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TUCKER 

Oggi 

Sono seduto davanti a Stuyvesant Hall, sulla panchina che odio. Adesso che abbiamo un'idea – maledettamente buona, tra l'altro – abbiamo dedicato parecchio tempo alla nostra campagna, e oggi filmeremo nella stanza di Carl. Abbiamo girato anche alla residenza di lacrosse, visto che molte scene si svolgono durante una festa, e... be', noi diamo un sacco di feste. Controllo l'orologio. Carl arriverà da un momento all'altro e ho bisogno di lei per entrare. È strano che ci frequentiamo, ma perlopiù si è trattato di lavoro, e come le ho detto fin dall'inizio posso comportarmi in maniera professionale. Con lei e gli altri estranei del gruppo. Solo che adesso non sono più estranei. E Carl non lo è mai stata. Ed eccola che arriva di corsa, scusandosi per avermi fatto aspettare. Mi alzo dalla panchina. «Non preoccuparti» le dico. Perché il suo modo di riprendere fiato dopo una corsa, le guance arrossate per lo sforzo mentre la sua graziosa coda bionda ondeggia dietro di lei... tutto mi fa ricordare com'è andata quando abbiamo deciso di essere solo amici la prima volta. La seguo fino all'ascensore e su nella sua stanza, e cominciamo a prepararci per oggi senza dire una parola. Finora ho fatto in modo di non restare solo con lei, e mentre il suo letto mi guarda di traverso, schernendomi con la consapevolezza che non ci entrerò mai, ricordo esattamente perché questa non è una buona idea. Per fortuna Julia e Manny arrivano qualche minuto dopo, e siamo subito pronti per girare. Oggi siamo solo io e Manny a recitare la seconda versione della scena che abbiamo iniziato ieri, dove abbiamo ripetuto le battute sentite in giro. Mi sento sempre uno schifo dopo aver recitato quel ruolo, e sono felice oggi di essere più me stesso. Nella scena parliamo delle rispettive ragazze, gareggiando a chi ci desidera di più. «La mia ragazza mi desidera talmente tanto che le do la birra analcolica e le dico che è quella normale, solo per darle una scusa per saltarmi addosso» dice Manny con un ghigno convincente. Rido, e parto con le mie battute. «Amico, io posso andare avanti tutta la notte. Duro talmente tanto che la convinco a guidare, così non beve e ha più energia per starmi dietro.» Continuiamo su questo tenore. Facciamo qualche altra ripresa e poi chiudiamo la giornata. Manny tira fuori il computer dalla borsa e controlla i giornalieri. Lavorerà al montaggio durante il ponte per il Ringraziamento. Ho preparato uno schema generale per la storia che vogliamo raccontare, e Manny è un mago con Final Cut Pro. Avremo un paio di giorni a disposizione al rientro, in caso dovessimo ripetere qualche scena. Sospetto che Zayne darà a Carl una A indipendentemente da quello che preparerà. Ancora non riesco a credere che si sia fatta venire a prendere da lui la sera che è uscita con Ben, ma l'ho vista salire sulla sua macchina con i miei occhi. Non mi fido di quel coglione di Zayne né delle sue intenzioni. Ma conosco Carl, e non andrebbe mai a letto con un insegnante. O perlomeno mi convinco di sapere almeno questo di lei. «Fai qualcosa durante le vacanze?» chiede Julia a Carl, che distoglie lo sguardo per raddrizzare il copriletto. «Il solito.» Fa spallucce, ma riesco a percepire il suo disagio. Perché so qual è il solito per lei quando si tratta di vacanze in famiglia. Ed è lo stesso per me. Mia madre è incredibile, soprattutto considerato quello che ha passato, ma le feste la abbattono. Da quando è morto mio padre abbiamo stipulato una specie di tacito accordo per fare di tutto per ignorarle. Che per me va bene, francamente, ma io non ho un fratello minore per cui fare almeno finta. «Sei emozionata per il viaggio?» chiede Carl a Julia, distogliendo sapientemente l'attenzione da se stessa. Julia ha parlato per tutto l'ultimo mese del suo imminente viaggio a Grand Cayman – una tradizione di famiglia per il Ringraziamento, a quanto pare – scendendo fin nei dettagli dei nuovi bikini che si è comprata per l'occasione. «Uh, non vedo l'ora. Fa già così freddo!» Be', sai com'è, siamo a novembre. «Tu seguirai la tradizione, tacchino e football?» le chiede Julia. Carl apre la bocca per bofonchiare qualche bugia o rivelare a disagio la verità, ma io vado in suo soccorso senza neanche pensarci. «Che festa sopravvalutata» mormoro. Carl si volta verso di me, lo sguardo grato e al contempo sorpreso. «Tu che programmi hai?» mi domanda Julia. Do un'alzata di spalle. «Mia madre è fuori città, è andata a trovare mia zia. Io andrò a casa del mio amico Cap. Loro ci tengono alle tradizioni di famiglia.» Anzi, questa sarà la prima volta dopo molto tempo che tutta la famiglia sarà riunita e lui è piuttosto nervoso. Per di più, quest'anno ci saranno anche Rory e sua madre. Carl distoglie in fretta lo sguardo mentre raduniamo l'equipaggiamento e le chiacchiere sul Ringraziamento per fortuna finiscono lì. Julia, Manny e io la salutiamo e ci dirigiamo verso l'ascensore proprio quando mi squilla il telefono. Parli del diavolo. «Che succede?» chiedo a Cap. Strano che mi telefoni. Ci teniamo in contatto, ma di solito via messaggio, e mi domando se sia successo qualcosa. «Ciao, Tuck. Hai un minuto?»Un vago seme di terrore si pianta nelle mie viscere. Sembra serio, e io penso subito a Bits. «Tutto okay?» Cap sospira. «Sì. Tutto bene. Rilassati.» «E allora, ripeto, che succede?» «Il Ringraziamento.» Sospiro di sollievo. È talmente stressato da questa cazzo di festa che se continua così si farà venire un attacco cardiaco. Non posso biasimarlo, però. I suoi hanno già conosciuto la madre di Rory, ma adesso fanno sul serio e, per uno che sino all'anno scorso era lo scapolone più famoso del liceo, è un notevole cambiamento. «Andrà tutto bene. I tuoi adorano Rory. E sua madre adora te. Cerca di non fare il coglione e tutto andrà alla grande. In caso contrario, perlomeno ci sarò io a guardarti fallire miseramente.» «Ma sta' zitto, idiota» sbotta lui. «Non sono nervoso per quello. Non proprio, ecco. È che... senti, non saltarmi subito alla gola, okay?» Eh? «Che c'è?» «So che ti chiedo molto. Ma a Rory dispiace sapere che Carl e Billy sono soli per il Ringraziamento. Sua madre è via, tanto per cambiare. E Billy ha passato un brutto periodo ultimamente...» Davvero? Non lo sapevo. Ma in fondo perché avrei dovuto? Mi manca, il piccoletto. Ma non potevo proprio tenermi in contatto con lui dopo quello che è successo con sua sorella. Forse dovrei chiamarlo. «E lei è la migliore amica di Rory. E lo capisco se la ferita è ancora troppo fresca, quindi...» Lo interrompo con un sospiro esasperato. «Bello. Arriva. Al. Punto.» Anche se ho già capito dove vuole andare a parare. «D'accordo, stronzo. Rory vuole invitare Carl e Billy e, francamente, sono d'accordo.» Già. Ci ero arrivato. «Ma lo capiamo se per te è un problema. Quindi, pensaci su e fammi sapere...» «Va bene, Cap. Invitali pure.» Le parole mi escono di bocca prima ancora che il cervello le abbia elaborate. Ma cosa potevo fare? Dire di no? Non ho intenzione di dire a Rory che non può passare le vacanze con la sua migliore amica, se è questo che vuole, e non ho intenzione di condannare Billy a un'altra festa del Ringraziamento solitaria e deprimente. Anche se so che Carl fa sempre il possibile per rendere tutto speciale. «Sei sicuro?» mi domanda Cap scettico. «Sì. Cioè, non fingerò di essere al settimo cielo, ma va bene. Ho lavorato insieme a lei per un progetto di studio e siamo riusciti ad andare d'accordo. Dovremmo riuscirci anche a casa tua.» «Okay...» «E poi ho proprio voglia di vedere il piccoletto» ammetto. Lo stavo trasformando con orgoglio in una versione in miniatura di me stesso. Se sta passando un brutto periodo, voglio sapere perché. E vedere se posso aiutarlo. «Va bene. Lo dirò a Rory. Ne sarà felice.» Il che ovviamente rende felice lui... lo sento dalla voce. «E poi non dire che non faccio mai niente per te.» Cap scoppia a ridere. «Già, sei proprio un santo.»

Ruin me. Ogni volta che mi spezzi il cuore - Danielle PearlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora