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CARLEIGH 


Circa due anni prima 

Mi sveglio di soprassalto, il mio sogno erotico era talmente reale che per un secondo credo di trovarmi ancora in camera di Tucker. Poi gli occhi mettono a fuoco e mi rendo conto che sono effettivamente in camera di Tucker, e non da sola. Vedo due luminosi occhi verdi, già svegli, che mi fissano senza vergogna. Siamo sdraiati sul fianco, l'uno di fronte all'altra, e d'un tratto mi accorgo di quanto siamo vicini, le solide pianure del suo corpo premute contro le mie morbide curve, la mia gamba allacciata alla sua coscia. Il desiderio che provavo nel sogno si materializza per dispetto, tutto troppo reale. «Ciao» sussurro, e Tucker sorride. È quel sorriso dolce, nuovo che ho visto di sfuggita ieri sera. Ieri sera. Il ricordo torna di colpo e mi manca il respiro.  Ho quasi fatto sesso con Tucker Green! E allora mi mordicchio il labbro, perché capisco che la mia più grossa delusione è non averlo fatto. Sento la prova della sua eccitazione fra noi, e mi chiedo se sia per causa mia o se per lui la mattina sia sempre così. «Continuo a scervellarmi per trovare qualcosa di intelligente da dire» mormora lui. «Ma riesco solo a pensare a quanto sei bella in questo momento.» Sento un'ondata di calore al petto, che richiama il benessere che ho provato tra le sue braccia. «Abbiamo...» «No. Eri ubriaca» mi ricorda. «Adesso non lo sono più.» Gli rivolgo un'occhiata eloquente, arrossendo per un misto di imbarazzo, nervosismo e desiderio profondo. Tucker mi fissa per un momento come se pensasse di non aver sentito bene. Non gli do modo di fraintendere. Faccio scivolare la gamba sopra la sua coscia, un centimetro dopo l'altro, finché non lo cingo completamente attorno alla vita. Percorro con le dita il suo petto nudo e traccio i contorni dei muscoli, la spruzzata soffice di peli chiari. Noto il suo sguardo acceso. Mi fa impazzire il fatto di percepire il suo desiderio crescente tra noi. Tucker inspira a fondo e poi mi bacia. Non è affatto esitante o incerto... no, è deciso e inesorabile. Ma non precipitoso. È come se prendesse tempo, forse per darmi modo di cambiare idea o farmi sapere che non ha fretta. Ma io sì. Voglio farlo. Con lui. Subito. Il mio palmo scivola giù, giù, seguendo le linee mascoline del suo corpo, la scia di peli, finché non afferro la sua erezione attraverso la flanella sottile. Tucker ansima di colpo, poi qualcosa si impossessa di lui. Rotolo sulla schiena e all'improvviso vengo completamente consumata. Le sue labbra conducono l'assalto, reclamando la pelle del mio collo. Mi perdo in queste sensazioni, l'addome che freme mentre le sue dita impazienti cominciano un'esplorazione tutta loro sotto la mia maglietta – la sua maglietta – e poi le mie ginocchia si sollevano di loro spontanea volontà, le cosce gli cingono i fianchi e io cedo all'istinto di serrare le gambe attorno a lui. Tucker geme di nuovo, poi mi sfila in fretta la maglietta. I seni sono liberi e lui mi bacia e mi bacia, e per la prima volta sento il mio petto nudo che sfiora quello di un uomo, mentre lui percorre i contorni del mio orecchio con la lingua. «Cazzo, quanto sei bella, principessa. Dimmi che mi vuoi» mormora. La sua mano scivola tra i nostri corpi, sollevando esitante i miei seni, e il piacere si sprigiona fra le mie gambe. «Dimmelo, Carl» insiste. «Ti voglio.» È una confessione che ha riecheggiato nella mia mente un migliaio di volte, ma ho sempre celato dietro battute scherzose e provocazioni. Gli occhi di Tucker si chiudono, come se assaporasse le mie parole, e io gli bacio dolcemente il mento, scoprendo la ruvida sensazione della sua barba contro le mie labbra turgide. I fianchi mi si sollevano verso l'alto, e Tucker risponde a quel movimento con uno tutto suo. Si ritrae per guardarmi negli occhi, poi fa scivolare le dita sotto i boxer e lentamente me li sfila, senza mai distogliere gli occhi dai miei. I suoi occhi svelano moltissimo. Mi leggono dentro, assicurandosi che io sia ancora con lui. Ma divampano anche di un desiderio appassionato, un fuoco che comincio a credere lo consumi da molto tempo. E potrei illudermi, ma mostrano anche un'emozione che va al di là dell'affetto. O forse è solo il riflesso della mia. No, cuore, tu non c'entri. Devo tenere a bada i miei sentimenti. Qui si tratta di sesso. Nient'altro. E in questo momento la cosa peggiore sarebbe illudermi di poter sperare in qualcosa di più. Lo sguardo di Tucker alla fine lascia il mio e percorre per la prima volta il mio corpo. Nessun ragazzo mi ha mai vista nuda. Non sono un'insicura, ma c'è qualcosa di esasperante in tutto questo, e dopotutto sono umana. Tucker deve aver visto un sacco di ragazze nude, e per la prima volta mi scopro a chiedermi se ho i seni troppo piccoli o i fianchi troppo grossi, e finisco per odiarmi. Lui non dice nulla per qualche istante, e il suo silenzio non attenua la mia ansia. Ma poi noto il cambiamento nel suo respiro, sempre più veloce e profondo. Chiude gli occhi. «Perché devi essere ancora più sexy di quanto immaginavo?» Arrossisco. Non so in che altro modo reagire. La mano di Tucker scivola lentamente verso il basso, sull'anca e tra le cosce, e ansimiamo entrambi. Nessuno mi ha mai toccata lì – be', tranne me – e in questo momento sono eccitatissima; la sensazione della sua mano ruvida sulla pelle sembra quasi irreale. Il suo sguardo incontra di nuovo il mio. «Principessa... sono io che ti ho fatto bagnare così» si meraviglia, e le mie guance avvampano ancora di più. Il primo istinto è di sfidarlo a mia volta. «Togliti i pantaloni» ordino. Voglio vederlo nudo anch'io. Tucker sorride, ma non esita. Questa è una sfida che è ansioso di accettare. E poi è nudo, ma l'ombra proiettata dalla coperta lo nasconde, quindi la scosto. Tucker ride mentre i miei occhi puntano il loro obiettivo. Non lo ammetterei mai, ma è la prima volta che vedo un ragazzo nudo, e spero che il rapimento con cui lo osservo non mi tradisca. È lungo e grosso, più scuro di quanto avessi immaginato, e cerco di non farmi intimidire. E poi le labbra di Tucker tornano sul mio collo, le dita fra le gambe, e mi lascio completamente andare. Con la mano crea un ritmo incalzante, come un direttore d'orchestra, e i miei fianchi rispondono a tempo finché non sono sul punto di esplodere in un crescendo di melodiosa beatitudine. Poi lui rallenta e la musica si attenua, ma non tace. «Voglio farti venire mentre sono dentro di te» mi sussurra all'orecchio. Sì. Prende un preservativo dal comodino e lo apre con i denti. Lo guardo intensamente mentre lo infila e si posiziona tra le mie gambe. I suoi occhi incontrano i miei e io fisso, ipnotizzata, il mio nuovo colore preferito: un verde intenso che mi ricorda la primavera. Sei sicura?, mi chiedono. Cavolo, sì, rispondono i miei. E allora si spinge dentro di me. In un primo momento senza successo, e io allargo un po' di più le gambe. «Cazzo, principessa, sei strettissima.» Mi mordo il labbro inferiore, cercando di non andare nel panico. L'ultima cosa che voglio è che sospetti che sono ancora vergine. Serro le gambe attorno a lui e gli spingo il sedere coi talloni, e lui mi penetra più a fondo. Sento un dolore acuto, quasi accecante. «Sì» ansimo per nasconderlo. Per fortuna lui si ferma per un istante, e io ne approfitto per abituarmi. Chissà come, sa che deve fare piano, e arretra con cautela, poi spinge di nuovo lentamente, stavolta guadagnando terreno mentre emette un gemito sexy, gutturale che si riverbera in quella parte di me che sembra allo stesso tempo opporre resistenza e accogliere la sua invasione. «Come fa a essere più bello di quanto immaginassi?» Come fanno le sue parole a eccitarmi quanto il suo tocco? «Tucker» dico in un sussurro, assaporando il modo in cui lui reagisce nel sentirlo. Aumenta il ritmo, gli affondi si intensificano, e io mi perdo. Mi perdo in Tucker Green. Mi scopro a gemere, a mugolare, senza vergogna. Sono felice che non sappia che è la mia prima volta, che non mi tratti come se fossi di vetro. E poi la sua mano è tra noi, mi accarezza nel punto in cui ci uniamo alla perfezione, e io esplodo. Grido il suo nome, tenendolo stretto a me, tenendolo dentro di me. Lui inspira in modo tremante, seppellendo il viso nel mio collo mentre si spinge sempre più a fondo e infine, improvvisamente, si ferma e resta immobile per un attimo. Crolla sopra di me, respirando a fatica. Adoro la sensazione del suo peso addosso, ma lui rotola al mio fianco, e mi preme un bacio deciso sulle labbra. «Dio, Carl» è tutto quello che dice, guardandomi come se non sapesse cosa fare con me. Come se fossi una creatura estranea di cui ha appena scoperto. «Sì» dico senza fiato, ma non riesco a smettere di chiedermi se per lui è sempre così bello... se ogni ragazza con cui è stato ha provato le stesse cose. Mi circonda la vita con un braccio e io mi accoccolo contro di lui, per nulla ansiosa di lasciare il suo letto. Considerata la mancanza di esperienza, il mio livello di rilassatezza in questo momento è piuttosto sbalorditivo. Vorrei tanto sapere a cosa sta pensando ora... se vuole che rimanga qui. Perché non ho un posto dove stare. Dubito che mia madre abbia notato che non sono rientrata, e mio fratello Billy è in campeggio con la famiglia del suo amico Kyle. Tina è l'unica che potrebbe preoccuparsi, quindi allungo una mano verso la borsa gettata a terra ieri sera senza tante cerimonie e prendo il telefono per mandarle un SMS e dirle che sto bene. Anche Tucker coglie l'occasione per controllare il telefono, e quando ho finito lo trovo con lo sguardo ancora fisso sul display. Così aspetto. E aspetto. Cerco di non guardarlo, di lasciargli un po' di privacy, ma dopo diversi minuti che lui passa a digitare a dio solo sa chi, vengo travolta dall'incertezza. Vuole che me ne vada subito? E lui digita e digita, non mi guarda nemmeno di sfuggita, e non ho altra scelta che cogliere il segnale. Tucker si tira su a sedere proprio quando lo faccio anch'io, ma lui è già in piedi prima che io riesca a posare i piedi a terra. Questo mi sorprende. Non sono passati nemmeno dieci minuti da quando era ancora dentro di me e mi ha rivolto a malapena tre parole. Si infila un paio di jeans, e per un momento lo osservo, un po' sbalordita. I suoi pollici corrono ancora sul display mentre continua a mandare quei cazzo di SMS. In questo momento mi odio da morire. Non per aver buttato la mia verginità con qualcuno che mi voleva solo per il sesso, ma perché voglio di più. E a rendere le cose peggiori, sono in grande svantaggio. Sono senza vestiti, ho solo un costume da bagno e un pareo, e sono senza macchina. Fantastico. «Posso... prenderli in prestito?» sollevo i boxer e la maglietta che mi ha prestato per dormire, e finalmente lui alza gli occhi dal telefono. La sua espressione mi sorprende. Me lo aspettavo sprezzante, addirittura indifferente, ma sembra incerto. Preoccupato e tormentato. I suoi occhi si sono incupiti, come se avesse intrapreso una lotta intima mentre guarda me e il telefono. Sono in competizione con un oggetto tecnologico. O con chiunque stia comunicando con lui. Sono davvero patetica, cazzo. «Dio, mi dispiace un sacco, Carl, ma devo proprio andare.» Lo fisso interdetta. È una specie di sceneggiata che sfodera a ogni scopata occasionale? Un modo ingegnoso per sbarazzarsi di noi facendoci sentire in colpa nei suoi confronti? Wow, è persino più scaltro di quanto immaginassi. Sollevo di nuovo i vestiti e inarco un sopracciglio, cercando di apparire indifferente proprio come lui, dicendomi che non m'importa. Non m'importa, non m'importa, non m'importa. Tucker sospira e si passa una mano tra i capelli. D'un tratto ha l'aria esausta. «Sì, ma certo, principessa.» «Grazie.» Mi riaccompagna a casa in silenzio, e io continuo a ripetermi che non m'importa... che è questo che ho accettato ieri sera. Bugie. Non lo guardo nemmeno quando si ferma nel mio vialetto, ma lui mi afferra per il gomito prima che scenda dalla macchina. «Carl...» «Grazie per l'ospitalità» dico allegra, stampandomi un sorriso sulla faccia. Tucker corruga la fronte. «Sì. Certo.» Filo in casa prima che possa sfoderare qualche altro giochetto. E che io possa cascarci di nuovo.


Ruin me. Ogni volta che mi spezzi il cuore - Danielle PearlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora