9

192 2 0
                                    

CARLEIGH 

Un anno prima 

«Non lo so, Tina. Non mi sento tanto bene» mormoro. Non devo nemmeno fingere la spossatezza della mia voce, solo che in realtà è più emotiva che fisica. Siamo appena stati a trovare mio padre, e non ho proprio voglia di fare nulla. «Carl, tu non ti ammali mai. Che succede?» La preoccupazione di Tina scatena il mio senso di colpa, ma non mi va proprio di andare da Andrew stasera. «Mi sa che sto covando qualcosa» mento. «Credo che me ne andrò a letto.» E questa non è una bugia. «Sicura che non vuoi che venga da te? Sei sola?» Sì e sì. «Sicurissima. Divertiti stasera» mormoro, poi riaggancio. Billy resta a dormire a casa di un amico. Sembrava stesse bene quando siamo rientrati. Era così piccolo quando mio padre è stato arrestato che non sono sicura che ricordi una vita prima di questa. Un periodo in cui siamo stati una famiglia normale. Quando il rapporto con nostro padre non si limitava a una telefonata settimanale e una visita ogni paio di mesi. Le visite sono diventate sempre meno frequenti per via dei viaggi di mia madre, visto che non possiamo andare senza di lei, e la verità è che da quando ho scoperto quel che mio padre ha fatto alla nostra famiglia ho evitato il più possibile anche le telefonate. Una volta pensavo che mia madre fosse insensibile, che scegliere di andarsene in vacanza con le amiche piuttosto di far visita al marito fosse veramente egoista. Ma negli ultimi anni mi sono chiesta se non sia da giustificare. Dopotutto, mio padre ha fatto la sua scelta. Mi sento avvizzita e lacerata, come lo smalto scheggiato e sbiadito sulle mie unghie. Così mi siedo sul pavimento e me le dipingo di un blu notte che riflette il mio umore... uno dei tanti compiti insulsi cui mi dedico in giornate come questa. È sempre stato difficile far visita a mio padre. Ma da quando alcuni anni fa ho scoperto i dettagli del suo mancato patteggiamento è diventato quasi intollerabile. Quell'anno siamo andati a trovarlo a metà gennaio, in concomitanza con uno dei viaggi di mia madre. Prima di allora, anche se comprendevo che fosse colpevole di aver truffato i suoi clienti, ero in grado di separare l'uomo dal reato... di perdonarlo. Sapevo che ciò che aveva fatto era sbagliato, ma sapevo che era pentito... che se avesse potuto tornare indietro e scegliere diversamente lo avrebbe fatto. Che avrebbe fatto qualunque cosa in suo potere per restare con noi, per essere di nuovo il mio papà. Quel giorno ci sedemmo nella sala visite affollata, con mia madre che cianciava di aver bisogno di maggiore accesso ai fondi e ai conti – una lamentela frequente da parte sua – mentre Billy e io cercavamo di non sembrare troppo annoiati. Alla fine mia madre ottenne tutte le informazioni di cui aveva bisogno e io ebbi modo di passare un paio d'ore a raccontare a mio padre della scuola, di Billy che giocava nella squadra di basket, qualunque altra cosa ordinaria succedesse nella mia vita di ragazzina, e mio padre ebbe la grazia di mostrarsi estremamente interessato. O forse lo era davvero. Dopotutto, non poteva essere più noiosa della sua vita attuale. Fu quando la guardia carceraria gli disse che il tempo era scaduto che cominciai ad avere dei dubbi. «Stanley» disse la guardia «sei di turno tra quindici minuti.» Ho sempre saputo che mio padre aveva cambiato il cognome Stanger in Stanley. Pensava che suonasse meglio, e alla fine lo aveva cambiato legalmente "per motivi di lavoro" che adesso riuscivo a immaginare. Continuava a usare Stanger nella vita privata. È così che abbiamo evitato l'attenzione generale quando è stato arrestato. Will Stanley è stato incriminato, riportarono i giornali. Nessuno accennò mai alla sua famiglia. Naturalmente erano cose che già sapevo, ma per qualche ragione quel giorno sentire la guardia chiamarlo Stanley mi spinse a cercarlo su Google. Così dopo una lunga, estenuante giornata mi sedetti al computer e digitai "William Stanley". Fu un errore. Non mi sarei mai aspettata di scoprire qualcosa di nuovo. Pensavo di sapere già tutto. Suppongo di essere stata semplicemente curiosa di scoprire ciò che i media avevano detto di lui. 

Il dirigente di Wall Street William Stanley accusato di aver estorto milioni ai clienti. 

Nessun processo per il mago di Wall Street caduto in disgrazia: Will Stanley rifiuta il patteggiamento. 

Ruin me. Ogni volta che mi spezzi il cuore - Danielle PearlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora