Anche se la fuga di J dal matrimonio mi ha resa nervosa e ansiosa, ha saputo comunque riscattarsi quando è tornato a casa. Ho dovuto attendere un paio d'ore però prima del suo rientro, e quando ha varcato la soglia non ha spiaccicato neanche una parola. Ha solo camminato verso di me e mi ha spogliata, con voglia e desiderio. E io l'ho assecondato.
Leo fatica a dormire. Si è svegliato già tre volte questa notte mentre J dorme profondamente senza accorgersi di nulla. Dopo aver fatto l'amore mi ha detto che suo padre aveva solo bisogno di un passaggio a casa e che non era successo nulla di grave. Spero che gli abbia anche detto di non dover insistere come stasera, dato che non ha solo un padre a cui pensare ma anche una moglie e un figlio che richiedono la sua costante presenza.
Mi alzo di nuovo dal letto e prendo Leo dalla culla che ricomincia a lamentarsi per portarlo in salotto. Non voglio far svegliare J e cerco di fare quanto più silenzio possibile.
«Shh, eccomi qui», sussurro a Leo che ha gli occhi lucidi e le gote rosse. Gli controllo la fronte e sembra proprio che abbia qualche linea di febbre.
Lo stringo al petto e lo dondolo un po' mentre esco dalla stanza, ma il display del cellulare di J sul comodino si illumina due volte senza emettere alcun suono. Mi blocco e ci poso sopra lo sguardo. Chi può mai essere a quest'ora della notte?
Il numero non è memorizzato, ma l'anteprima del messaggio mi permette di leggere qualcosa:
Hey, sono Ivy. Ti sei perso la parte migliore della serata 😉.
E il secondo messaggio è una foto che purtroppo non riesco a vedere. Dovrei sbloccare il cellulare per capire di cosa si tratta, ma non voglio farlo. Mi fido di J, anche se non ho la più pallida idea di chi possa essere questa Ivy che gli manda i messaggi a quest'ora della notte. Sarà la compagna di suo padre? Dopotutto è stato con lui stasera e credo proprio che domani mattina me ne parlerà. Fare la moglie isterica e gelosa non è proprio da me e J non è neanche il tipo di marito che ha dei segreti da nascondere. Siamo due libri aperti, ci conosciamo come le nostre tasche e i dubbi non fanno proprio al caso nostro.
Ma il mattino seguente, attendo con ansia che mi dia delle spiegazioni, ma non dice nulla. Si sveglia e raggiunge la cucina come suo solito. Mi bacia la guancia e dedica il suo tempo, prima di andare a lavoro, a Leo che non sta per niente bene. «Vi ho sentiti stanotte».
«Ha la febbre. Ho già chiamato il dottore. Sarà qui a momenti».
«Vuoi che resti qui con voi?»
«No, tranquillo. Vai pure al locale». Si sente un po' di agitazione nella mia voce e non riesco nemmeno a guardarlo negli occhi.
«Tutt'okay?» mi chiede impensierito.
Annuisco e mi tengo occupata pulendo le tazze della colazione.
«Ehi, che c'è?» mi si avvicina con Leo tra le braccia e sento il suo sguardo che mi buca la schiena.
Mi irrigidisco. «Chi è Ivy?» chiedo con la voce un po' smorzata.
«Cosa?»
Mi volto, ma ancora non riesco ad alzare gli occhi su di lui. «Questa notte, quando Leo si è svegliato, il tuo cellulare sul comodino si era illuminato e ho letto per caso il messaggio. Lo sai che odio farlo, ma chi era? Non ti ho mai sentito parlare di una certa Ivy». Non c'è rabbia nelle mie parole, ma solo tanta curiosità.
«Sì, non ti ho parlato di lei. Si tratta della figlia della donna che sta con mio padre. L'ho conosciuta quando sono stato a cena da loro, anche se in realtà la conoscevo già. Era la ragazza di Ed molto tempo fa, prima di...»
«Me?»
Annuisce. «Senti, credo che abbia preso il numero dal cellulare di mio padre perché io non gliel'ho dato, e ho cancellato il suo messaggio senza neanche leggerlo. Stava giocando a carte con alcuni amici ieri sera quando ho riaccompagnato mio padre, ma a quanto pare sono andato via sul più bello e non può fregarmene di meno di quello che mi sono perso».
«Quindi, dovrei temerla o cosa? Ci ha provato con te?» voglio più dettagli e soprattutto non voglio un motivo in più per odiare suo padre.
«Ha un carattere un po' esuberante ma non devi temere nessuno, Eleanor. E per dimostrartelo, vieni a cena da mio padre. Così vedrai con i tuoi occhi che puoi fidarti di lui e di me, e che Ivy è l'ultimo dei nostri problemi».
«Mi fido di te», ci tengo a precisare.
Sorride. «Allora accettalo, ti prego. Accetta mio padre nella tua vita e nella vita di Leo. Ci tengo Eleanor, fallo per me», mi implora e mi ritrovo ad annuire, anche se non riesco a pronunciare una risposta precisa.
L'arrivo del medico ci interrompe e J aspetta l'esito della visita per poi andare al locale, promettendomi di ritornare in anticipo per stare con me e Leo, che ha solamente una brutta influenza. E mi rintano in casa per il resto della giornata, svuotando la mia mente da ogni preoccupazione per dedicarmi a mio figlio, la mia gioia più grande.
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Ci manca un capitolo inedito di J che racconta quello che è realmente accaduto a casa di suo padre. Ma tranquille, lo saprete più avanti 😘
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Rapita - parte 4
Misteri / ThrillerRitornano Jack e Eleanor, con una nuova vita ma con questioni ancora irrisolte. Pronti a farvi trascinare di nuovo nel loro oscuro mondo?