Il licantropo

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Il mattino seguente mi risvegliai con la bocca amara e secca di chi ha bevuto troppo la sera prima, ma con una strana sensazione di benessere, come se avessi appena trascorso la notte in compagnia della donna amata. Ma, quando mi guardai attorno, capii che mi trovavo in una stanza sconosciuta, in un letto sconosciuto e con accanto una persona diversa da quella che abitava nei miei pensieri e nei miei sogni.

Confuso e preoccupato, mi alzai e cercai di recuperare in giro per la stanza i pezzi mancanti del mio abbigliamento e risistemarmi prima che la mia inaspettata compagna si svegliasse. Cosa che immancabilmente accadde proprio mentre stavo calzando gli stivali.

"Ciao, Jacques!" disse lei con voce suadente.

"Ciao... Pauline..." azzeccai.

"Come ti senti?"

"Come un'idiota che ha esagerato col bere e che ti deve delle scuse!"

"Scuse? E per cosa?"

"Beh... per ieri sera..."

"Non so a cosa tu ti riferisca... perché... sono stata io a portarti qui e a fare tutto il resto!" ammise lei in un misto di pudore e malizia.

"Nel qual caso, ti ringrazio. E mi scuso per la figuraccia!"

Pauline rise.

"Date le circostanze, devo ammettere che te la sei cavata abbastanza bene! Almeno fino a quando non ti sei addormentato... Comunque, se ritieni di saper fare di meglio... perché non torni a trovarmi quando ti sentirai più in forma?"

"Potrei farlo."

Mi avvicinai alla porta con l'intenzione di andarmene, ma lei mi richiamò:

"Jacques, quando ti rivedrò?"

Preso in contropiede, sparai la prima stupidaggine che mi passò per la testa.

"Alla prossima luna piena."

"Luna piena? Che c... Mi stai prendendo in giro?"

"Non mi permetterei mai!"

"E allora che c'entra la luna? Sei un... pirata licantropo?"

Scoppiai a ridere, la mia scusa era davvero penosa, ma serviva a lasciarmi tempo e spazio per riprendere in mano le redini della mia vita. Comunque, non potendo tornare indietro, la salutai con una frase enigmatica.

"Io sono tante cose."

Pauline non ebbe la prontezza di replicare ed io fui libero di andarmene, lasciandola ancora seduta sul letto a tentare di riordinare le idee.

Anche se in circostanze un po' strane, era riuscita a fare l'amore con il ragazzo dei suoi sogni, ma immagino si stesse interrogando sul mio strano comportamento... Probabilmente avrà pensato che Edgar avesse ragione nel dire che doveva mancarmi qualche rotella!

Quando arrivai a casa, trovai Sophie che mi attendeva in evidente stato di apprensione.

"Dove eri finito? Eravamo in pena per te! Temevamo che ti fosse capitato qualcosa!" mi aggredì appena mi vide.

Quando le fui vicino, mi riconobbe addosso un profumo femminile. Sospirò ed aprì la bocca, pronta per partire con una serie di insulti, ma io l'anticipai.

"Ti chiedo perdono. Non succederà più."

La mia risposta fu così seria e sincera che, considerando anche ciò che avevo passato in quei terribili giorni, Sophie rinunciò a farmi la predica.

IL PIRATA DEL LAGO 2 - Passato, presente e futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora