Combattere per la propria libertà (revisionato)

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Fatima's pov

"B-beh allora okay...Tu! ci vediamo questo pomeriggio al parco" dice dopo un po' di titubanza la ragazza

"Okay" rispondo semplicemente.

Mi chiedo cosa mi aspetti a "casa".
Non oso immaginare
E se il signor Johnson sia già riuscito ad aprire camera mia...sarei fregata completamente questa volta.

Ho seriamente paura..non so più cosa fare! Se solo potessi parlarne con qualcuno troverei sicuramente una soluzione, ma non ho amici quindi non è una cosa fattibile.

"Ehi, che c'è?" mi distrae dai miei pensieri James.

"N-no..niente" dico triste.

Diamine, ma perché non riesco mai a mascherare le mie emozioni?.

"Humm...sei triste e non so il motivo. Credo che tu abbia sicuramente qualcosa da dirmi." afferma sicuro.

"C'entra col fatto che improvvisamente vuoi lasciare casa?" chiede ancora.

Mi prende il mento e fa scontrare i nostri occhi.

"I-io..ehmm..sì" mi arrendo.

Abbasso di nuovo gli occhi sentendo le lacrime già formarsi. Mi ritrovo in un istante tra le sue braccia...Ma il punto è che sono stata io ad abbracciarlo.

Mi sento cingere la vita dalle sue muscolose braccia dopo quello che sembra un secolo e non riesco più a contenermi.
Scoppio inevitabilmente a piangere.

Non ci riesco più a vivere in questo modo!
Cosa ho fatto per meritarmi tutta questa oscurità che mi circonda costantemente?.

Non ho mai avuto così tanta paura come oggi e il motivo come sempre riguardano il signor Johnson...quel mostro!
Non potrò nascondermi per sempre nella mia stanza..se non l'ha già aperta quella porta!.

"Shhh...stai calma Fatima, va tutto bene" dice al mio orecchio dolcemente.

Si, vorrei veramente che fosse così James

Dopo un'eternità finalmente mi calmo.
Mi scosto dal lui e noto di avergli bagnato la felpa.

"I-io mi d-dispiace...ti h-ho bagnato la f-fel-" vengo interrotta dal suo dito che si poggia sulle mie labbra.

"Zitta. Non fa nulla" dice con disinteresse.

"I-io devo a-andare" dico frettolosamente e corro via senza dargli tempo di dirmi qualsiasi cosa.
Corro direttamente in aula e vedo che erano ritornati già tutti, ma per fortuna non la prof di lingue.

Non mi sono nemmeno accorta che era suonata! Che idiota e non ho neanche mangiato, di nuovo.

La prof ci ha chiesto alla fine di fare una ricerca su Jane Austen, l'autrice del libro "Orgoglio e Pregiudizio". Mi piace un sacco quel libro, quindi sono entusiasta di farla, se uscirò dalla mia precaria situazione, da cui spero di uscir viva prima di tutto.

Sfortunatamente per me però le ultime due ore sono passate come dei fulmini e quindi mi ritrovo sulla strada di casa in men che non si dica.

Mi aspetto già l'inferno appena entrerò in casa...e ho una paura immensa.
Arrivata apro lentamente senza farmi sentire la porta e la richiudo silenziosamente. All'improvviso sento delle voci, incluso quello del signor Johnson..ma che sta succedendo?.

"Fatima! Sei tu? vieni qui tesoro!" dice entusiasta la voce del Signor Johnson.
Mi ha seriamente chiamata "Tesoro"?. Sono disgustata.

Avanzo verso il salotto a piccoli passi e, quando entro, ho la risposta a tutte le mie domande.

Ci sono gli assistenti sociali.
Questa è la volta buona che racconto tutto. Sono stufa di tutta questa finzione!.

"Ciao Fatima. Dobbiamo parlarti" dice una delle assistenti sociali.

Mi siedo nell'ultimo posto disponibile, cioè quello vicino a quel verme.
Gli sto il più lontano possibile sentendo il suo sguardo inquietante addosso.
Mi sforzo dal non urlare tutto e rivolgo la mia attenzione agli assistenti sociali Greta e Maria. Ogni volta vengono loro due e, ormai, le conosco.

"Come ti trovi qui nella tua nuova casa con il Signor Johnson?" chiede dolcemente Greta.

Ingoio il groppo che ho in gola, pronta a sganciare la bomba che scatenerà sicuramente il caos.

Sono così stufa di tutta questa situazione. Voglio andarmene da qui... da questo inferno.

"E-ecco.... posso parlarvi da sola senza il signor Johnson?" chiedo gentilmente.

"Certo" dicono tutte e due.

"Andiamo nella mia stanza" propongo.

Ci alziamo quindi e andiamo nella mia stanza. Vengo presa bruscamente per il polso dall'idiota.

"Attenta a quello che dirai mocciosa" mi minaccia con uno sguardo che mette letteralmente i brividi

Mi svincolo con violenza da lui con coraggio e me ne vado decisa a rivelare la verità.
Arrivate vedo chiaramente che la porta era aperta...l'aveva aperta quindi! Se non fosse per queste due sicuramente starei in questo momento vivendo l'inferno.

Anche prima di poter dire qualsiasi cosa mi anticipano.

"Lo sappiamo." annunciano.

"C-cosa? I-io..come lo sapete?" sono abbastanza confusa

"Abbiamo visto prima i tuoi lividi e poi si vedeva il tuo terrore nei tuoi occhi. Sei stata brava a mascherare le tue espressioni facciali e le tue emozioni, ma non tanto da convincerci. Vogliamo portarti con noi oggi. Andremo dalla polizia e vedremo cosa fare. In ogni caso tu oggi non ci rimani in questo posto!" dice Maria convinta.

Io annuisco ancora sotto shock.
Mi sto davvero per liberare del signor Johnson? Cazzo si!

Prendo la valigia che avevo già fatto ieri sera quando avevo deciso di andarmene.

"Avevi già deciso di andartene?" chiede Greta con le lacrime agli occhi, è pietà e io non la voglio

"Beh...si in realtà. Volevo scappare, trovare un lavoro e una coinquilina con cui dividere le spese di un appartamento e oggi pomeriggio avevo giusto un incontro con una ragazza a cui serve una coinquilina con cui dividere le spese" rivelo fredda di fronte alla sua pietà.
Odio quando le persone mi guardano con pietà

"Bene! È già una pista. Adesso noi andremo dalla polizia e dopo andremo ad incontrare questa ragazza. Il signor Johnson potrà anche essere ancora il tuo tutore, ma non sei obbligata a vivere con lui in questi casi, anzi, parte subito la denuncia verso di lui. Quando tutto questo finirà potrai rifarti la tua vita e riniziare...tranquilla" dice Greta guardandomi adesso con ammirazione.
All'improvviso sentiamo bussare.

E' lui.

"Scappiamo dalla finestra. Sono sicura che sia armato! Lo sa che vi ho detto tutta la verità" sussurro a loro.

Ben presto siamo fuori a scappare da quell'inferno di casa.

Arrivate verso la loro macchina vediamo il signor Johnson uscire dalla casa correndo e con una pistola.

Metto velocemente la mia valigia dentro la macchina ed entriamo tutte come dei fulmini. Greta mette subito in moto e partiamo come dei razzi verso la centrale di polizia.

Dio! non posso crederci di averlo fatto.

"Ce la faremo Fatima, ce la faremo" Mi rassicura Greta guidando

"Ha ragione. Ti proteggeremo noi" dice Maria guardandomi sorridente.

Si, devo convincermi. Ce la faremo. Riavrò la mia libertà e i miei diritti. Dal primo all'ultimo.

Greta rallenta visto che il signor Johnson ormai non ci potrà raggiungere, considerato che era a piedi.

Quanto ci sbagliavamo.
Era esattamente dietro di noi con la sua macchina e ci stava sparando contro.

Era iniziato un vero e proprio inseguimento, mi sembrava di essere in un film d'azione.
Peccato che fosse la realtà.
L'adrenalina scorreva nelle mie vene.

FATIMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora