Erano passati più di quattro mesi da quando Elena era andata via con l'intento di riportare Jacques a casa e, da allora, nessuno aveva più avuto loro notizie. Tutti cercavano di non apparire ansiosi, ma la preoccupazione cresceva ogni giorno di più nell'animo dei famigliari e degli amici rimasti sull'isola ad attenderli.
Anche se non lo dava ad intendere, Isabelle era forse quella che ne soffriva di più: aveva già perso una famiglia e l'ipotesi di poter perdere anche i suoi nuovi genitori era per lei insostenibile.
Una mattina, la ragazza aveva accompagnato i fratelli e la cuginetta a giocare sulla sabbia finissima della baia bianca. Se ne stava seduta all'ombra di una palma, leggendo un libro e allo stesso temo tenendo d'occhio i bambini, com'era solita fare.
L'aria, da principio calda e ferma, si raffreddò improvvisamente ed una dispettosa folata di vento le fece cadere il libro dalle mani. La ragazza fu pertanto costretta ad alzarsi per raccoglierlo ma, nel compiere quel movimento, alzò lo sguardo all'orizzonte ed ebbe un tuffo al cuore.
In lontananza era apparsa la maestosa sagoma di un veliero. Isabelle non aveva dubbi che si trattasse della nave dello zio... e ciò probabilmente significava che suo padre ed Elena erano di ritorno. O almeno così sperava.
Senza riflettere, lasciò nuovamente cadere a terra il libro e corse verso i bambini, gridando emozionata:
"Guardate, la nave! Sono tornati!"
I tre bimbi interruppero altrettanto bruscamente i loro giochi e, dopo aver guardato all'orizzonte, si presero per mano in cerchio ed iniziarono una gioiosa danza a piedi nudi sulla sabbia.
Ramon, però, si bloccò ad un tratto. Voltandosi verso l'interno durante il loro girotondo, aveva notato degli strani nuvoloni pesanti e neri che provenivano da sudovest. Da sotto quella spessa coltre uno strano cono scuro scendeva con la punta fino a congiungersi con il mare. Non sapeva di cosa si trattasse, non aveva mai visto nulla di simile, ma quell'immagine aveva un qualcosa di sinistro ed il vento, che andava aumentando rapidamente d'intensità, non lasciava presagire nulla di buono.
"Guardate la!" esclamò il ragazzino, interrompendo la danza.
Tutti lo obbedirono ed Isabelle sbiancò. Neppure lei aveva una grossa esperienza in materia ma, rifacendosi ai racconti dei marinai, era quasi certa che si trattasse di un ciclone o qualcosa di simile. Così, tentando per quanto possibile di non spaventare troppo i bambini, ordinò loro:
"Presto, andiamo a ripararci, sta per mettersi a piovere!"
Preso il più piccolo sotto braccio per paura che il forte vento potesse farlo cadere, o peggio portarlo via, la ragazza corse verso l'interno, seguita a ruota da Ramon e Lucia, che si tenevano per mano per non perdersi e per farsi coraggio a vicenda.
Isabelle si era prontamente ricordata di alcune grotte che aveva scoperto più di un anno addietro, durante una passeggiata a cavallo con il padre. Si trattava di un luogo selvaggio e probabilmente sconosciuto a molti abitanti dell'isola, ma era certa che lì sarebbero stati al sicuro.
Il vento diventò fortissimo e muovere passi in avanti era sempre più faticoso. Inoltre, la sottile sabbia sollevata dalla bufera colpiva fastidiosamente gli occhi e la visibilità risultava sempre più ridotta.
Per un'attimo Isabelle temette di non riuscire a riconoscere la strada che conduceva all'ingresso delle grotte, ma tentò di mostrarsi sicura del fatto suo. Senza rendersene conto, aveva assunto lo stesso piglio da comandante del padre.
Lucia scoppiò in lacrime per la paura e Ramon la prese baldanzoso a braccetto.
"Coraggio, dobbiamo seguire Isabelle!"
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IL PIRATA DEL LAGO 2 - Passato, presente e futuro
RomantizmSecondo capitolo della storia di Jacques ed Elena, ormai marito e moglie in attesa del loro primo figlio. Abbandonati i panni del pirata per indossare quelli del bravo papà, Jacques intenderebbe dedicarsi esclusivamente alla sua nuova famiglia, ma è...