28

147 0 0
                                    

TUCKER


 Oggi 

Gli esami finali passano tranquillamente. Tra lo studio e gli esami stessi, non ho più visto Carl. Ma adesso che sono finiti mi sento impaziente. Ogni momento in cui non è mia mi provoca un dolore al petto, e a un certo punto mi rendo conto che mi sono bloccato. Non avrò mai modo di assicurarmi con certezza il suo perdono, nessuna occasione che mi permetterà di provarle che sono degno di lei. Se rivoglio indietro la mia ragazza, devo ingoiare il rospo. E poi ho fatto una promessa a me stesso: quando ritorneremo al campus il mese prossimo, lo faremo come coppia. Sentire Carl e Zayne che chiacchierano come vecchi amici dopo l'ultima lezione di web marketing è servito come motivazione. Carl mi ha dato del pazzo quando l'ho insinuato, ma lo vedo come la guarda, e non mi sorprenderebbe se stesse aspettando il momento in cui non sarà più il suo insegnante per provarci con lei. Tutti hanno già preso il loro voto e se ne sono andati, e con le valutazioni perfette all'interno del gruppo prendiamo tutti una A per il progetto. Il che significa che Manny è stato abbastanza furbo da prendere sul serio le mie minacce e che tutti e quattro faremo il colloquio per lo stage. Non sono proprio riuscito a convincermi a ringraziare Zayne, quindi ho detto solo "ciao" e sono rimasto in corridoio ad aspettare Carl, sperando di poterla accompagnare alla prossima lezione. Lei ovviamente non lo sapeva, e si è fermata a parlare con Zayne, che salutava ogni studente che usciva dall'aula. «Ciao, Carleigh. Ci vediamo domani alla presentazione» ha detto Zayne, un po' troppo calorosamente per i miei gusti. «Assolutamente sì. Senti, in caso domani non ci sia occasione di parlare, volevo ringraziarti. Di tutto.» «Grazie a te per essere stata una fantastica allieva.» «Sì, be', il corso mi è piaciuto parecchio. Credo di aver imparato molto e... a dire la verità, è la prima volta che mi sembra di aver imparato qualcosa di concreto.» «Infatti, è così. Ogni società ha bisogno del marketing, giusto? Si può avere la più fenomenale catena di saloni di bellezza, ma se nessuno ne sente parlare non c'è modo di avere successo. Lo stesso vale per il make up.» Ero sbalordito, e a dirla tutta anche ferito. Mi aveva confidato i suoi sogni solo dopo che ci eravamo messi insieme ufficialmente. «E francamente, Carleigh, hai proprio talento per questo. Alcune cose si possono imparare, ma altre o le capisci oppure no. E tu possiedi una padronanza innata della comunicazione davanti a un pubblico.» «Non saprei...» La sua voce era flebile... umile. Ma lei non è il tipo che ha una bassa opinione di sé, il che significava che dubitava davvero di se stessa. Zayne non ci ha fatto nemmeno caso. Non la conosce come la conosco io. Non potrebbe mai, cazzo. «L'umiltà è un'ottima cosa, Carleigh, ma va bene prendersi il proprio merito quando viene riconosciuto. È importante, direi. Non sono arrivato dove sono adesso accettando la mano che mi veniva offerta o permettendo agli altri di approfittarsi di me. Dobbiamo dimostrare di che pasta siamo fatti, okay? Prendere ciò che meritiamo.» Zayne è stato enfatico e appassionato e, come insegnante – devo ammetterlo – niente affatto scialbo. «Sì. Hai ragione» conviene Carl. «Sono contento che la pensi così.» Qualcosa nel suo tono mi dà sui nervi, anche se non saprei dire cosa. Zayne continua chiedendole di Billy, e il fatto che abbiano sviluppato un legame sincero mi colpisce di brutto. Ho avuto il sospetto del suo interesse per lei fin da quando l'ho visto posarle gli occhi addosso il primo giorno di lezione. E posso solo sperare che il loro rapporto finisca insieme al corso. A parte il fatto che lo vedremo domani. Arriviamo davanti all'edificio della Steepman & Boyle, la compagnia pubblicitaria dove presenteremo la nostra campagna. Julia ha suggerito di andare tutti insieme, ma Carl ha pensato che non sarebbe stato saggio per me trovarmi in uno spazio tanto angusto insieme a Manny. Saggia decisione. Raggiungiamo l'ottavo piano e diciamo i nostri nomi alla receptionist. Il resto del gruppo deve ancora arrivare, e a quanto pare Zayne sta già parlando con i dirigenti, quindi veniamo fatti accomodare. Julia e Manny arrivano qualche minuto dopo e Zayne ci raggiunge con due uomini e una donna, ci presenta tutti. Ci dicono che ci raggiungeranno a breve, così ci sediamo di nuovo tutti e continuiamo ad aspettare. Mi assento un attimo per andare in bagno. Mi raddrizzo la cravatta guardandomi allo specchio. Ci hanno detto di vestirci in modo professionale, anche se dubito che qualcuno guarderà me, non con Carl così sexy con la camicetta bianca sottile e la gonna blu navy. Non posso fare a meno di chiedermi cosa ci sia sotto, e mentre immagino del pizzo bianco, mi costringo a concentrarmi, se non voglio funestare la nostra presentazione con un'erezione mastodontica. Esco dal bagno per raggiungere il gruppo, e quando sto per svoltare l'angolo sento Zayne che sta parlando e mi fermo. «Sicuro che non possiamo convincerti a tornare a lavorare qui?» gli chiede una voce vagamente familiare, e credo sia uno degli uomini che ci hanno presentato poco fa. «Grazie, Todd, ma ormai ho deciso» ribatte Zayne. «Dici sul serio? Pensavo che avessi preso il master per essere idoneo al prossimo scatto di salario. Potrei convincere Marcy a concederti un aumento anticipato. Lo sai che ha un... debole per te. Se te la lavori come si deve, scommetto che riusciresti a farti dare anche un bonus trimestrale.» Quel Todd ride come se avesse fatto una battutona esilarante, e Zayne risponde con una parodia di ilarità. «Lo apprezzo, ma come ho detto sto per entrare in possesso di una cospicua eredità. Niente di personale.» «Ma continui a insegnare al college, quindi è un po' personale» scherza Todd. Zayne ride. «Che posso dire? Mi piace plasmare menti fresche.» «Vuoi dire carne fresca» lo corregge Todd, e con mio grande sollievo Zayne non ride. «Non è divertente» lo ammonisce. «Ehi... sono maggiorenni» si difende Todd, e io sento un travaso di bile. Zayne sospira. «Sai che non è per questo che lavoro lì.» Todd sospira. «Sì, sì, lo so. Stavo solo scherzando.» Zayne sembra felice di cambiare argomento. «Comunque, questo è stato il mio ultimo semestre di insegnamento. Quindi sono libero. Di rilassarmi, di partire su due piedi... qualunque cosa. Non posso dire che la cosa non mi solletica. Lavoro da quando avevo tredici anni.» «Giusto, giusto. Magari è una benedizione che tuo padre abbia perso la società quando eri piccolo, no? Hai affrontato delle avversità, hai imparato l'etica del lavoro invece di diventare uno di quei mocciosi viziati con un fondo fiduciario.» Todd ride, ma Zayne no. «Su questo non sono d'accordo con te.» «Lo capisco. Be', adesso otterrai quell'eredità, quindi tutto è bene quel che finisce bene.» «Così dicono.» Grandioso. Così Zayne è un tizio belloccio che adesso riceverà anche un bel po' di grana. Carl non è superficiale, ma non sono tanto ingenuo da credere che un ex docente bello e ricco non eserciterebbe un certo fascino su una ragazza. E poiché non è un porco amorale come questo Todd, adesso che non è più il suo insegnante, se volesse uscire con lei non ci sarebbe alcun motivo etico a impedirglielo. Cavoli, non lavora più per l'università. Non ha niente da perdere. E io? Io ho tutto da perdere. Cazzo. Potrei perderla. Supero gli uomini che ancora parlano in corridoio e senza pensarci due volte vado da Carl e la prendo per un braccio. «Stasera voglio andare a cena» borbotto. Maledizione, Tucker. Un po' più di stile. Carl mi fissa con espressione corrucciata. «Quello che intendevo è... vuoi venire a cena con me stasera?» riformulo. Non un ordine, non un'affermazione, ma una richiesta. «Per festeggiare la nostra vittoria. E... parlare.» Questo la coglie alla sprovvista, e le sue splendide labbra si schiudono diverse volte prima che riesca a parlare. «Certo, Tuck. Io...» Espira e si mordicchia il labbro inferiore... nervosismo. «Mi piacerebbe molto.» E all'improvviso comincio a pensare che abbiamo ancora una possibilità. La presentazione è andata meglio del previsto. Mi ha sorpreso quanto ci abbiano preso sul serio. Non fingerò di non essermi sentito fuori posto nell'enorme sala conferenze, ma la riunione in sé è stata decisamente meno intimidatoria di quel che credevo. Carl ha parlato della nostra idea e di cosa l'ha ispirata, io ho spiegato la nostra strategia per l'elaborazione delle battute, Julia ha illustrato il processo delle riprese e Manny è andato sul tecnico spiegando che programma di montaggio ha usato, e tutti sembravano sinceramente impressionati. Carl, in particolare, era nel suo elemento, e io ripenso a quello che ho sentito dire da Zayne sul suo talento per il marketing. Aveva ragione, ma avrei dovuto essere io a notarlo... e a farglielo notare, a darle quella sicurezza. Ma sono grato di averne l'occasione adesso. Dopo la presentazione facciamo tutti dei colloqui individuali, e io non faccio che parlare di Carl. Le prendo la mano una volta tornati in sala d'attesa. È raggiante. Sa di aver conquistato tutti ed è fiera di se stessa. Non è mai tanto sexy come quando irradia sicurezza, e la fisso per un momento, cercando di trovare le parole per dirle quanto è magnifica, quanto sono impressionato e fiero di lei. «Carleigh, hai un momento?» la chiama Zayne dietro di me. Le lascio andare la mano con riluttanza, cercando di non far trapelare il mio risentimento. Zayne mi dà una pacca sulla spalla e io mi irrigidisco. «Ottimo lavoro, Tucker» mi loda, ma i suoi occhi sono su Carl. «Carleigh, hai tempo di fermarti un po' di più? Marcy vorrebbe illustrarti il loro programma per gli stage.» Carl sgrana gli occhi. «Sul serio?» Zayne ride. «Non esserne tanto sorpresa.» Le fa l'occhiolino. Io digrigno i denti. Carl mi guarda, e io cerco di nascondere il mio disagio. Questa è una fantastica opportunità per lei e non posso ostacolarla perché c'è di mezzo Zayne. Ma Carl mi sembra incerta, e capisco che è preoccupata per i nostri progetti serali. «Va' pure, principessa. Ci vediamo dopo, okay?» Merda. L'ho chiamata principessa davanti a quel coglione del nostro insegnante. Be', ex insegnante. Fanculo, chi se ne importa. Due ore dopo sono seduto da Kumo, il ristorante giapponese in cui ho dato appuntamento a Carl prima di lasciare l'ufficio della S&B. Il mio umore è una strana combinazione di rimpianto e speranza. La direttrice di sala sapeva esattamente dove farmi accomodare, e io mi siedo al tavolo d'angolo dove Carl mi ha fatto assaggiare per la prima volta il riccio di mare e io per scherzo le ho detto che sembrava cervello di scimmia. È qui che Carl mi ha raccontato i suoi sogni per il futuro, e le ho giurato che sarebbe riuscita a realizzarli. È qui che, a un anno esatto dalla prima volta che avevamo fatto sesso, ho dichiarato quel giorno il nostro anniversario. Picchietto con le bacchette sul bordo del tavolo, sorridendo tra me e me per quel ricordo. Stasera le dirò che non ho mai smesso di amarla. E che non potrei mai smettere di amarla. Le chiederò scusa. Ed è qui che la implorerò di perdonarmi... finché non accetterà di darmi un'altra possibilità. Perché non rinuncerò mai a lei. Alle otto e mezza le mando un messaggio. Presumo che sia stata trattenuta da quei pubblicitari, e so che probabilmente è un'ottima cosa, ecco perché ho lasciato passare mezz'ora prima di farmi sentire. Lei non risponde. Per un breve, scoraggiante momento mi chiedo se mi darà buca, e per un altro ancor più breve e ancor più scoraggiante mi preoccupo che mi stia dando buca per scoparsi Zayne. Ma ho già commesso l'errore di credere cose su Carl del tutto incompatibili con il suo carattere, e l'ho pagato caro. Non mi darebbe mai buca. Quindi dove cazzo è? Per le nove, comincio a diventare ansioso. Le ho mandato messaggi su messaggi e l'ho chiamata diverse volte, ma è sempre partita la segreteria. I miei messaggi sono passati dalla casuale richiesta di richiamarmi alla supplica disperata di farmi sapere se sta bene. Possibile che si sia dimenticata che dovevamo vederci? Ne dubito, ma è l'unica spiegazione che non mi terrorizza. Alle nove e mezza ci rinuncio e lascio il ristorante. Valuto se chiamare Billy, ma non voglio preoccuparlo, specie dopo tutto quello che ha passato ultimamente. Quindi prendo la macchina e vado al suo dormitorio. Io e Carl abbiamo dato gli ultimi esami oggi, ma ce ne sono altri domani e metà degli studenti è ancora al campus. Scrivo a una mia compagna di corso che alloggia a Stuyvesant di lasciare il mio nome per poter entrare e passo altri dieci minuti a picchiare i pugni sulla porta di Carl, urlando il suo nome finché non vengo insultato ripetutamente da gente incazzata che sta cercando di studiare. Una volta risalito in macchina, il mio cuore batte all'impazzata per la paura. Non so nemmeno dove andare, per cui me ne sto qui seduto. Visto che non mi resta altra scelta, chiamo Billy. L'ho visto un paio di volte dopo l'incidente, ma tra noi le cose sono ancora un po' strane. Si è scusato per il Ringraziamento, e da fuori il nostro rapporto sembra tornato quello di una volta, ma percepisco ancora un filo di risentimento. Dopotutto, è ben meritato. «Che c'è, Tuck?» risponde lui. «Carl è a casa?» chiedo senza preamboli. «Ehm... ciao anche a te, stronzo» scherza lui, ma non del tutto. Adoro questo ragazzino, ma non ho tempo per queste stronzate. «Senti, dovevamo vederci al ristorante quasi due ore fa, ma non si è vista.» «Forse ha deciso di darti buca» azzarda Billy. «Sì, ci ho pensato. Anzi, spero proprio che sia così. Ma non risponde ai miei messaggi e quando la chiamo parte subito la segreteria. Dimmi che è a casa.» In pratica lo sto supplicando. Segue un istante di silenzio in cui percepisco l'ilarità di Billy trasformarsi in ansia. «Non credo» dice sottovoce. «Sei sicuro?» Ma dove cazzo è? «Be', no. Sono bloccato a letto, cazzo» borbotta. Deve ancora riprendersi dall'intervento e dovrebbe stare tranquillo. «Ma sarebbe venuta a salutarmi. Se fosse a casa.» Ha ragione. Sarebbe andata dritta da lui. «Quando le hai parlato l'ultima volta?» «Ehm... oggi pomeriggio. Ha detto che dovevi passarla a prendere per andare a una riunione.» Grandioso. «E tua madre? L'ha sentita?» «E come cazzo faccio a saperlo?» «È a casa?» «Credo di sì.» «D'accordo, provo a chiamare lei.» Cazzo, mi tocca chiamare Nicole Stanger. «Maaammaaa!» sta già gridando Billy, ma la loro casa è enorme. «Accidenti, dev'essere di sotto. La chiamo io, tu continua a provare con Carl» suggerisce. «Hai controllato al suo dormitorio?» «Sì, ci sono appena stato.» Guido fino a casa di Carl e intanto chiamo Manny e Julia per vedere se hanno il numero di Zayne. Non ce l'hanno. Come me, hanno solo la mail, e gli ho già scritto prima di lasciare il campus, lasciandogli il mio numero e chiedendogli di richiamarmi. Non lo ha ancora fatto. Posteggio nel vialetto circolare di Carl e salto giù dalla macchina. Suono il campanello un fastidioso numero di volte finché non viene ad aprirmi Janet, la loro governante. Una volta mi salutava con un sorriso, ma oggi ottengo solo velata animosità, e questo mi ricorda per l'ennesima volta quanto ho fatto soffrire Carl quando l'ho lasciata. Corro subito di sopra in camera di Billy. Sento le voci alte dal corridoio e quando entro trovo lui e Nicole che si guardano in cagnesco. «Cerca di calmarti, Billy» dice lei. «Che succede?» domando. «L'avete sentita?» «No» risponde Billy. «E nostra madre non crede che sia il caso di preoccuparsi.» Serro la mascella, ma cerco di nascondere la mia irritazione. «Signora Stanger, dovevamo vederci alle otto. Adesso sono quasi le undici.» «E non risponde al telefono» aggiunge Billy. Inarco le sopracciglia per enfatizzare il punto di Billy. Nicole alza gli occhi al cielo. «Non è che non risponde... avrà il telefono spento. Probabilmente ha dimenticato di ricaricarlo. Sapete che le capita spesso.» Lo so. Ma questo non spiega perché sembra sparita dalla faccia della terra. «Qualcosa non va. Dobbiamo chiamare la polizia» le dico. «È quello che ho detto anch'io!» ribatte Billy, esasperato. «State esagerando.» Ignoro il suo atteggiamento annoiato. «Lei è sua madre. Deve chiamarli lei per segnalare la sua scomparsa» insisto. Lei mi fissa. «E dirgli cosa? Che mia figlia quasi diciannovenne doveva vedere il suo ex che le ha spezzato il cuore, ma ha cambiato idea all'ultimo minuto? Oh, e che ha dimenticato di ricaricare il telefono per la miliardesima volta questa settimana?» «E allora dov'è, mamma?» Quella di Billy è un'accusa, non una domanda. «Da quando mi rende partecipe dei suoi impegni? Avete provato con le sue amiche?» Be', no. Ma se fosse con le sue amiche di sicuro si sarebbe fatta prestare il telefono per farmi sapere che sta bene. Giusto? Nicole sospira. «Perché non provate a fare qualche altra telefonata? Se tra qualche ora ancora non avremo notizie, chiameremo la polizia. Okay?» «Bene» borbotto. Comincio a mandare messaggi a tutti quelli che conosco. Molti dei nostri amici sono già tornati a casa, così chiedo a tutti se l'hanno sentita dopo le sei, quando l'ho lasciata. Billy chiama gli ospedali locali, senza risultato. Le ore successive si susseguono un no dopo l'altro e non so nemmeno quanto tempo sia passato quando una strana app compare dal nulla sul mio telefono, e un numero che non conosco comincia a lampeggiare sullo schermo, indicando l'arrivo di un messaggio con una foto.

Ruin me. Ogni volta che mi spezzi il cuore - Danielle PearlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora