PROLOGO

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CARLEIGH


 A cinque anni 

«Principessa» mi chiama sottovoce papà. Sto disegnando un arcobaleno sul vialetto. Non ho tutti i colori, così uso il gesso viola tre volte. Forse è anche più bello di un arcobaleno normale. «Vengo, papà!» Finisco una nuvola bianca e corro verso il garage. Sorrido quando vedo l'auto avvolta da un grosso nastro rosso. «Che ne pensi, principessa? Alla mamma piacerà?» La macchina è grande ma anche piccola. Tutta curve. Come se potesse andare molto veloce senza far rumore. Anche il colore è strano. È bianca, ma non proprio bianca. Come una delle collane di perle che la mamma indossa certe volte. Come i brillantini. «Le piacerà un sacco, papà!» strillo mentre lui mi prende di peso e mi sistema sulle spalle. «Peccato, non ho niente per te» dice, ma non è proprio vero. Lo sento dalla voce. «Va bene. Non è mica il mio aniversato, papino» gli ricordo. «An-ni-ver-sa-rio» ripete per la centesima volta, e io lo dico proprio come lui, solo che mi esce fuori tutto diverso. Papà entra in garage a passo di tartaruga, e allora la vedo. «Bella!» Comincio a battere le mani e ad agitarmi così tanto che per poco non cado, ma papà mi afferra al volo... come sempre. «Ehi, piano, Carleigh! Non vorrai mica romperti l'osso del collo prima di riuscire a guidarla.» Ride con quel suo vocione, che rimbomba come un allegro tamburo per tutto il garage. Corro a vedere il mio regalo, anche se non è il mio a-ni-ver-sa-to. È uguale alla macchina per la mamma. Solo più piccola. E non ha il tetto. Una decottabile. Ha un grosso fiocco come quella della mamma, solo che questo è del mio colore preferito, viola. «Che ne dici, principessa? L'ho fatta fare apposta per te perché somigliasse a quella della mamma. Non la vendono nei negozi, sai.» Gli stringo la gamba più forte che posso... arrivo solo fin lì. «È la macchina più bellissima che ho mai visto. Mi piace tanto tanto. Posso guidarla adesso?» «Tra un momento. Lasciamo prima che la mamma veda il suo regalo, okay?» «Will!» chiama la mamma da dentro casa. «Vieni fuori, Nik!» Un minuto dopo compare la mamma con il mio fratellino Billy in braccio. È piccolo e carino ed è arrivato un paio di mesi fa quando lo hanno portato a casa dall'ospedale, e adesso gli voglio più bene che alla mia bambola preferita. Se sto attentissimissima ogni tanto la mamma me lo lascia prendere in braccio, ma solo se sto seduta e se vicino a me c'è lei o tata Marina. «Santo cielo, cosa c'è, Will?» Sembra stanca. Billy non dorme tantissimo, ma di notte si occupa di lui tata Marina e la camera di mamma e papà è talmente lontana che non se ne accorgono nemmeno. Qualche volta lo sento piangere e mi sveglio, ma fa lo stesso. Gli piace quando gli canto le canzoni dei miei cartoni preferiti, come La Bella e la Bestia e La Sirenetta. «Volevo farti vedere una cosa alla svelta» dice papà, e mi sorride in quel modo strano. «Insomma, Will, stavo per dare istruzioni a Marina, e devo ancora finire di fare i bagagli.» La mamma sembra me quando papà mi dice che devo smetterla di piagnucolare. «Be', potevamo restare a casa. A festeggiare il nostro anniversario con i bambini» dice papà, e dà un bacino a Billy. «Siamo stati diverse volte nel sud della Francia. Possiamo sempre tornarci quando questo ometto sarà più grande.» «Non dirlo nemmeno. L'estate scorsa avevo appena scoperto di essere incinta e non sono riuscita a godermi nemmeno un bicchiere di rosé! Adesso tocca a me divertirmi un po'» dice la mamma, e mi chiedo perché non può divertirsi insieme a me e Billy. Papà non dice altro. Prende in braccio Billy e mi afferra la mano. E poi possiamo vedere il regalo della mamma. Papà si volta e grida sorridendo: «Ta-dà!» Finalmente anche la mamma sorride, e non solo con la bocca. Anche con gli occhi. «Oh, Will!» Corre a vedere la sua macchina nuova e la accarezza tutta come per vedere se è vera. «Mi hai comprato un'Aston Martin!» «Buon anniversario, Nicole» dice papà, e la mamma lo abbraccia forte e gli dà un bel bacione. «Te l'avevo promesso, no?» La mamma batte le mani e sale in macchina, e comincia a premere pulsanti e a guardarsi attorno. «Te l'avevo detto che le piaceva» dico a papà, e lui mi accarezza la testa come ha fatto con il cucciolo che la mamma non vuole comprarmi. «Avevi ragione come sempre, principessa.»

Ruin me. Ogni volta che mi spezzi il cuore - Danielle PearlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora