Aprile 1789. Stava tornando la primavera in Europa, ma i dolci colori della natura che si risveglia dal sonno invernale non s'intonavano all'aria di bufera che si respirava tra la gente per la miseria e il malcontento generale.
Alejandro De La Fuente, avendo poco lavoro all'armeria in quel periodo, si concedeva soventi pause meditative in giardino nell'attesa di qualche improbabile cliente, ma non riusciva ad apprezzare la bellezza di quella stagione, per motivi del tutto personali.
Il suo sguardo era rivolto verso le montagne ancora bianche di neve e i suoi pensieri riandavano malinconicamente allo stesso periodo nell'anno precedente. Com'erano cambiate le cose per lui!
Un anno prima, aveva appena appreso che il Conte Duvall intendeva chiedere la mano di sua figlia e quindi attendeva ansiosamente il ritorno di Elena dal collegio perché i suoi sogni di gloria potessero materializzarsi.
Ora invece, se ne stava lì a rimuginare sui propri errori, a domandarsi quale sorte avesse avuto quella sventata ragazza, se mai l'avrebbe rincontrata e quale futuro potesse ancora esserci per la sua famiglia.
Sua unica provvidenziale ancora di salvezza era l'amicizia di Sophie che, con la sua amorevole e discreta presenza, gli impediva di sprofondare nel baratro della depressione. Un'amicizia che avrebbe facilmente potuto trasformarsi in legame più profondo, se soltanto lui avesse smesso di autocommiserarsi e le avesse concesso quel minimo di attenzione ed apprezzamento che lei da tempo aspettava.
Anche quella mattina la donna era venuta a trovarlo e si era seduta con lui al sole, tentando di conversare del più e del meno, per non scivolare in argomenti che lo avrebbero rattristato.
Un giovane postino passò con il suo calesse sgangherato ed annunciò con zelo:
"Signor De La Fuente, c'è una lettera per Voi!"
Alejandro si alzò lentamente, ed andò verso il postino con una camminata che sarebbe stata degna di un settantenne. Prese la lettera borbottando un grazie, senza mostrare alcun entusiasmo, e tornò a sedersi vicino a Sophie con la stessa andatura.
"E' di Elena?" gli domandò lei impaziente.
Ma lui restò del suo umore neutro.
"Credo di sì. Se vuoi, puoi anche leggerla tu."
Sophie afferrò la lettera, trattenendosi dal rimproverarlo per il suo disarmante grigiore; tanto sapeva che ogni parola sarebbe stata del tutto inutile. Aprì quindi la busta e dispiegò il foglio contenuto all'interno. Era una lunga lettera e appena riconobbe la calligrafia, esclamò emozionata:
"Eh sì, è proprio sua!"
"Beh, allora leggila."
Ancora nessuna variazione nello stato di apatia dell'uomo.
Sophie sconsolata aggiustò la propria postura, come se dovesse leggere un documento ufficiale di massima importanza, prese fiato ed iniziò la lettura.
"Caro Padre,
Perdona il mio prolungato silenzio, ma in questi ultimi mesi sono successe talmente tante cose che non saprei da quale parte iniziare! Cercherò di andare in ordine cronologico...
Dopo una serie di avventure, siamo riusciti ad arrivare nel Nuovo Continente. Jacques ed io ci siamo sposati. E' stato fantastico! L'unico rammarico è stato che tu non fossi lì con me a condividere la nostra felicità..."
Gli occhi di Sophie brillarono di gioia e commozione.
"Che ti avevo detto?"
"Se non altro hanno avuto la decenza di porre fine allo scandalo!" commentò ruvidamente Alejandro.
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IL PIRATA DEL LAGO 2 - Passato, presente e futuro
RomanceSecondo capitolo della storia di Jacques ed Elena, ormai marito e moglie in attesa del loro primo figlio. Abbandonati i panni del pirata per indossare quelli del bravo papà, Jacques intenderebbe dedicarsi esclusivamente alla sua nuova famiglia, ma è...