Una sbronza per dimenticare

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Suzanne doveva rientrare subito al collegio, quindi mi offrii di accompagnarla, anche se a pensarci bene, chi altro avrebbe potuto farlo se non io? Eravamo soli ormai. Il guaio era che io non riuscivo ancora a rendermene del tutto conto, o meglio, fingevo che non fosse così.

A dire il vero, avevo sofferto ancora più di quando era mancata la mamma. Anche se con lei avevo un rapporto unico ed il legame con mio padre non era minimamente paragonabile, quel nuovo dolore si sommava al precedente, si mescolava alla rabbia ed infine lasciava campo libero a quell'orribile sensazione di vuoto.

Viaggiammo per un po' in silenzio, schiacciati dal peso del dolore che opprimeva i nostri cuori. Finché Suzanne, leggendomi nel pensiero, domandò:

"Come pensate di cavarvela tu e Fabien adesso?"

"Ci arrangeremo con quel che guadagno io. Magari scroccheremo qualche pasto a Sophie..."

"Pensi davvero di riuscire a mantenere Fabien e a pagare la mia retta del collegio? Non sarebbe meglio se io lasciassi il collegio e rimanessi a casa con voi?"

C'era confusione nei suoi occhi, ma quel che diceva era sensato. Tuttavia, scrollai la testa senza esitazione.

"No, papà ci teneva moltissimo che tu completassi gli studi e così sarà. E poi, tra un paio di mesi riprenderò a lavorare per la Duchessa e, sai, lei mi paga molto bene... quindi non avrò problemi di carattere economico!"

Ma Suzanne non sembrava totalmente convinta dalla mia apparente sicurezza.

"Come fai ad esserne così certo?"

"Beh, so che si è trovata molto bene con me e, prima di tornare a Parigi lo scorso autunno, mi aveva promesso che la prossima estate mi avrebbe chiesto nuovamente di lavorare per lei. Ho anche intenzione di propormi come custode (o aiuto custode) della loro villa durante il periodo invernale... gli attuali custodi sono una coppia anziana, potrei essere utile... Sarebbe davvero un bel colpo: oltre alla paga, avrei una splendida dimora, dove io e Fabien potremmo vivere da signori senza dover rendere conto di nulla a Gerard Duvall!"

Suzzanne strabuzzò gli occhi, poi rimase alcuni istanti a riflettere, quindi sparò:

"E' vero che hai una relazione con la Duchessa?"

Mi sentii gelare il sangue. Come accidenti aveva fatto a scoprirlo? Mi resi conto che negare sarebbe stato stupito ed inutile. Suzanne era troppo intelligente per infinocchiarla.

"Chi te lo ha detto?"

"Nessuno. Ho sentito per caso parte di una conversazione tra te e papà la scorsa estate... Lui faceva delle allusioni in quel senso e tu non lo hai smentito..."

"Capisco."

Ancora una volta non confermai né smentii, ma feci ricalare il silenzio. Il che suonò come un'ammissione, ma almeno mi evitai spiegazioni imbarazzanti. Chissà che opinione si sarà fatta di me...

Arrivammo in vista del tetro edificio che ospitava il collegio. Mi vennero i brividi nel rivederlo, e non solo per il freddo. Fermai il calesse davanti al portone d'entrata ed aiutai Suzanne a scendere con il suo piccolo bagaglio, poi bussai.

Un'altra suora venne ad aprire e ci salutò con fare cordiale e compassionevole.

"Ben tornata signorina Leroux! Signor Leroux, vi porgo le nostre più sentite condoglianze."

"Vi ringrazio, madre." risposi con tono neutro.

Quindi mi rivolsi a Suzanne.

"Coraggio, sorellina, andrà tutto bene..."

IL PIRATA DEL LAGO 2 - Passato, presente e futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora