La verità

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Un "Avanti." roco e svogliato fece tirare un sospiro di sollievo ad Elena, dandole la forza di entrare in quella cabina.

Jacques stava seduto dinnanzi al piccolo scrittoio: era a torso nudo, scalzo ed aveva i capelli scarmigliati. Dinnanzi a lui una bottiglia di brandy appena iniziata ed un bicchiere quasi pieno, che fissava senza decidersi a bere.

Dopo qualche istante da quando Elena si era richiusa la porta alle spalle, senza osar proferire parola, le rivolse uno sguardo spento.

"Come mai sei venuta qui?" domandò con triste ironia.

"Ti ho portato qualcosa da mangiare."

"Grazie, ma non ho appetito."

Jacques riabbassò lo sguardo verso lo scrittoio, illuminato soltanto dalla luce tremula di una candela.

Elena vi posò ugualmente sopra ciò che aveva⁵ portato e si sedette sulla panchetta accanto a lui, fermandogli la mano prima che potesse portarsi il bicchiere alla bocca.

"Fa male bere questa robaccia a stomaco vuoto!" lo rimproverò.

"E che importa?"

"A me importa."

Si guardarono negli occhi. Elena aveva l'amorevole determinazione di una madre che proibisce al figlio di compiere un gesto pericoloso e, pur continuando a non comprendere quel comportamento contraddittorio, Jacques non osò opporsi.

Quindi allentò la presa sul bicchiere e si decise a considerare la ciotola di riso. Elena gli rimase silenziosamente accanto mentre mangiava, finché lui, quando ebbe finito, le parlò con un tono più dolce.

"Era buono, grazie. Ora mi faresti compagnia per un goccetto?"

"E va bene, giusto un assaggio per farti compagnia..."

Jacques prese allora un altro bicchiere, lo riempì quasi fino all'orlo e, mettendoglielo di fronte, si meritò un'occhiata di rimprovero a cui non diede importanza.

"Visto che io non posso farlo, perché non mi racconti tu qualcosa riguardo al tuo passato? Insomma, che ci fa una bella donna come te qui da sola su questa bagnarola in mezzo al mare? Non hai un compagno o qualcuno che ti aspetta a casa?"

Elena fece un sospiro, afferrò il bicchiere e bevve; a quel punto ne aveva bisogno.

"Se ci tieni, posso raccontarti la mia storia..."

"Sì, mi piacerebbe tanto conoscerla!"

"D'accordo. Sono nata a Toledo in Spagna, ma quando ero piccolissima i miei si trasferirono ad Annecy, una cittadina della Savoia, ai piedi delle Alpi. Mia madre morì molto presto, così, fui cresciuta da mio padre e poi messa in collegio. Poco prima di entrare in quella specie di clausura, conobbi un giovane, soprannominato il Pirata del Lago, un tipo un po' eccentrico e, a detta di molti, inaffidabile e pericoloso. Ma con me si comportò diversamente e, anzi, mi salvò da un'aggressione. Ero poco più che una bambina, mentre lui aveva circa diciott'anni e... divenne l'eroe dei miei sogni. Ci rincontrammo dopo i lunghi anni in collegio e ci innamorammo... Ma, nel frattempo, io ero stata promessa in sposa ad un nobile molto potente e perciò fummo costretti a lasciare il Paese di nascosto. Fu così che iniziò il nostro avventuroso viaggio fino a Genova, dove ci imbarcammo su un galeone diretto nelle Antille. Lui divenne presto capitano e... una piccola leggenda per il suo coraggio, il suo intuito infallibile e la sua forza di volontà. Era fantastico, come se avesse fatto quel mestiere da sempre! Ci amavamo alla follia... niente e nessuno avrebbe potuto separarci!"

"E... vi siete sposati?"

"Sì, ci sposammo appena giunti nelle Antille. Poi, continuammo a navigare nel Mar dei Caraibi, fino a quando la nostra nave, danneggiata da un attacco pirata, affondò al largo della Florida. Ci salvammo per miracolo e decidemmo di stabilirci sull'isola dove sbarcammo naufraghi. Per molto tempo vivemmo felici insieme... finché, alcuni mesi fa, dei vecchi nemici hanno assassinato il suo migliore amico e minacciato la nostra famiglia. Così, lui è partito con i suoi fidati per sistemare questa faccenda e..."

IL PIRATA DEL LAGO 2 - Passato, presente e futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora