EPILOGO

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CARLEIGH


Sei mesi dopo 

«Li vedremo là» mormoro a Billy, seduto tra me e Beth Caplan sul sedile posteriore. Guida Cap, mentre tiene la mano tremante di Rory. Ha perso qualcuno cui voleva bene e da allora i cimiteri la rendono nervosa. La bella giornata di sole sembra strana considerando dove stiamo andando. Non so perché ma ho sempre immaginato i cimiteri sotto cupi cieli grigi. Ma non stiamo andando a un funerale, e forse il sole ha deciso di rendere i suoi omaggi presiedendo allo svelamento della nuova lapide... un tributo per una persona che è stata molto amata. Parcheggiamo dietro alla macchina della madre di Tucker. La vedo in lontananza, in piedi con la famiglia della sorella... le sole altre persone presenti oggi. Passa le dita sull'enorme lapide di marmo, tracciando i contorni della sua forma elegante. Persino da qui, riesco a vedere lo strazio che le altera i lineamenti. Ci sono perdite che non si superano mai. Facciamo per raggiungerli, ma alla mia destra vedo il laghetto di cui mi ha parlato Tucker una volta, e dico a Billy di andare pure avanti con i nostri amici. L'acqua brilla nel bagliore della luce pomeridiana e non posso fare a meno di pensare che Tucker aveva ragione: è un luogo davvero pacifico. Contemplo le increspature nell'acqua, provocate dalla brezza leggera, e d'un tratto quella stessa brezza trasporta un profumo familiare. Chiudo gli occhi e inspiro. Non mi volto, so già che è lì, dietro di me. «È bello, vero?» tuona la sua voce profonda. «Avevi ragione» mormoro. «Sarebbe felice di sapere che hai fatto tanto per trovargli un posto vicino al laghetto.» Le braccia di Tucker mi cingono attorno alla vita. «E adesso finalmente avrà la lapide che merita.» Mi volto tra le sue braccia e guardo i suoi splendidi occhi verdi, nostalgici e adoranti. «Ciao» sussurro. Si china su di me e mi sfiora le labbra con un bacio. «Ciao, principessa.» Mi prende per mano e raggiungiamo la sua famiglia e gli amici in silenzio per ammirare la nuova lapide. È di un meraviglioso marmo rosa. Non riesco a fare a meno di pensare che Tucker ha rischiato di essere seppellito accanto al padre. Non si direbbe che una ferita al braccio possa rivelarsi potenzialmente fatale. Ma se colpisce un'arteria, il corpo perde troppo sangue. Persino i paramedici hanno faticato ad arginare l'emorragia, e quando Tucker è giunto in ospedale ha avuto bisogno di due trasfusioni prima che i medici ritenessero probabile la sua sopravvivenza. Mi ha ricordato tanto l'incidente di Billy... non credevo di avere tanta fortuna da assistere a un altro miracolo. Eppure ho pregato e pregato, supplicando Dio di non punire l'uomo che amavo per avermi salvato la vita. Si è svegliato il giorno dopo dispensando battute e fascino in pieno stile Tucker. Ma solo poche ore dopo implorava il mio perdono... per aver presunto che sapessi tutto. Siamo tornati insieme prima ancora che lo dimettessero. Le conseguenze delle azioni di Zayne e la sua successiva morte hanno avuto effetti di vasta portata. Io ero ancora in ospedale (rifiutavo di lasciare il capezzale di Tucker) quando ho ricevuto una telefonata dall'avvocato di mio padre che mi chiedeva di andare a trovarlo. Tucker mi aveva raccontato tutto ormai. Che era stata mia madre a insistere perché non accettasse il patteggiamento, minacciandolo di portarci via. Solo quando Tucker è stato dimesso sono andata a trovare mio padre, che a quel punto aveva già ottenuto un altro accordo. Il procuratore federale era ancora estremamente interessato al recupero del resto dei fondi. Benché non fosse disponibile a offrire sei anni come al principio, si è accordato per otto. Mio padre ne aveva già scontati nove. Il suo rilascio è stato programmato da lì a un paio di mesi, e nell'attesa ha richiesto e firmato i documenti per il divorzio. Abbiamo dovuto cambiare stile di vita, ma non siamo rimasti sul lastrico. Ci è rimasta solo la casa e, una volta venduta, avevamo gli otto milioni del ricavato per ricominciare. I fondi che mio padre ha restituito sono stati divisi tra le vittime, e circa un mese e mezzo dopo Tucker e sua madre sono stati contattati per la restituzione dovuta. Si è messo subito a scherzare su come avrebbe speso il suo gruzzolo e io gli ho suggerito di cominciare dalla lapide del padre. Così eccoci qui. La mamma di Tucker racconta come si sono conosciuti lei e il marito, ed è una storia dolce e molto romantica. Non sapevo che fossero stati fidanzati fin dal liceo, e non riesco a immaginare il suo dolore quando lo ha perduto. Stringo la mano di Tucker un po' più forte. Più tardi quella sera lascio mio fratello all'appartamento in cui viviamo adesso e vado a casa di Tucker. Prova ancora un po' di disagio nel frequentare mio padre, e non posso di certo biasimarlo. Ho passato molte notti a casa di Tucker, comunque. È tardi, ed è stata una lunga giornata, così quando leggo per la terza volta la stessa frase del mio romanzo rosa decido che è arrivata l'ora di spegnere il Kindle. «Che ne dici di questo, principessa? Due camere e due bagni, così Billy avrà la sua stanza quando verrà a trovarci. C'è pure una cucina abitabile.» Sospiro con fare evasivo. Tucker sta cercando di convincermi ad andare a vivere insieme. Credo che si senta ancora in colpa per quando ci siamo lasciati e si sta sforzando con tutto se stesso di recuperare il tempo perduto. Ma questo non significa che dobbiamo affrettare le cose e andare a convivere. «Ci siamo rimessi insieme solo sei mesi fa, Tuck.» Che stronzata. Con tutto il tempo che abbiamo passato insieme in pratica è come se convivessimo già. Ma una parte di me è ancora restia. E se le cose dovessero andare di nuovo male? E se firmare un contratto d'affitto mettesse troppa pressione alla nostra relazione ancora fragile? Tucker mi toglie di mano il Kindle e lo posa sul proprio comodino, fuori dalla mia portata. Mi giro su un fianco per guardarlo negli occhi. «E allora? Sei la mia ragazza da che ho memoria, anche se ci è voluto un po' per rimettere insieme i pezzi.» «Tuck, lo sai che ti amo...» Lui si acciglia. Sa che sto per dire che non dovremmo correre, e aggiungere tutte le altre considerazioni pratiche e ragionevoli che ho ripetuto per settimane. I lineamenti di Tucker si addolciscono mentre si china su di me, la sua bocca che copre la mia dolcemente, teneramente. «Tu dici sei mesi, io dico che è una vita. Ci siamo già passati. Non rinuncio a te, per niente al mondo. Sappiamo entrambi che non potrei neanche se ci provassi. L'ho dimostrato.» I suoi occhi verdi scintillano di sincerità e speranza, e non posso proprio più negarglielo. E, naturalmente, non voglio nemmeno farlo. «Okay» sussurro. Tuck sgrana gli occhi per la sorpresa. «Okay?» Annuisco, e lui sorride trionfante prima di posare di nuovo le labbra sulle mie. 

Ruin me. Ogni volta che mi spezzi il cuore - Danielle PearlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora