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CARLEIGH 


Oggi 

Mi sveglio con sollievo, perché il rapimento dev'essere stato un sogno. Non c'è altra spiegazione. Cose del genere non succedono davvero. Insegnanti amichevoli e solerti non si trasformano in psicopatici da un giorno all'altro. «Bene, sei sveglia» mormora Zayne nell'istante in cui apro gli occhi. «Ti ho preso un panino, ma dovrò darti da mangiare io.» «Non ho fame» gracchio, la voce roca per il sonno. Mi aspetto che Zayne si metta a discutere, ma lui dà un'alzata di spalle, come se non potesse importargliene di meno se mangio o no. E perché dovrebbe? Ma ho bisogno di qualcosa da lui, e mi scoccia doverlo chiedere. «Devo... andare in bagno.» Zayne alza gli occhi al cielo come se lo avessi esasperato con i miei bisogni essenziali, e per un attimo penso che me lo negherà. Invece, prende la pistola dal tavolo accanto alla finestra, tenendola minacciosamente vicina mentre mi slega. La usa per guidarmi verso il bagno e con mia totale umiliazione me la tiene puntata contro mentre mi siedo sul water con la gonna come unico scudo per difendere un minimo di dignità. Mi riporta a letto non appena ho finito di lavarmi le mani e mi lega di nuovo, ancora più stretta. «Non essere così avvilita, Carleigh. Tutto si sistemerà. Per entrambi. Anzi, è un buon momento per sentire cosa fa il fidanzatino, non credi?» Lo fisso mentre prende il telefono. «Stavolta non parlare. Capito?» Non aspetta una risposta. Compone il numero e mette il vivavoce, come l'ultima volta. «Facciamo progressi?» chiede Zayne, come se lui e Tucker fossero una squadra. «Sto facendo del mio meglio» risponde Tucker. Ma lo conosco, e l'incertezza che traspare dalla sua voce mi mette ansia. «Spero proprio che il tuo meglio sia sufficiente, signor Green. La signora Stanger collabora?» «Ti troveremo i soldi» mormora lui a denti stretti. Intuisco dalla sua voce che quello che vorrebbe pronunciare in realtà è una sfilza di imprecazioni, ma mantiene la calma per il mio bene. «Però potremmo aver bisogno di un po' più di tempo. William Stanley è in una prigione federale... non possiamo mandargli un SMS. La madre di Carl gli ha mandato una mail ed è in attesa della sua chiamata. Una volta che gli avrà detto come accedere ai fondi potremo pensare al modo di trasferirli, ma non so se riusciremo a far tutto entro le prossime diciotto ore.» «Trovo che quando le persone sono propriamente motivate, riescono a compiere anche delle imprese impossibili.» «Credi che non sia motivato, cazzo?» «Allora sarà meglio che ti sbrighi. Ho fiducia in te, signor Green. Carleigh ha fiducia in te. Sa che non la abbandonerai.» Lo guardo con rabbia, con una voglia matta di graffiargli via quel sorrisetto dalla faccia. «Ma se ci volesse solo un...» Zayne diventa d'un tratto minaccioso. «Vedo che non sono stato chiaro, prima. Se vuoi rivedere Carleigh, dovrai trovarmi quei venti milioni entro le ventiquattro ore che ti ho concesso.» «Se le fai del male...» «Non ho in mente di farle del male, signor Green. Non servirebbe a nulla. Non fraintendermi, se dovessi fare qualcosa di stupido – per esempio, contattare le autorità – non avrò altra scelta e dovrò disfarmi delle prove, inclusa Carleigh.» Parla di porre fine alla mia vita con la più totale indifferenza. «Te l'ho detto dall'inizio: quello che mi preme sono i soldi. E se non ti atterrai alle mie richieste, allora dovrò agire altrimenti.» «Che vuoi dire?» chiede Tucker con cautela. «Voglio dire che trarrò profitto da Carleigh, in un modo o nell'altro. E di sicuro preferirei farlo con il riscatto, perché venti milioni sono molto più di quello che otterrei vendendola. Ma una biondina graziosa come lei all'asta mi frutterebbe un numero a sei cifre. Forse di più, con il compratore giusto.» «Figlio di puttana! La troverò! E troverò te!» La minaccia di Tucker rimbomba attraverso il microfono, scuotendo tutta la stanza. Ma Zayne si limita a ridere. «Sinceramente, amico mio, la tua energia sarebbe impiegata molto meglio altrove. Se chiami la polizia, morirà. Se non riesci a farmi avere il denaro, finirà in un altro continente prima che sorga il sole. In un modo o nell'altro, non rivedrai più i suoi begli occhi verdi.» Riesco quasi a sentire Tucker ribollire di rabbia. «La venderesti per qualche migliaio di dollari invece di aspettare qualche ora in più e ottenere venti milioni?» «Be', sarebbe qualcosa di più che qualche migliaio. Parliamo di una cifra sufficiente a farmi andare avanti per un po', e naturalmente gli Stanger hanno un altro figlio di cui prenderebbero la vita più sul serio dopo aver perso la primogenita.» Le mie pulsazioni accelerano per il panico. Billy. Chiudo gli occhi per cercare di stare calma, e nel momento in cui finalmente riesco a ricompormi, Zayne ha già riagganciato. «Quindi adesso sei nella tratta del sesso?» sibilo con aperto disgusto, e Zayne ha il fegato di ridere. «No, Carleigh. Sono un docente universitario che ha appena preso un dottorato in marketing. Nessuno sospetterà mai di me per la tua scomparsa. Nessuno sa che conosco qualcuno che conosce qualcuno che conosce persone che sanno esattamente cosa fare con una ragazza come te. Ma finché tua madre sceglierà te contro il suo stile di vita, non dovrai mai incontrarle.» «Sei pazzo se credi davvero di farla franca.» «Tucker non la farà franca, vuoi dire.» Cosa? «Il tuo gruppo lo ha sentito quando ti ha chiesto di cenare insieme a lui ieri sera. Le telecamere dell'edificio mostreranno che sono uscito da solo, più di venti minuti dopo di te. E sono sicuro che ci sono moltissime persone pronte a testimoniare sulla vostra relazione tumultuosa.» Lo guardo a bocca aperta. «Lo faresti davvero? Uccidermi o... vendermi. E permettere che un innocente paghi per tutto questo?» Non so perché lo domando. Mi ha già dimostrato fino a dove sarebbe pronto a spingersi. «Dubito che andrebbe in prigione. Tutte le prove sarebbero circostanziali. Ma sarebbero sufficienti a generare sospetti. Ma non mi preoccuperei per Tucker. Certo, avrà il cuore spezzato, ma non andrà in prigione per questo, e alla fine riuscirà ad andare avanti. È così che funziona con il dolore.» Non ribatto. Non ha senso. Zayne è pazzo, e più cerco di trovare in lui una persona razionale, più mi rendo conto che non esiste. Fisso la parete in una specie di trance senza tempo quando Zayne decide che è ora di "vedere come va". Il letto si affloscia quando si siede accanto a me, ma lo ignoro finché non compone il numero e risponde la voce di mia madre. Sento Tucker e Billy che gridano in sottofondo, e mi irrigidisco. «È mia figlia e voglio parlare io con lui!» urla mia madre prima di parlare. Questo non va bene. «Ah, signora Stanger» la saluta Zayne. «Temo che lei mi abbia messo in una situazione di svantaggio.» La voce di mia madre è fin troppo calma... la sua sicurezza mi riempie di disagio. «Non potrei essere più d'accordo.» Mia madre esprime il proprio disappunto con un lungo silenzio. «E come dovrei chiamarla?» «Non credo abbia molta importanza. Ma perché non mi chiama signore?» Mi rivolge un ghigno. Com'era da prevedersi, mia madre non lo asseconda. «Vede, io rivoglio indietro mia figlia – illesa – e lei vuole un'esorbitante somma di denaro.» «Be', non si può dare un prezzo alle persone che amiamo, giusto?» la sfotte Zayne. «Be', no» conviene mia madre. «Io non posso. Ma lei a quanto pare sì. E mentre non c'è somma di denaro che non darei per la salvezza di mia figlia, lei ha scelto una somma che noi non possediamo affatto.» Smetto di respirare. C'è una violenta agitazione in sottofondo, con Billy e Tucker che urlano freneticamente e battono i pugni dall'altro lato di quella che dev'essere una porta chiusa, ma mia madre sembra non prestar loro alcuna attenzione. Zayne sembra altrettanto scioccato dalla reazione di mia madre, e col passare dei secondi la sua espressione trasuda sempre più rabbia. «Lei sembra al corrente della situazione finanziaria della mia famiglia. È di dominio pubblico, dopotutto. Presumo che lei abbia fatto le sue ricerche...» Zayne