In collegio

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L'idea di mettere Suzanne in collegio aveva conquistato nostro padre a tal punto che a nulla valsero le proteste della poverina, né i dubbi che noi fratelli avevamo tentato di sollevare, sperando di fargli cambiare idea.

Così, in una fredda giornata di novembre, partimmo tutti e quattro col carro per accompagnare Suzanne alla sua prigione. Lei era triste, come l'avevo vista soltanto quando era morta la mamma. Mi stringeva la mano per farsi coraggio e rimandare il più possibile la nostra separazione.

Arrivati di fronte a quel tetro edificio, nostro padre ordinò a me e Fabien di restare sul carro per poter accompagnare lui solo Suzanne all'interno.

Avevo sempre considerato mia sorella come una rompiscatole, ma quando, dopo aver salutato Fabien, mi abbracciò così forte da togliermi il respiro, mi resi conto di volerle un gran bene.

"Vedrai, non sarà poi così male!" mentii, "Questo periodo passerà in fretta e, quando uscirai da lì, ti porterò con me a cavalcare nelle campagne, come ti piace tanto!"

"Prometti che non te ne andrai via! Anche se dovessi sposarti, non andartene, ti prego!"

"Non preoccuparti, non mi sposerò e non andrò da nessuna parte senza di te, lo giuro!"

Suzanne mi diede un bacio sulla guancia.

"Ti voglio bene, fratellone!"

"Te ne voglio anch'io, carotina!"

Suzanne lanciò un un'ultimo malinconico sguardo a me e Fabien, prima di venir trascinata via da nostro padre. Mi domandavo come potesse essere tanto crudele da allontanarla dalla sua famiglia in un momento già così difficile. Quell'uomo non aveva proprio cuore!

Dopo un breve colloquio con la direttrice, Suzanne dovette congedarsi anche dal padre e una suora la accompagnò alla sua cella... cioè, dovrei dire stanza. D'accordo con l'armaiolo, François aveva chiesto che le venisse assegnata come compagna di stanza Elena De La Fuente.

Per fortuna, le due ragazze si trovarono effettivamente bene insieme. Avevano molto in comune e diventarono subito amiche. Credo che l'amicizia di Elena sia stata l'ancora di salvezza per Suzanne, che altrimenti sarebbe morta di tristezza là dentro!

Alla sera quelle due non la smettevano di mai parlare, ma dovevano abbassare la voce per evitare rimproveri.

"Tu sei mai stata innamorata?" domandò una volta Elena a bruciapelo.

E Suzanne le rispose con sdegno:

"Certo che no! Ma... perché mi fai questa domanda? Sei forse innamorata tu?"

"Non ne sono sicura... è per questo che te lo chiedevo, per sapere come ci si sente quando ci si innamora."

"Beh, io non ho esperienza in merito... ma ho sentito dire che quando vedi il ragazzo che ami il cuore ti batte all'impazzata, se lui ti guarda o ti sta vicino senti le farfalle nello stomaco e quando non c'è non fai che pensare a lui..."

"Allora credo proprio di essere innamorata!"

"Davvero? E... è carino?"

"Oh, sì, è molto carino!" ammise Elena arrossendo.

"Ti prego, raccontami di lui!" la incalzò Suzanne piena di curiosità.

"Lo farò solo se tu mi prometterai di non ridere di me!"

"E perché mai dovrei ridere di te? Sei la mia migliore amica!"

"Giura che non ne parlerai con nessuno!"

IL PIRATA DEL LAGO 2 - Passato, presente e futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora