CARLEIGH
Oggi
Mi controllo nello specchio e sospiro. Sono abbastanza casual in jeans e camicetta verde smeraldo, ma mi sono impegnata con trucco e parrucco. Non l'ho fatto per Ben, ma per me stessa. Stasera andiamo a cena con Devin e Max. E anche se Ben mi sta simpatico, è Devin la ragione per cui ho accettato di uscire con loro. Prima ho truccato lei, perché è ansiosa di far colpo su Max... anche se avrebbe potuto benissimo presentarsi struccata e in tuta, da quanto è preso da lei quel ragazzo. Dopo la famosa discussione, si è dimostrato pentito e premuroso, almeno via SMS. Però non si sono più visti da allora e vuole stenderlo... in tutti i sensi, direi. Dopo aver finito con Devin, ho deciso che anch'io meritavo di sentirmi bene con me stessa. Non ho messo molto trucco, ma ho usato una nuova tecnica che fa risaltare le ciglia, e devo dire che mi piace. Però adesso temo che Ben pensi che lo abbia fatto per lui. Devin mi dà una pacca sul sedere. «Ma guardati» scherza. Si controlla nello specchio un'ultima volta e si passa le dita tra i capelli. «Sei bella quasi quanto me.» «Be', era quello lo scopo, no? Non vogliamo che Max non sappia dove guardare.» «Non sono mica preoccupata» ribatte allegramente. E non dovrebbe esserlo. È fantastica. E lo sa. Stasera guida Max, e la sua macchina è ferma davanti al cortile di accesso. Lui e Ben sono appoggiati alla fiancata, a chiacchierare. Ci scambiamo tutti dei baci sulle guance, e Max tiene la portiera aperta per Devin. Salgo dietro con Ben e andiamo al Sweeney's Bar and Grill. La cena procede tra alti e bassi. Io e Ben ormai siamo piuttosto affiatati, ma le effusioni di Devin e Max aggiungono parecchia tensione all'intera situazione. Cerco di ignorarli, e Ben sembra fare lo stesso, ma poi Max sussurra qualcosa all'orecchio di Devin, lei ride, e Ben e io ci scambiamo un'occhiata. La mia è solo un commento silenzioso alla chimica tra i nostri amici, ma mi chiedo se ci sia ben altro dietro quella di Ben. Ho la sensazione che il suo sguardo indugi ancora dopo che ho distolto il mio. Così bevo. Tanto non devo guidare, e mi merito un po' di svago, non c'è ragione per non farlo. Quando Devin ordina tequila per tutti – escluso Max – mi scolo lo shot di colpo. Ne prendo un altro poco dopo e poi passo alla birra. Ecco fatto. All'improvviso le vene mi pulsano per il peso leggero dell'alcol, e la mia stessa risata mi si riverbera nelle orecchie, torbida e sciolta. Il sorriso di Ben è troppo perfetto. Simmetrico. Non come quello sghembo e sbarazzino di Tucker. Non pensare a lui. Lo scaccio dai miei pensieri. O almeno cerco di farlo. Così quando Ben mi chiede di ballare accetto. La musica è alta e trascinante, e noi raggiungiamo i nostri amici in pista. Non c'è nulla di romantico, per questo mi sento a mio agio... o forse è per via dell'alcol. Sono disidratata quando ci risediamo, e io bevo dell'acqua tutta d'un fiato mentre Ben ride e mi dice di andarci piano. Comincia a farmi male la testa. Succede ogni volta che bevo troppo. Non dico nulla, però. Non voglio rovinare la serata a Devin. Da come sorride, è chiaro che sta procedendo esattamente come aveva pianificato. Ma il dolore è sempre più forte, e mi scopro a contare i minuti finché non ce ne andiamo. Ben mi osserva incuriosito, ma solo quando abbiamo pagato il conto e lasciato il locale mi chiede come mi sento. «Bene» mento. «Vi va di venire a casa nostra?» propone Max. «Certo» risponde Devin. Ben mi guarda. «Ehm, a dire il vero ho un gran mal di testa» ammetto. «Forse dovremmo tornare al dormitorio.» Devin mi lancia un'occhiata come a dire non farmi questo, e io mi sento in colpa. Ma mi pulsano le tempie e faccio una smorfia. Il braccio di Ben mi cinge attorno alla vita e capisco che stavo per inciampare, ricordandomi che sono anche piuttosto ubriaca. «Posso darti qualcosa quando arriveremo lì, se vuoi.» Guardo una Devin implorante, poi di nuovo Ben, che sembra sincero e preoccupato. «Dimmi tu.» Fa spallucce. Sospiro. «Okay. Solo per poco, però.» Solo finché Devin non riuscirà a concludere con Max. Magari basteranno un paio di aspirine. Quindici minuti dopo entriamo alla residenza di lacrosse. Il salotto è deserto, i più sono tornati a casa per le vacanze, e mi chiedo se Tucker è ancora qui. Non so cosa sperare. Più tempo passiamo insieme per il progetto, più sembriamo andare d'accordo, ma per quanto mi faccia piacere trovarmi in sua compagnia, questo non attenua la mia sofferenza. È strano sentire la mancanza di qualcuno che è proprio accanto a te e, per la centesima volta da quando ho accettato l'invito, il pensiero di noi due insieme a casa dei Caplan per il Ringraziamento mi fa venire voglia di disdire. Ma non lo faccio. Perché per una volta Billy merita una festa tradizionale in famiglia, anche se non si tratta della nostra. Io e Devin ci sediamo, mentre Ben va in camera sua a prendermi l'aspirina. Ne mando giù due avidamente, ansiosa che le ondate pulsanti nella mia testa svaniscano. Restiamo lì a parlare, raggiunte ben presto da Ricky, e il mio mal di testa comincia a passare. Sono ancora un po' brilla, ma la testa va molto meglio. A dire il vero tutto va molto meglio. Incluso l'umore. Non parliamo di nulla di importante, ma non riesco a smettere di chiacchierare. Osservo Max e Devin che fanno finta di non aspettare una scusa per sgattaiolare in camera di lui. Non so perché, ma la cosa mi rende estremamente felice. Eccitata, persino. «Passato il mal di testa?» sogghigna Ben. «Sì. Ottima l'aspirina che mi hai dato. Grazie!» Adesso che mi sento meglio, sono percorsa dal caldo brivido dell'alcol, che mi libera da tutte le preoccupazioni. Ben mi sembra indispettito. Forse sta ancora pensando di trasformare la nostra amicizia in qualcosa di diverso. Qualcosa di decisamente fisico. Ma in questo momento non sono interessata. Vorrei esserlo. Vorrei essere pronta per dimenticare Tucker. E Ben di sicuro sarebbe un ottimo candidato. Bello, dolce, premuroso e chiaramente disponibile. Ma non è lui l'unica persona che ho sempre desiderato. Tucker. Mi sento strana. Intontita. Sento gli arti pesanti – sarà l'alcol – e il mio umore euforico comincia a soccombere sotto il peso della realtà. Mi chiedo se sta cominciando la fase del doposbronza. Un po' troppo presto, direi. Ma mi sento decisamente stordita. Ho un accenno di nausea, la testa non mi gira, ma piuttosto pulsa, come una luce stroboscopica. I miei occhi si posano sul decoder dall'altro lato della stanza e mi sorprende quanto tempo sia passato. Sono quasi le due del mattino. Guardo il divanetto su cui erano seduti Max e Devin prima, e scopro che in effetti sono scomparsi. Ma non so da quanto sono spariti. Magari da ore. Non voglio interromperla, ma devo rientrare al dormitorio. È tardi, e anche se sono passate un paio d'ore dall'ultimo drink che ho bevuto mi sento troppo stordita. Ed è una sensazione che non mi è familiare. Sembra una strana combinazione di spossatezza fisica e un sogno a occhi aperti. Mi abbandono sul divano e lascio ricadere la testa all'indietro per cercare di riguadagnare i sensi. Le mie palpebre si chiudono pesantemente, avvolgendomi nell'oscurità, mentre i pensieri continuano a vorticare, e mi portano lontano da dove sono... la residenza di lacrosse, con... Ben? Ma non sto più pensando a lui. Sto pensando al ragazzo a cui penso sempre. Tucker mi sta parlando. Mi impongo di aprire gli occhi, ma non è lui. È Ben. Il caro vecchio Ben. La bocca contorta per la preoccupazione, la fronte corrucciata, gli occhi che brillano ancora di una foschia indotta dall'alcol. Ma, a differenza di me, lui sembra aver conservato la maggior parte del proprio autocontrollo. Non so nemmeno quand'è che si è seduto vicino a me sul divano. O come sia possibile che sia passata mezz'ora secondo il decoder... avrò chiuso gli occhi solo per due minuti. Mi sta chiedendo se sto bene. Se ho bisogno di qualcosa. Scuoto la testa.O è quello che cerco di fare. Il mio collo si muove appena. Quindi ci riprovo con maggiore impegno, e questa volta invece di girarsi da una parte all'altra è come se rotolasse. Fa troppo caldo. Mi sembra di avere la febbre. Credo di sentire il mormorio delle mie stesse parole, o forse è solo l'eco dei miei pensieri. Riapro gli occhi. Ben si è procurato un bicchiere d'acqua fredda, e io sussulto quando me lo porta alle labbra e mi chiede di bere. Quando lo ha preso? Il mio petto si alza e si abbassa troppo lentamente, i miei respiri sono troppo fievoli. Ho paura. Vorrei respirare normalmente. «Carl, hai bisogno di sdraiarti. Puoi restare a dormire qui» dice Ben. Restare? Dove? Dove siamo? Perché sono ancora con Ben? Mi sta facendo alzare, ma le mie gambe sembrano liquide. Oh. «Piano, Carl» dice Ben quando il muro picchia contro il mio fianco. Stupido muro. Mi guida oltre la cucina e poi d'un tratto siamo nel corridoio che conduce alle camere del piano terra. Inciampo. Smetto di camminare. «Hai bisogno di dormire, Carl. Ti sentirai meglio dopo un paio d'ore di sonno. Ti riaccompagnerò al dormitorio domattina.» Penso di scuotere la testa, ma non ce la faccio. Sono stanchissima. I miei occhi non restano aperti per più di qualche secondo. Mi sa che sto per vomitare. So di aver bevuto tanto, però qui c'è dell'altro. Devo essermi presa un virus. Ma qualunque cosa sia, so che non posso permettere che Ben mi porti in camera sua. Credo che sia un bravo ragazzo, ma non lo conosco abbastanza per fidarmi di lui. «No» borbotto. Vorrei spiegarmi. Dirgli che voglio andare a casa. Non a casa. Al dormitorio. O a casa. Non lo so. Non so un cazzo in questo momento. Non riesco a pensare lucidamente, però ho paura. Mi divincolo dalla sua stretta e poi cado. Ma le sue braccia mi afferrano e mi riportano nella direzione che vuole lui. «N-no.» «È tutto okay. Hai bisogno di stenderti. Ti terrò d'occhio io, starai benissimo.» Sì. Stendermi. Ecco di cosa ho bisogno. I miei piedi si muovono, chissà come, ma poi guardando lungo il corridoio, oltre a quella che riconosco come la porta aperta della stanza di Tucker, e verso una stanza sconosciuta, ricordo... non voglio entrare lì dentro. Mi ritraggo e riesco a fare qualche passo indietro prima di inciampare. Mi aggrappo a malapena al muro e chiudo gli occhi per bloccare le luci accecanti che d'un tratto esplodono dall'alto. Le mani di Ben si chiudono sulle mie spalle con decisione, e sento una morsa allo stomaco. Perché ho bisogno d'aiuto. È tutto incasinato, non riesco nemmeno a camminare dritta. Ho bisogno di lui per restare in equilibrio, ma allo stesso tempo è lui la causa della mia paura. Lui e la sensazione di non avere il controllo del mio corpo. Sono vulnerabile, ed è una sensazione nuova per me, una sensazione che detesto con ogni cellula del mio corpo. Perché mi rimanda a un periodo in cui ero solo una bambina, aggrappata alla gamba di mio padre, tanto disperatamente come ora sono aggrappata a questo maledetto muro, che per essere un oggetto statico sta facendo di tutto per evitare la mia presa. Le luci mi attaccano anche attraverso le palpebre chiuse, e l'incessante mormorio di Ben mi rimbomba nelle tempie, finché un leone non spicca un balzo ruggendo selvaggiamente. Tucker. O lo sto immaginando o è qui, ma non apro gli occhi per controllare. Perché gira tutto e sono confusa, e non posso fare assolutamente nulla per tirarmi fuori dai guai a parte aggrapparmi al muro del corridoio, le unghie che affondano con tanta violenza che devo aver scalfito l'intonaco. «Che cazzo succede?» Il volume della voce di Tucker mi fa sussultare, ma sentirla, anche se alterata dalla rabbia, è un sollievo. Mi aiuta a fare respiri più profondi. Altri mormorii di Ben. Afferro solo sbronza e letto. «Ti sei bevuto il cervello se credi di portarla nel tuo letto» ringhia Tucker. Il pavimento si inclina mentre vengo strappata dalla presa di Ben. I miei occhi si schiudono, ma colgono molto poco. Sento solo la furia di Tucker contro Ben e le parole che mi sussurra per confortarmi, e lascio che mi avvolga nella sua forza, e in silenzio imploro la sua pietà.
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Ruin me. Ogni volta che mi spezzi il cuore - Danielle Pearl
ChickLitQuesto libro è stato scritto nel 2017 da Danielle Pearl. Il primo amore non si scorda mai. Eppure, la bellissima Carleigh Stanger combatte da tempo con se stessa per dimenticare i meravigliosi ricordi vissuti con Tucker Green, il suo ex fidanzato. L...