Il ritratto

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La mattina seguente, Jacques ed Elena ripresero gli allenamenti normalmente, come se nulla fosse accaduto. Ma qualcosa invece era cambiato...

Elena era riuscita a provare che Jacques non aveva alcuna intenzione di farle del male ed aspettava quindi fiduciosa che la situazione evolvesse, sperando in un miracolo.

Jacques aveva capito che Elena era diversa dalle altre donne: gli era bastato poco per terrorizzare le infermiere, ma non lei. Niente sembrava scalfire la sua ostinata ed inspiegabile fiducia. Ma su cosa si basasse tale fiducia al momento non gli era dato sapere.

Una cosa era certa: tra di loro c'era un qualcosa di speciale, una strana energia imprigionata nei loro cuori, ma pronta ad esplodere se uno dei due avesse allentato la briglia dell'autocontrollo. Quindi attendeva pure lui che qualcosa accadesse...

Alcuni giorni dopo, durante un allenamento, Elena notò che i movimenti della spalla destra di Jacques erano un po' limitati nell'eseguire alcuni esercizi.

"Ti fa male la spalla?" gli chiese.

"Solo se provo a forzare in questo senso..." disse lui accennando il movimento incriminato.

"Posso?" domandò lei avvicinando la mano alla sua spalla, ma senza toccarla.

Lui la guardò stupito, quasi dispiaciuto per la sua esitazione.

"Sì, certo."

Elena allora gli girò attorno per potergli tastare la spalla da dietro.

"Hai un muscolo contratto in questo punto, lo senti?"

Jacques provò in effetti un certo fastidio nella zona dove lei esercitò pressione ed annuì.

"Con qualche massaggio potrebbe andare a posto..." gli suggerì quasi timidamente.

"Sei anche massaggiatrice?"

"Non proprio. Però posso provare... se vuoi..."

"Perché no? Fai pure."

Elena tentò di manipolargli leggermente la spalla, ma la posizione, la differenza d'altezza ed il tessuto della camicia non favorivano di certo il massaggio.

"Mi spiace, ma non ci riesco così. Dovrei farti sdraiare per rilassare i muscoli della schiena..."

"Sdraiarmi?"

"Beh, sì, i massaggi di solito si fanno da sdraiati. Non qui sul ponte, ovviamente..."

"Dove vuoi tu, allora!"

Elena notò che Jacques non era affatto sulla difensiva. Sembrava fidarsi di lei ed era un buon segno.

"Vieni con me."

Sperando di fare la cosa giusta, Elena lo condusse nella propria cabina.

Vari pensieri si affollavano nella mente di Jacques mentre la seguiva. Per quale motivo Elena lo stava conducendo nella sua stanza? Si preoccupava davvero del suo benessere da seria professionista come sembrava, o piuttosto cercava un'occasione per restare da soli? In entrambi i casi, quell'inaspettata situazione risultava una novità positiva.

Lei aprì la porta e lui la seguì all'interno della cabina, fiducioso e curioso al tempo stesso. Mentre lei si dirigeva verso una cassettiera, lui si guardò attorno. La cabina era simile alla sua, ma si notava un tocco di femminilità nell'ordine delle cose ed un fresco profumo fiorito impregnava l'aria di quel luogo chiuso.

Gli faceva uno strano effetto trovarsi da solo nella cabina di una donna, quella bellissima donna poi... Come avrebbe dovuto comportarsi e, soprattutto, lei cosa si aspettava che facesse?

IL PIRATA DEL LAGO 2 - Passato, presente e futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora