Capitolo 19 - Eleanor

2.6K 142 41
                                    

È stata dura dormire di nuovo senza J, ma ho dovuto farlo.
    Quando ho ascoltato il suo messaggio in segreteria mi si è sciolto il cuore, ma sapevo che una notte lontano da noi gli avrebbe fatto solo del bene, o almeno credo. E se ho fatto giusto i miei calcoli, basandomi su quello che J mi ha detto nel messaggio registrato, dovrebbe tornare a casa da un momento all'altro e urlarmi che sono io la sua unica priorità e che suo padre, con tutti i problemi che ci ha causato, può anche andarsene al diavolo.

      Leo è già sveglio e ha passato meglio la notte rispetto a me che non ho fatto altro che girarmi e rigirarmi tra le lenzuola fredde. Ora è riposato e sorridente e sta giocando con la sua macchinina preferita.
       Mi accovaccio sul pavimento per giocare insieme a lui, e dopo poco finalmente qualcuno bussa alla porta.

      Sorrido. «È arrivato papà», dico a Leo che batte subito le manine con gioia. Lo prendo in braccio e corro alla porta senza nemmeno guardare dallo spioncino, e la spalanco già pronta di ricevere uno dei suoi stretti abbracci, dove mi si impregna addosso tutto il suo odore per tutto il resto del giorno. Ma l'abbraccio non arriva. Sulla soglia c'è Andrew.

«Mi dispiace, non sono J». Intuisce non appena si accorge del sorriso che mi muore sulle labbra.

     «Che ci fai qui?» chiedo avvilita e lo fisso mentre si fa strada dentro  casa. E sono così sconfortata da non badare nemmeno alla porta che rimane socchiusa e seguo Andrew al centro del salotto. Ma dov'è J?

     «Ero preoccupato...» aggiunge Andrew, strappandomi dai miei pensieri.

      «Per cosa?» gli rispondo ma è come se non lo stessi facendo affatto. La mia mente ormai è focalizzata solo su J e a dove possa trovarsi in questo momento.

      «Non è tornato, vero?» mi chiede pur conoscendo la risposta e nota il mio stato d'animo sul punto di un crollo. Prontamente mi si avvicina e posa una mano sulla mia guancia, accarezzandomi lo zigomo con il pollice. Leo se ne sta buono tra le mie braccia.

     «Tu l'hai visto?» il mio tono di voce risulta quasi essere disperato e lo fisso negli occhi sperando che sappia qualcosa. Ma scuote leggermente la testa e mi fa un'espressione triste.

      «No, ma era con quella Ivy ieri sera dopo la cena. La tua macchina nel parcheggio del ristorante non c'era più quando li ho visti andare via insieme».

      «Cosa? Mi aveva detto di essere al locale...» mormoro tra me e me e Andrew alza le spalle.

      «Forse le ha dato solo un passaggio. Ma perché non è tornato?»

      «Gli ho detto io di non tornare a casa...»

      «Quindi la storia che ha raccontato quella svampita sullo strip poker era vera?» stenta a crederci.

      «Sì, o meglio, in parte vera. Nel parcheggio abbiamo avuto una discussione e mi ha spiegato come sono andate veramente le cose... ma ora dov'è?» inizia a salirmi l'ansia e mi scosto da lui per recuperare il cellulare. Provo a chiamare J con le dita che tremano, ma non risulta raggiungibile.

       Andrew mi sfila il cellulare dalla mano e lo getta sul divano, per poi accogliere il mio viso tra le sue mani. «Stai calma, okay?»

      «Calma? Come faccio a stare calma se non so dov'è?» cerco di scostarmi le sue mani dal mio viso, ma lui non le toglie.

      «Starà con lei», sbotta e io lo guardo di traverso. «Non guardarmi così. So che l'hai pensato anche tu. Anzi, di sicuro non hai fatto altro che pensare a questo per tutta la notte. Ti conosco bene, Eleanor... e stai solo perdendo tempo, perché J è andato via con lei invece di inseguire te. Più chiaro di così si muore». Mi sbatte in faccia l'amara verità, quella che ho cercato di coprire per tutte la notte con la voce di J nel messaggio registrato che ho ascoltato in loop.

Rapita - parte 4 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora