesto niente al riguardo, l'aveva sentita come mai prima di allora, non serviva chiederglielo, non in quel momento.
«Credi di sì», rispose Isabelle alla domanda dell'amica.
Quest'ultima aggrottò la fronte, «Credi? Non ne avete parlato?»
«No, non ce n'è stato bisogno.»
Lui aveva inciso il suo possesso su di lei fondendosi al suo corpo e dicendole che da quel momento in poi poteva essere solo lui a toccarla, sia in senso materiale che in quello figurativo.
«Sono felice per te», disse Nichole sinceramente e Isabelle le sorrise.
«Adesso dimmi di te! Come va con Manuel?» cambiarono argomento.
L'amica le raccontò che andava bene, che lui invece le aveva chiesto di provarci, di vedere se funzionava e ci stavano tentando sul serio. Nessuno avrebbe mai immaginato Manuel impegnato in una relazione seria, ma con Nichole sembrava intenzionato a non sbagliare. Harry l'aveva sempre detto che prima o poi anche lui avrebbe trovato qualcuno capace di fargli perdere la testa, solo che nessuno si era immaginato che quel qualcuno fosse proprio Nichole. Ma era successo senza che neanche se ne rendessero conto: prima il pranzo da soli quando, dopo essere stati a teatro, Isabelle e Harry se ne erano andati; poi un invito a cena alquanto strano, qualche sguardo troppo intenso, un bacio ancora più confuso e alla fine la voglia di rifarlo. Era successo, contro le aspettative di tutti, e loro erano felici.
Non c'era niente che andasse storto, né a Nichole, né a Isabelle, in quel periodo.

Il rumore del silenzio [HS]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora