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CARLEIGH


 Oggi 

«Shhh, lasciala dormire. Al campus gira una brutta influenza e non si è sentita molto bene.» La voce di Tucker penetra nel mio sonno senza sogni. «Ma siamo quasi arrivati» piagnucola Billy. Apro gli occhi ed è un susseguirsi di alberi e pali del telefono. Gemo. «Finalmente!» esclama mio fratello. Mi volto per vedere il suo viso adorabile – ha tredici anni, sì, ma per me resta sempre un bambino. «Ciao, Billy bello» gracchio. Mi schiarisco la voce per sbarazzarmi dei residui di torpore. «Carski.» Usa il nomignolo di quando era piccolo. «Sei malata? Hai un aspetto di merda.» «Billy! A una donna non si dice mai» lo ammonisce Tucker, divertito. «Non è una donna, è mia sorella» lo corregge Billy. «E sembra davvero... distrutta.» Tiro giù lo specchietto di cortesia e in effetti Billy ha ragione. Ho un aspetto di merda. Rovisto nel borsone ai miei piedi e cerco la trousse d'emergenza per applicare un po' di correttore sotto gli occhi. Metto un po' di blush sulle guance per bilanciare il pallore. Poi aggiungo un filo di ombretto glitterato e concludo l'opera con un velo di mascara. Mi volto verso Billy e inarco le sopracciglia. «Molto meglio» approva lui. Rivolgo a Tucker un'occhiata esplorativa mentre mi raddrizzo sul sedile, e il suo sorriso di apprezzamento mi gonfia il petto. «Bellissima» mormora. Mi volto perché non si accorga del mio sorriso. Arriviamo giusto in tempo a casa di Cap, una splendida magione di mattoni rossi, imponente, nonostante sia un quarto di quella mostruosità di casa mia. Billy corre subito nel bagno degli ospiti, mentre Tuck e io raggiungiamo la cucina, dove mi aspetto di trovare tutti. Ci fermiamo sui nostri passi quando sentiamo per caso quella che sembra una conversazione accalorata tra i nostri rispettivi migliori amici, e ci scambiamo un'occhiata imbarazzata. «È che non capisco perché devi essere così testarda, cazzo!» brontola Cap. «Io non sono testarda, Sam!» replica Rory. È l'unica, a parte i familiari di Cap, a chiamarlo Sam. «Non ci sono mai, è il Ringraziamento... e non è giusto!» Mi sento in colpa a origliare mio malgrado. Rory è una persona talmente riservata che non riesce nemmeno a baciare Cap in pubblico senza arrossire. Faccio un passo avanti per palesare la nostra presenza, ma Tuck mi afferra per il gomito e fa cenno di no. «Lasciali finire.» Acconsento, ma la cosa mi mette a disagio. Non sono il genere di coppia che si lascerebbe per una litigata... o che si lascerebbe in generale, se è per questo. Quando due persone sono fatte l'una per l'altra, ti piacerebbe credere che il loro amore possa superare ogni avversità, grande o piccola che sia. Ma a volte non basta. Sono talmente scoraggiata al pensiero che Cap e Rory stiano litigando che comincio a sudare. La mano di Tucker mi stringe la spalla. «Sistemeranno tutto» mi rassicura, attento a non farsi sentire. «Come fai a saperlo?» «Perché Cap ama quella ragazza più della sua vita. Non rinuncerà a lei per niente al mondo.» Ha ragione. Cap non lascerebbe mai Rory. Quando ami qualcuno così, non permetti a nulla di portartelo via. Né una lite, né una bugia... per quanto devastante. Nulla. E per la prima volta mi dico che forse non è tutta colpa mia se io e Tucker ci siamo lasciati. Perché io lo amavo così. Quindi, se non ce l'abbiamo fatta, è possibilissimo che Tucker non mi abbia mai amato nello stesso modo. Non come Cap ama Rory. Non come lo amavo io. Come lo amo io. Questa rivelazione scuote di nuovo quello che resta del mio cuore spezzato e so che devo fuggire prima che le lacrime siano troppo evidenti. Ma da come Tuck sgrana gli occhi è chiaro che si è reso conto di cosa ha detto e delle implicazioni delle proprie parole. Ma non riesce nemmeno a negarlo, si limita a fissarmi con un misto di pietà e rimpianto. Be', adesso lo so. Mormoro che ho bisogno del bagno, prima di rendermi conto che non posso andare molto lontano senza incappare in Cap e Rory o girare i tacchi e tornare da Tucker. Tanto è lo stesso, visto che le mie gambe non vogliono cooperare. Mi addosso alla parete e cerco di fare respiri profondi, dicendomi che non è cambiato nulla. La consapevolezza che Tucker non mi amava dovrebbe rendere la nostra separazione più facile da sopportare, no? Anzi, dovrebbe almeno spiegare perché ha avuto tanta fretta di chiudere con me. Nessuna discussione, nessuna possibilità di spiegare... niente. Dio! Perché fa così male? Cap e Rory hanno continuato a discutere per tutto il tempo, ma Tucker aveva ragione: dopo un po', Rory dice a Cap che va ad aiutare sua madre in cucina e lo prega di "lasciar perdere". Sbircio da dietro l'angolo per vedere se la via è libera, ma non solo Cap è ancora fermo lì a passarsi le mani tra i capelli in preda all'irritazione, ma neanche due secondi dopo viene raggiunto da Tucker. Grandioso, cazzo. «Problemi in paradiso?» «Vaffanculo» sbotta Cap. «Ehi, bello, calmati.» Cap sospira. «Scusa. È così testarda, cazzo. Non ne vuole sapere di fermarsi qui stanotte. Vuole andare a casa con sua madre dopo cena.» «Sei preoccupato per i suoi incubi?» Rory soffre di terrori notturni. Molto debilitanti. Ma lei mi ha confidato che quando dorme con Cap riesce a tenerli a bada. Forse la tranquillizza sapere che lui sarebbe in grado di uccidere per proteggerla. Forse è solo il conforto del suo amore. Ricordo cosa si prova a sentirsi al sicuro. «Dice che sono migliorati» ribatte Cap. «Ma non ha più passato una notte senza di me da quando mi sono trasferito. Da quando ci siamo trasferiti.» «Tiene ancora la stanza al dormitorio?» «Penso che la cederà il prossimo semestre. La cosa folle è che è preoccupata per me. Come se d'un tratto potessi risentire della tensione e mandare tutto a puttane.» «E tu sei incazzato perché dubita ancora di te.» «Sì. Come sta Carl?» Sussulto, e mi rendo conto che Tucker deve avergli raccontato cos'è successo stanotte. Tucker sospira. «Adesso meglio, credo. In macchina ha dormito.» «Hai capito che intenzioni aveva quel tizio?» «No. Ma lo scoprirò, cazzo.» «Io direi di denunciarlo comunque. Non è compito tuo giocare al detective. L'ha messa in pericolo... dovrebbe pagare per questo, che sia stato di proposito o no.» «Sì, Cap. E lo farò. Ma sono le sue intenzioni che devo capire. Perché se sono quelle che sospetto, allora sai bene che non mi basterà denunciarlo.» Merda. «Potresti perdere la borsa di studio.» Ma l'avvertimento di Cap è poco convinto. So che questo non fermerebbe Cap se fosse al suo posto, ma è diverso. Cap ama Rory. «Potresti finire in prigione.» E allora sento la voce di Billy riecheggiare attraverso l'ingresso, sta parlando al telefono e sospetto dal suo tono che si tratti di una ragazza. Conclude la telefonata e va a salutare Cap. «Billy the Kid» risponde Cap, e io mi rintano nel mio nascondiglio mentre si scambiano i soliti commenti tra maschi. Un attimo dopo Beth, la sorella di Cap, esce dalla cucina e si unisce a loro. Devo ricompormi. Billy si concentra all'istante su di lei, che somiglia moltissimo a suo fratello, solo che ha i capelli più chiari del castano cioccolato di Cap. Billy le rivolge un sorriso mellifluo e le chiede come se la passa, dicendole che la scuola per lui andrebbe un sacco meglio se vedesse ogni giorno il suo splendido viso nei corridoi. Beth non lo prende sul serio, visto che ha tre anni meno di lei, ma è chiaramente divertita dalle sue attenzioni. Beth dice che torna in cucina a dare una mano, e mio fratello la segue, mormorando sciocchezze su quanto siano misogini gli altri ragazzi a lasciare che le donne facciano tutto il lavoro mentre loro stanno lì a gingillarsi e chiacchierare. Tucker si posa una mano sul cuore e sogghigna. «Accidenti, sono davvero orgoglioso di lui.» «Non potrebbe renderti orgoglioso ronzando attorno alla sorella di qualcun altro?» borbotta Cap, ma i suoi occhi sorridono. Uso la loro distrazione per raggiungere il bagno degli ospiti, dove mi ritocco il trucco leggermente sbavato dalle lacrime. Mi servono non più di cinque minuti per ricompormi – almeno esteriormente – una dimostrazione del mio talento nel nascondere i sentimenti. Poco dopo raggiungo gli altri e vengo accolta dal calore di tutti. È strano vedere qui Mitch, il padre di Cap. Non lo vedevo dai tempi del divorzio, quando eravamo alle medie. Mentre i ragazzi si fiondano in salotto a guardare una partita di football, Rory e io ci offriamo di apparecchiare e, una volta sistemato l'ultimo bicchiere, lei mi prende da parte in sala da pranzo. «Stai bene?» mi domanda, attenta a tenere la voce bassa, e io deglutisco ansiosamente, chiedendomi se Cap le ha raccontato cos'è successo ieri sera. Che diavolo gli è preso per raccontarle una cosa del genere quando ha ancora i propri demoni da affrontare? «So che dev'essere strano trovarti qui con Tuck, ma Sam ha detto che state cercando di essere amici, giusto?» Tiro un lieve sospiro di sollievo. «Sì. Amici.» Rory sorride per solidarietà. «Sembra che finora proceda bene, no? Cioè, siete venuti insieme...» «Finora sì» rispondo con fare evasivo. «Sono felice che tu sia venuta» mormora lei. «Anch'io.» Passiamo i trenta minuti successivi ad aggiornarci, e quando notiamo che i ragazzi ci hanno dato dentro con le birre, chiedo a Elaine se per lei va bene se ci beviamo un bicchiere di vino. Sinceramente, tra ieri sera e una vacanza in famiglia insieme al mio ex, un bicchiere o due mi farebbero comodo. Magari quattro. Alla fine del terzo quarto di partita, Tucker va in cucina a prendere qualche snack e altre birre. Allunga una mano verso le famose tortine di zucca di Elaine, artisticamente sistemate su un vassoio, e comincia a impilarle in un piatto prima che un mestolo lo colpisca sul dorso di una mano producendo un sonoro toc. «Ahi!» si lamenta lui, ridendo. Riesce ad agguantarne altre due prima che lei lo colpisca di nuovo, e lui sorride compiaciuto mentre la aggira per tornare quasi incolume in salotto. Il suo sguardo incrocia il mio mentre scappa con il bottino, e i miei occhi ricambiano il sorriso, anche se le mie labbra non riescono a fare altrettanto. Non posso cancellare dalla memoria di averlo sentito dire che Cap non avrebbe mai lasciato la sua ragazza per nulla al mondo, sapendo che lui lo ha fatto. Ma i suoi occhi scendono sul mio bicchiere, e diventano subito severi. Rory mi porge dei tovaglioli da portare a tavola, e quando torno Tucker è sparito. Con il bicchiere numero due, finalmente comincio a rilassarmi. Ma non dura per molto. Tucker mi ferma mentre cerco di andare in bagno e mi trascina nello studio vuoto. «Cosa c'è?» ansimo, sorpresa. Lui scuote la testa, l'espressione imperturbabile. «Devi smetterla di bere.» Stringo gli occhi, programmata a reagire alla sua prepotenza in un solo modo. «Io non devo fare proprio niente, Tucker. Che problema hai? Tu quante birre hai bevuto?» A quanto pare ha deciso di fare l'ipocrita e io non sono proprio dell'umore in questo momento. Giro sui tacchi ed esco dalla stanza ma lui mi raggiunge subito in corridoio. Sospira, passandosi le dita tra i capelli, esasperato e le mia dita hanno un formicolio al ricordo di cosa si prova a sentire i suoi capelli sulla pelle. La pelle dell'interno coscia... Sbatto le palpebre per scacciare quel ricordo, scioccata dai miei pensieri ostinati. Ma che mi è preso? Forse un po' di vino mi aiuterà a darci un taglio. «Senti, non sto cercando di fare lo stronzo» dice, d'un tratto sincero. «Solo che, dopo ieri sera, forse dovresti andarci piano, ti pare? Quelle pillole potrebbero essere ancora in circolo» mi avverte. Scuoto la testa. «Le ho smaltite in un paio d'ore. L'ho letto su Google.» Dal suo sguardo sospetto che lo sapesse già. Sperava non lo sapessi io. Ma cosa gliene frega se bevo? «Però, Carl...» «Ascolta, Tuck, è proprio per quello che è successo ieri. Mi ha sconvolto, e in questo momento voglio solo dimenticare che sia successo.» Sospiro. «Ed essere qui con te... stavo per rifiutare quando Cap mi ha invitato. Anche quando ha detto che per te andava bene. Ma non potevo proprio privare Billy della possibilità di avere una vera festa del Ringraziamento. Dubito che ricordi di averne festeggiato uno, visto che era piccolo quando mio padre... se n'è andato. Ma tra noi due... Sto ancora cercando di capire come comportarmi in tua presenza, sai? E significa molto per me che tu voglia cercare di tornare amici, prima o poi. Non voglio incasinare tutto. E anche questo mi provoca molto stress. Senti, voglio solo divertirmi, in un posto sicuro, con persone di cui mi posso fidare, okay?» Tucker mi osserva con una certa riluttanza. Ma sospetto sia la mia sincerità ad averlo colpito. «Sì, okay» conviene, tiepidamente. «E non ti sto controllando, ma hai già bevuto un po' troppe birre per i tuoi standard» sottolineo. Si mordicchia le labbra, pensieroso. «Immagino di essere stressato anch'io.» Si lascia sfuggire una breve risata. «Sai una cosa? Credo che ieri sera abbia traumatizzato te molto più di me.» «Sto bene» gli ricordo. «Grazie a dio» mormora lui. Poi, velocemente, scuote la testa come per sbarazzarsi dei suoi pensieri cupi e mi rivolge un mezzo sorriso. «D'accordo, Carl. Colpa mia. Fa' quello che vuoi. Però stai attenta, okay?» Riesco a esibire un lieve sorriso o anch'io. «Tranquillo» sussurro.

Ruin me. Ogni volta che mi spezzi il cuore - Danielle PearlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora