"Insieme, anche da deleteri, si sarebbero amati ogni giorno di più."
-Isabelle teneva Harry per mano, mentre lo guidava sulle scale verso il suo appartamento. Non si erano detti molto dopo quelle parole sul marciapiede, ma con gli occhi si stavano scambiando il mondo.
Non appena si trovarono davanti la porta di casa della ragazza e mentre lei cercava di aprirla, Harry le accarezzò il collo con la punta delle dita, prima di chinarsi per lasciarle un bacio leggero che le fece ricoprire il corpo di brividi. Strinse per un attimo le chiavi tra le dita, sussurrando il nome del ragazzo quasi fosse una supplica.
Le mani di Harry scesero fino a quelle di Isabelle, stringendo più i loro corpi insieme ed aiutandola con le chiavi. L'atmosfera si stava riscaldando, ma non serviva altro per capire che volevano entrambi fare l'amore.
Non appena furono dentro l'appartamento, Harry la fece girare, guardandola dritta negli occhi.
«Non mi hai dato nemmeno un bacio. Stavi per lasciarmi, anche quando hai promesso che non l'avresti fatto e poi nemmeno un bacio di scuse», le disse a bassa voce, scherzando.
Isabelle lo guardò incantata e con le palpitazioni a mille. Riusciva a percepire una tensione tagliente da far male. Non si era mai sentita tanto emozionata di fare l'amore con lui.
«Mi baci, o no?»
Isabelle si alzò sulle punte dei piedi per raggiungere il viso del ragazzo e lasciare incontrare le loro bocche in un bacio caldo e bagnato. Ne avevano sperimentati di baci bollenti, ma quello era sicuramente in cima rispetto a tutti gli altri.
Le mani di Harry raggiunsero subito i fianchi esili della ragazza, poi salirono la schiena e arrivano alle spalle, dove cercarono di tirar giù il giubbotto che la copriva.
Lei fece lo stesso e pochi secondi dopo entrambe le giacche erano state lasciate cadere a terra senza troppi indugi.
Le dita di Harry allora continuarono ad accarezzarla, a salire sulla schiena, a farsi strada sotto il tessuto spesso del maglione che stava indossando, descrivendo con le dita la pelle della ragazza.
Isabelle chiuse gli occhi quando con la mano lui raggiunse le spalle ed appiattì il palmo per stringerla a sé. Non riusciva a collegare molto i pensieri per poter realizzare ciò che stava accadendo; e non era affatto la prima volta che stavano per fare l'amore, non era la prima volta che si trovavano tanto vicini ed in atteggiamenti così intimi, ma era la prima volta che lo facevano dopo essersi detti entrambi ti amo. Avevano litigato, si erano allontanati, rincorsi tra di loro e alla fine, si stavano guardando, immobili ancora al centro del salotto, con gli occhi incastrati ed i respiri accelerati, quasi quanto i battiti dei loro cuori.
Harry le portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e Isabelle si appoggiò al palmo della sua mano chiudendo gli occhi. Si stavano godendo entrambi ogni attimo di quel momento che avrebbero voluto fosse eterno. Ma sapevano che anche se eterno non lo sarebbe mai stato, ne avrebbero creati altri mille di questi. Insieme, anche da deleteri, si sarebbero amati ogni giorno di più.
Harry l'aiutò a sfilarsi il maglione, mentre continuavano a guardarsi negli occhi; Isabelle accarezzò allora le spalle del ragazzo, avvicinandosi di un passo e premendo le dita sulla sua nuca per poterlo così spingere ad avvicinarsi a lei e baciarlo sul collo. Ma quel contatto non durò a lungo poiché anche il maglione che copriva il petto del ragazzo, venne tirato via così da lasciare quella parte del suo corpo scoperta a gli occhi di Bel; e lei ne colse ogni dettaglio: i tatuaggi che aveva accarezzato e baciato già altre volte, la sua pelle calda, il suo odore.
Solo a quel punto i loro visi si avvicinarono e si concessero un altro bacio. Harry si aggrappò alle lunghe ciocche di Isabelle, la strinse a sé con un braccio, la toccò consapevole che tutto quello era suo, che lei era sua e non sarebbe mai stata di nessun altro. Lo sapevano entrambi, che anche fra un milione di anni, anche nel peggiore dei casi, lei sarebbe sempre stata sua, che inevitabilmente una parte della ragazza che stava baciando in quel momento sarebbe sempre rimasta con lui e per lui soltanto. Isabelle non sarebbe mai più stata di qualcuno come lo era di Harry.
E non importava. Niente aveva importanza se quella vita non la condivideva con lui.
Si spogliarono anche delle timidezze e tra un bacio e un altro raggiunsero il letto, dove Isabelle si distese e dove lui ricoprì il corpo esile della ragazza con il proprio.
«Hai ancora paura?» le sussurrò, mentre con una mano percorreva la sua gamba.
Partiva dalla caviglia e arrivava alla coscia, lentamente e con estrema delicatezza, sfiorandola e sentendola rabbrividire sotto la punta delle sue dita.
Isabelle chiuse gli occhi, inarcando la schiena e facendo così avvicinare ancor di più i loro corpi, un sospirò poi sfuggì dalle sue labbra. Tremava.
«Rispondimi», pretese la voce bassa di Harry.
Lei annuì.
Aveva paura, ne avrebbe sempre avuta. Paura di perderlo, paura di perdersi, di perdere quel loro.
Il ragazzo le morse il lobo dell'orecchio e dopodiché scese a baciarle il collo, le spalle, il seno. Lei immobile, travolta da un piacere che non riusciva a gestire e che si intensificava sempre di più nel suo petto e nel suo stomaco.
«Tu sei mia.»
I loro occhi incastrati insieme. Le loro mani aggrappati ai loro corpi. Si stringevano e si scambiavano paure e certezze.
Isabelle, dopo le parole del ragazzo, raccolse la sua grande mano per portarla sul suo petto e lasciarla appoggiare all'altezza del suo cuore, perché era questo a parlare per lei in quell'istante.
Harry le sorrise.
«Che voglia matta che ho di fare l'amore con te.»
Isabelle ricambiò quel sorriso.
«Anche io.»
E allora ripresero a baciarsi, a sfiorarsi il corpo più e più volte, toccandosi la pelle, marchiandosi con le labbra e con le dita. Le impronte del loro amore, della passione che gli stava offuscando la mente. Non riuscivano a pensare ad altro se non a ciò che li avrebbe resi una cosa soltanto da un momento all'altro; in passato si erano già desiderati, ma mai come allora.
Isabelle ribaltò le loro posizioni, sistemandosi a cavalcioni su di lui; sbottonò i jeans del ragazzo, aiutandolo a tirarli giù e dopodiché si abbassò per lasciare baci a bocca aperta dal collo fino ai fianchi stretti e marcati dai muscoli, del ragazzo. Quest'ultimo chiuse gli occhi e la lasciò fare, godendo di quelle attenzioni, senza mai fermarla.
Bel smise di baciarlo per sedersi sulle ginocchia e allungare la mano dietro la schiena per poter sganciare il reggiseno che la copriva. Harry fu più che contento di vederla prendere quell'iniziativa, quindi l'aiutò a sfilarlo più velocemente per poter così dedicare attenzioni alla parte di pelle adesso scoperta e particolarmente sensibile.
Si guardarono negli occhi per qualche minuto, poi si scambiarono un sorriso e tornarono a baciarsi in pochi secondi.
Il paradiso loro non lo sapevano com'era, ma se avessero dovuto immaginarlo, sarebbe stato proprio così: loro su un letto a baciarsi, ad amarsi e a volersi sempre di più. Le attenzioni, il tocco delicato, sfiorandosi intenzionalmente e toccandosi perché potevano, perché volevano.
In poco tempo anche gli ultimi indumenti che ricoprivano i loro corpi finirono a terra e solo un misero lenzuolo li ricoprì.
Isabelle circondò i fianchi di Harry con le gambe e lui trattenne il fiato a quel gesto: le loro intimità in contatto non gli permettevano di smettere di tremare. Il ragazzo appoggiò le mani ai lati della testa di Isabelle, mentre lei continuava a lasciargli languidi baci su e giù per il collo e sul petto; non era mai stata tanto desiderosa di toccare con la bocca quella pelle.
Si scambiarono un altro bacio ancora, rendendo sempre di più l'idea che si era imposta nella loro testa.
Harry si allontanò dal corpo della sua ragazza per poter recuperare il preservativo dal portafogli dentro la tasca dei suoi jeans, per poi tornare su di lei a baciarla.
Erano arrivati al punto che mancava tanto così, davvero poco, un solo movimento, prima di connettersi definitivamente, ma lui sembrava voler ritardare quel momento il più possibile; e si sa che l'attesa rende sempre le cose più belle. Si sfregava addosso a lei, la guardava gemere e chiudere gli occhi, pronta ad accoglierlo come non lo era mai stata, ma lui puntualmente si tirava indietro e invece la baciava.
La frustrazione di Isabelle era sempre più intensa.
«Smettila», borbottò, trattenendolo per la nuca e guardandolo negli occhi.
«E tu smettila di avere paura.»
Bel aggrottò la fronte, lasciando la presa su di lui e le sue mani scivolarono sul materasso.
«Non posso semplicemente smettere», sussurrò sincera, guardandolo negli occhi.
E allora Harry si chinò su di lei, muovendo i fianchi per legarli insieme finalmente.
Quell'azione la lasciò senza fiato e le fece scappare un suono acuto dalle labbra. Un legame atteso quanto desiderato.
«Puoi fidarti di me però.» le disse lui, tra un sospiro ed un altro.
Ma Isabelle di lui si fidava, ciecamente. Nella vita non era mai stata una persona fiduciosa, aveva difficoltà nel riuscire a riporre fiducia in qualcuno, eppure con Harry questo non era mai successo. Sin dal primo momento con quel ragazzo, non aveva avuto dubbi sulla sua sincerità e sulla sua lealtà.
«Mi sono sempre fidata di te.»
Harry spinse più a fondo i fianchi, togliendole ancora il respiro. Per tutto il tempo, si erano detti poco e niente, ma mentre facevano l'amore avrebbero voluto dirsi molto di più. Eppure, era difficile parlare e concentrarsi per lei quando lui si muoveva in quel modo e altrettanto difficile era per Harry stesso.
La bocca di quest'ultimo si appoggiò su quella di Isabelle, ma il contatto fu spezzato da altri sospiri.
«Non ti farò mai del male», le disse.
Isabelle non rispose, ma chiuse gli occhi e si spinse verso di lui con i fianchi.
Sentivano entrambi il calore crescere dentro i loro corpi e lei soprattutto, a stento riusciva a contenere le sue emozioni.
Artigliò le unghie sulla schiena del ragazzo, graffiando la sua pelle.
«Non te ne farò mai, okay? Non intenzionalmente» insistette la voce bassa di Harry.
Bel non riusciva a capire come lui potesse essere in grado di pensare lucidamente in quel momento, come riuscisse a formulare delle frasi di senso compiuto e al tempo stesso fare l'amore con lei, mentre il suo cervello stava soltanto andando in tilt e se avesse provato a dire altro, oltre ad invocare il nome del ragazzo, sarebbero usciti soltanto suoni confusi e chiare dimostrazioni di quanto quel momento le stesse piacendo.
Legò allora le braccia attorno al collo del ragazzo, tirandolo giù verso di lei, per baciarlo e rispondergli quanto meno in quel modo. Harry accettò quella risposta e solo allora smise anche lui di parlare, ma si fece spazio con il viso nel collo della ragazza, dove lasciò altri baci e dove alla fine abbandonò il viso per concentrarsi su ciò che stavano facendo.
Le labbra di Isabelle erano direttamente appoggiate sull'orecchio del ragazzo e si lasciavano sfuggire ansimi di piacere, i quali non facevano altro che aumentare il bollore dei loro corpi. Bastò poco prima che entrambi stringessero gli occhi e riuscissero a dare sfogo alla sensazione magnifica che stavano provando, che li travolse ed annebbiò la loro vista per qualche secondo.
Rimasero in silenzio per un po', Harry con la fronte appoggiata nel collo di Isabelle, la quale aveva lasciato scivolare le gambe, con le quali aveva stretto i fianchi del ragazzo fino a quel momento, sul materasso, mentre teneva gli occhi chiusi e cercava di riprendere fiato.
I petti di entrambi si alzavano in modo frenetico e i loro cuori stavano per esplodere.
«Oh Dio», sussurrò Isabelle, riuscendo finalmente a connettere il cervello con la sua capacità di parlare.
Sorrise e pigramente con le dita accarezzò la nuca di Harry. Lui alzò il viso dal suo collo e un sorriso malizioso gli si dipinse in viso.
«È stato pazzesco, vero?»
Isabelle ridacchiò, annuendo e lasciandosi baciare su tutto il viso.
«Tantissimo.»
Harry la baciò sulle labbra mentre con i fianchi si allontanava e separava i loro corpi definitivamente e dopo essersi sistemato, si buttò al fianco della sua ragazza che subito lo raggiunse ed appoggiò la testa sul suo petto, accoccolandosi a lui.
«Sul serio, questa volta hai dato il meglio di te», disse Isabelle.
Lui scoppiò a ridere.
Forse era stato davvero lui, o forse era semplicemente per il fatto che tutto ciò che era successo aveva aumentato il desiderio di aversi e di conseguenza anche la loro passione. Sta di fatto, che si sentivano soddisfatti come mai prima di allora e soprattutto si sentivano follemente innamorati.Gli servì ancora qualche minuto per riprendersi definitivamente, nel quale Harry prese ad accarezzarle la schiena con la punta delle dita e lei iniziò a fare lo stesso sul suo petto, giocando anche di tanto in tanto con la collana che lo adornava.
«Allora,» iniziò lui dopo un po', «com'è andato il viaggio in Italia? Non mi racconti niente?»
Isabelle deglutì. Aveva momentaneamente cancellato ciò che era successo in Italia con i suoi genitori e, d'altronde, non avevano neanche avuto modo e tempo di poter parlare di questo.
«Ho scoperto che mio padre in realtà non è mio padre.»
Harry la guardò con la fronte aggrottata.
«Che vuoi dire?»
Isabelle sfregò la guancia sul suo petto, avvicinandosi ancor di più a lui e cercando di raccogliere quante più coccole possibili dal ragazzo, che non si rifiutò di offrirgliene.
«Il compagno di mia madre, Giorgio, è lui mio padre.»
Dopo aver confessato quella verità, sospirò chiudendo gli occhi. Sentiva ancora il peso di ciò che aveva scoperto premerle addosso; in più non sapeva ancora neanche come comportarsi, cosa fare, se concedere un'altra volta una possibilità a sua madre e anche a Giorgio, o se scegliere di chiudere definitivamente qualsiasi tipo di rapporto con loro. Nemmeno con Richard, l'uomo che aveva sempre conosciuto come suo padre, sapeva come comportarsi.
«Come l'hai presa?»
Isabelle aprì gli occhi e alzò il viso per rivolgersi a lui ancora e gli bastò guardarla negli occhi per capire la risposta. Le accarezzò il viso con la mano, sfregando il pollice sullo zigomo, per poi chinarsi a lasciare un bacio sulla sua fronte. Un gesto di cui Isabelle assorbì tutta la dolcezza.
«Mi dispiace, piccoletta.»
«Non so come comportarmi. I-io questo non me l'aspettavo proprio.»
Bel si alzò, mettendosi seduta sul letto e passandosi una mano tra i capelli. Harry la imitò, ma non riuscendo a rinunciare al contatto con lei; appoggiò così il mento sulla sua spalla e con le mani accarezzò i suoi fianchi.
«Non devi pensarci adesso. Prenditi il tempo che ti serve, rilassati e poi ci pensi. Non farti pressione da sola, peggioreresti soltanto tutto.»
Lei annuì, comprendendo che aveva ragione. Non aveva colpe, non doveva affrettarsi a fare nulla. Quando sarebbe stata pronta a prendere una scelta, l'avrebbe presa.
Solo una cosa, forse, avrebbe voluto fare presto.
«Se però io volessi incontrare mio padre, Richard intendo, tu verresti con me?»
Si rivolse a lui, che stava giocando con una ciocca dei capelli della ragazza, appoggiato con una mano sul materasso e lo sguardo attento a lei rivolto.
«Certo.»
Le sorrise per poi tirarla per un braccio verso lui e stringertela ancora contro il petto.
«Amore mio», sussurrò, accarezzandole la schiena.
Isabelle sorrise mentre il cuore le batteva forte dopo quel soprannome.
Dio, quanto ti amo. Pensò per la millesima volta da quando si erano rivisti.
Rimasero a coccolarsi ancora per un po', fin quando il lato destro del corpo di Isabelle si intorpidì per la posizione, così come il braccio di Harry sul quale lei era appoggiata.
La ragazza a quel punto si alzò, cercando in fretta qualcosa da indossare, mentre lui la guardava attentamente, completamente nudo e neanche coperto dal lenzuolo.
«Dove vai?» le chiese, alzando le spalle dalla testiera del letto.
Si allungò per afferrarle un braccio e cercò di attirarla a sé; azione dalla quale Isabelle riuscì a sfuggire.
«A fare una doccia.»
Lui si alzò sulle ginocchia e riprovò a prenderla, questa volta riuscendoci e portandola ancora sul letto.
A cavalcioni su di lei, le prese i polsi e li incastrò sul materasso.
«Rimani ancora un po'», le sussurrò.
Iniziò a lasciare diversi baci sul suo volto, sul collo, sulle spalle e sul seno ancora scoperto. Bel ridacchiò, cercando di allontanarlo, ma con scarsi risultati.
«Dai, amore», mugolò, premendo più forte la bocca su un punto al centro dei suoi seni, lì dove si era tatuata la rosa.
«Cosa vuoi fare?» gli chiese lei.
Harry spinse i fianchi su quelli della ragazza in una tacita risposta, che le arrivò più chiara che mai.
Isabelle a quel punto scoppiò a ridere, abbandonando qualsiasi idea o tentativo di allontanarlo. D'altronde, con quei baci e quel nomignolo, sapeva essere piuttosto persuasivo.
«Me lo devi. Mi hai abbandonato solo a me stesso, dobbiamo recuperare», mormorò.
Con le dita percorse il suo stomaco, fino ad arrivare a gli slip che Isabelle era riuscita ad indossare quando si era alzata per poter andare in bagno.
«Sono stata via un paio di giorni, sono sicura che te la sei cavata abbastanza bene.»
Ma Harry scosse il capo e spinse la bocca su quella della ragazza, dando il via ad un bacio caldo e piccante.
Non riuscivano più a stare lontani.____
Okaaaaay, scusate l'immenso ritardo, ma sì, finalmente sono riuscita ad aggiornare!
Ormai manca davvero poco alla fine e anche questa volto dovrò dire addio a due personaggi a cui mi sono affezionata tantissimo (mi sento triste solo al pensiero).
Ad ogni modo, vi aspetto come sempre nei commenti.
Io vado, endless love. xx
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Il rumore del silenzio [HS]
FanfictionE tacque. Tacque i suoi sentimenti. Tacque il suo amore. Restando in silenzio, un silenzio che però faceva rumore. Il rumore di un amore che nessuno ascolta, che nessuno vuol capire, che nessuno è capace di sentire. Smisero di guardarsi, ma non smis...