Con il cuore in gola, e una multa in tasca per eccesso di velocità, finalmente arrivo a casa. Ma la porta è per metà aperta e il mio cuore fa un capitombolo nello stomaco non appena vedo Eleanor seduta sul pavimento che singhiozza mentre stringe tra le mani un calzino di Leo. E c'è del sangue sul suo viso, che gocciola lento da una ferita all'esterno dell'occhio destro.
Sono arrivato troppo tardi, cazzo!Mi precipito verso di lei. Le accarezzo i capelli e le scosto alcune ciocche dalla ferita, e ho paura di chiederle cosa è appena accaduto. Ma mi batte sul tempo, e tra i singhiozzi e la voce rotta, mi dà la notizia più raccapricciante e orribile che abbia mai ricevuto.
«L'hanno preso. L'hanno portato via. Piangeva, J. Piangeva un sacco... e io non ho potuto fare nulla. Nulla, capisci?» i suoi occhi gonfi e arrossati mi fissano con rabbia e tristezza, e mi spezzano in due.«Lo troverò. Sarà l'ultima cosa che farò in vita mia, ma troverò Leo. A ogni costo... te lo prometto».
«Non le voglio le tue promesse», ringhia e mi spinge via. «Non servono a un cazzo le tue promesse», borbotta mentre si rialza e percepisco che ce l'ha con me. Ce l'ha a morte con me.
Stringo i pugni e la fisso mentre gira per il salotto con le mani tra i capelli. Piange. È disperata. «Mio padre saprà qualcosa di sicuro. Troveremo Leo, all'istante, perché penso che ci sia lui dietro tutto questo caos...»
«Tuo padre, certo!» sbotta e si volta verso di me. Gli occhi sgranati e il labbro inferiore che trema per la rabbia. «Lo sai cosa ha fatto il tuo caro e dolce paparino? Ha rubato del denaro e della droga al tizio che si è presentato qui stasera e si è spacciato per te. Ha detto a tutti di chiamarsi Jack Morris ed è per questo che ti hanno distrutto il locale e hanno preso mio figlio».
Digrigno i denti e rimango fermo mentre avanza verso di me. «È colpa tua», mi vomita in faccia, con tutto lo schifo e lo sdegno che prova. «Volevi un padre a tutti costi. Mi hai messa da parte per lui, per correre ogni volta da lui. Mi hai lasciata sola di notte, mi hai tradita, mentita e... dov'eri prima? Perché non hai impedito che tutto questo accadesse? Perché non mi hai dato retta quando ti dicevo che tuo padre ci stava distruggendo? Perché cazzo eri da quella troia della tua amante mentre portavano via Leo?» urla e mi spintona. E come al solito, non ha capito nulla.
E qualcosa dentro di me esplode. Sembra che tutto lo stress, la rabbia, la frustrazione e l'impotenza si coalizzino tutte insieme per farmi sbroccare completamente. E infatti, perdo le staffe.
Comincio a girare per la casa e a sfogare tutta la rabbia spaccando ogni aggetto che mi capita sottomano. E impreco, bestemmio, urlo, e me la prendo persino con Eleanor che è capace di farmi sentire una merda umana.Non le do tutti i torti. Molte delle cose che ci sono accadute è stato per colpa mia. Ho lasciato che Ivy si intromettesse tra di noi, che mio padre mi usasse da esca... ma non volevo assolutamente che tra tutti sarebbe stato Leo a pagare. Mio figlio.
Ringhio mentre scaravento a terra un vaso di cristallo che va in mille pezzi. I fiori bianchi e l'acqua si sparpagliano sul marmo lucido e sul tappeto. «Credi che volevo questo?» sbotto con affanno e alta voce. «Volevo che prendessero mio figlio? Perché è anche mio figlio, cristo santo!» e tiro giù un quadro dalla parete, rompendolo. «E Ivy non è la mia cazzo di amante! L'hanno stuprata senza nessun motivo stasera e senza che io centrassi un cazzo in tutta questa storia». Urlo senza ritegno. Eleanor si è allontanata in un angolo e singhiozza sottovoce. Mi implora di smetterla, ma non le do retta. Scaravento a terra anche la nostra cornice e quando afferro quella che raffigura Leo, mi blocco.
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Rapita - parte 4
Gizem / GerilimRitornano Jack e Eleanor, con una nuova vita ma con questioni ancora irrisolte. Pronti a farvi trascinare di nuovo nel loro oscuro mondo?