emette un verso d'assenso. «Ha comunicato a Tucker Green che lei crede che abbiamo dei beni nascosti per l'ammontare di venti milioni di dollari, ma sfortunatamente non potrebbe essere più lontano dalla realtà.» Zayne socchiude gli occhi, e io vorrei tanto gridare a mia madre di chiudere il becco. Ma lui non mi è mai sembrato tanto minaccioso, e temo che se apro bocca potrebbe cambiare idea e uccidermi. «Ho appena parlato con mio marito, che come saprà è in prigione. Mentre parliamo, si sta appellando alla benevolenza di familiari e vecchi associati, e dovrebbe racimolare un totale di cinque milioni di dollari. Le trasferirò questa somma nel conto da lei indicato entro la scadenza stabilita.» «Cinque milioni» sussurra Zayne, incredulo. «È una grossa somma di denaro» afferma mia madre con un certo orgoglio. «Una volta trasferita, mi aspetto che mia figlia...» «Passi il telefono a Tucker Green» dice Zayne sottovoce, impiegando una calma criptica che mi innervosisce ben più della sua rabbia di poco prima. Mia madre sussulta. «Come dice? Ha sentito quello che ho detto?» «Eccome. Adesso passi il telefono al signor Green. Subito. O sentirà urlare sua figlia.» Sappiamo che mia madre ha aperto la porta quando le voci di Billy e Tucker crescono di volume. Stanno urlando, imprecando e minacciando mia madre, ma temo che sia troppo tardi... il danno è fatto. «Pronto?» dice Tucker freneticamente. «Non ascoltarla. Noi...» «Voi cosa?» lo interrompe Zayne? «Non sono soldi tuoi. È Nicole Stanger che deve trasferirli. Il tuo compito era di assicurarti che capisse il proprio ruolo e lo prendesse seriamente. Ma a quanto pare nessuno di voi ha compreso quanto sono serio io.» «Io sì!» dice Tucker in preda alla disperazione. «Gliel'ho detto, cazzo! Parlerò con il padre di Carl. Lei non mi ha permesso di spiegargli come stanno le cose. Ma io...» «Sono stato chiaro sul fatto che le mie condizioni non erano negoziabili, ma sembra che tu abbia bisogno di una lezione su cosa succede quando non vengo preso sul serio.» «Non farle del male» lo supplica Tucker. «Giuro su dio...» «Dio non è interessato e nemmeno io, signor Green. Sapevi qual era la posta in gioco. Se vuoi rivedere la tua preziosa principessa, sarà meglio che tu non commetta due volte lo stesso errore.» La vista mi si appanna in un velo di lacrime che rifiuto di lasciar cadere, ma comincio a tremare senza controllo. Non posso sapere per certo cosa intende fare, ma lo sospetto. Lo ha accennato. Non ho intenzione di scoparti, Carleigh... a meno che non vi sia costretto. Zayne mi guarda in modo eloquente, e sono quasi consapevole che non ha chiuso la telefonata. «Temo avessi ragione tu, Carleigh. Devo aver sopravvalutato i sentimenti che Tucker Green prova per te.» «Ti prego, lasciami andare. Ti prego» lo supplico. «Non posso, tesoro. Sono stato chiaro sulle condizioni, no? L'unico modo che hai per uscire viva da qui è che io ottenga i soldi, in tempo. E non cinque milioni del cazzo. Ma questo sfacciato tentativo di negoziare la cifra?» Scuote la testa con disapprovazione. «Deve ferirti... la sua decisione di mettere a rischio la tua vita in questo modo.» La voce furiosa di Tucker rimbomba in sottofondo, ma sono troppo sconvolta per capire le sue parole. Non importa, però. So che è stata mia madre a decidere di mettere a repentaglio la mia vita, non Tucker. «È chiaro che non ha comunicato efficacemente le mie richieste. Ma questo dimostra che Tucker e tua madre, o chiunque abbia avuto la sciocca idea di questa negoziazione, non capiscono proprio la gravità della tua situazione.» «So che fai sul serio» lo rassicuro. «Ti prego. Te l'ho detto... i soldi...» «Ma non sono un uomo che rinuncia facilmente. E ci sono modi per provare il mio impegno in questo piano senza ucciderti, e senza perdere il denaro.» Il suo sguardo percorre il mio corpo con intento carnale, e io spalanco gli occhi per il terrore. Scuoto la testa furiosamente. So cosa sta per accadere e non posso fare nulla per fermarlo. Comincio a implorare comunque. Zayne spinge il tavolo ai piedi del letto e apre l'app video sul telefono, posizionandolo sul tavolo per inquadrare il letto e me, legata, tremante e un passo dalle lacrime. Ma Zayne si assicura che sia visibile solo la sua schiena, e anche se in silenzio mi auguro che si volti accidentalmente e mostri il proprio viso, so già che è troppo attento per commettere un errore simile. Per un istante penso di urlare il suo nome, ma poi mi ucciderebbe. Lo so. Mi divincolo istericamente mentre sale sopra di me, i polsi che bruciano contro la corda, le gambe che scalciano selvaggiamente come mia unica difesa. «No, no, no!» supplico, ancora e ancora, solo vagamente consapevole delle grida di Tucker attraverso il telefono... crudeli minacce e violente promesse. Ma sono solo quello. Parole. Perché qui, in questa stanza, con quest'uomo senza cuore, sono davvero sola. Nessuno verrà a salvarmi. Le mani di Zayne mi afferrano per i fianchi nello sforzo di immobilizzarmi, e le mie suppliche si trasformano in rabbia. «Non toccarmi! Non ti azzardare a toccarmi, bastardo!» Vengo afferrata e trascinata così forte contro il materasso che per un attimo mi manca il respiro e mi immobilizzo brevemente per lo shock. Ma questo non fa che galvanizzarmi e il mio ginocchio cozza contro le costole di Zayne. Reagisce con una smorfia e un gemito di dolore, ma è solo una sospensione momentanea, e non è che possa approfittarne per scappare, con le braccia legate in questo modo. Urlo quando prendo un manrovescio in pieno viso, così forte che tutta la testa gira di lato e vedo le stelle. «Smettila, Carleigh! Non andrai da nessuna parte... lo sai. Smettila di fare la stupida.» «Lasciala andare, figlio di puttana!» ruggisce Tucker. «Lasciala stare, cazzo!» «Non volevo essere costretto a farlo» dice Zayne con una sincerità che mi dà la nausea. «Ma allo stesso tempo credo che una parte di me desiderasse l'occasione per punirti» ammette. «Sei eccezionalmente attraente. Come ho detto, non sono insensibile al tuo fascino.» Si guarda attorno per la stanza con una strana nostalgia. «E quanto è appropriato che avvenga dove tutto è cominciato.» Che significa? È più folle di quel che credevo, ed è una scoperta agghiacciante. Fa per sbottonarmi la camicetta. Cerco di prenderlo di nuovo a calci, ma tira fuori dalla tasca un coltello e me lo punta alla gola. Sussulto, immobilizzandomi all'istante. Vorrei urlare altre minacce, altri insulti, ma mi si bloccano dolorosamente in gola. Invece concentro ogni sforzo per trattenere le lacrime. Respiro a fatica mentre Zayne stacca i bottoni col coltello, aprendo la camicetta. «Se mi prendi di nuovo a calci, ti ripagherò con questo.» Solleva il coltello. «Ci siamo capiti?» Non annuisco. Non gli do questa soddisfazione. Ma lui accetta la mia ubbidienza comunque. Mi solleva la gonna, arrotolandomela attorno alla vita, lasciando esposte le mie mutandine di pizzo bianche. Sento mia madre che piange in sottofondo alla furia di Tucker, e la sua reazione, persino in questo momento, sembra artefatta. Mi concentro sulle parole di Tucker, aggrappandomi alla sua promessa che il mio rapitore pagherà con la vita. Zayne comincia a togliersi i vestiti, ma si ferma per prendere il telefono dal tavolo. Attento a non mostrare la propria identità, lo punta sul mio viso sconvolto mentre mi monta addosso. E poi, senza alcun preavviso, pone fine alla chiamata e al video. Ma anche mentre perdo il conforto della rabbia di Tucker, non posso fare a meno di essere grata perché gli verrà risparmiata la vista di ciò che sta per accadere, anche se non so perché. Posso solo presumere che Zayne voglia un po' di privacy e chiudo gli occhi, la mente che viaggia lontano dal presente, in cerca della voce di Tucker e del ricordo di un momento migliore, quando non c'era un mostro pronto a usarmi come mezzo per raggiungere i suoi scopi nefasti, e quando Tucker rappresentava ancora il mio futuro.

Ruin me. Ogni volta che mi spezzi il cuore - Danielle PearlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora