"Non può essere lui..." (revisionato)

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Fatima's pov

Il signor Johnson ci stava alle calcagna da più di dieci minuti, minuti che per me sembravano secoli. Vedevo la mia vita scorrermi davanti arresa al mio destino.
"Quanto diamine manca alla centrale della polizia!" Chiede in preda al panico Maria a Greta, che stava alla guida.

"Siamo arrivate" dice frenando di colpo la macchina.

Inizia poi a suonare il clacson insistentemente per attirare l'attenzione di almeno un agente di polizia visto e considerato che dietro di noi ci sta Johnson armato e quindi scendere dalla macchina significherebbe praticamente scegliere di suicidarsi all'istante.

Subito un agente esce confuso per il caos che abbiamo creato nell'abitacolo e vediamo il signor Johnson fare improvvisamente inversione per svignarsela.

Usciamo, quindi, dalla macchina per parlare con l'agente.

"Agente, noi due siamo degli assistenti sociali e vogliamo denunciare un fatto avvenuto e che continuava a ripetersi  da quello che penso siano quasi due anni" dichiara seria Greta e sentire queste parole è stato come ricevere un pugno in faccia per l'impatto che ha avuto su di me.

"Entrate pure." ci fa segno di entrare nella centrale 

Ci dice di seguirlo dall'agente che si occupa delle denunce 

"Buongiorno Greta!" la saluta l'agente che a quanto pare si occupa delle denunce, ma anche delle indagini.
Deve essere un pezzo grosso qui.

Si conoscono?

"Ciao anche a te Maria" saluta pure lei

Okay, è ovvio che si conoscono tutti e tre.

"Ciao Giorgio, abbiamo una denuncia da fare urgentemente. Oggi come sarai stato informato siamo andati a casa del signor Johnson per controllare che vada tutto bene e che Fatima, la ragazza che gli hanno affidato, stesse bene.
Arrivate abbiamo parlato con lui e ci ha detto che andava tutto bene e che Fatima si sentiva a proprio agio dentro la casa. Dopo un po' è arrivata Fatima da scuola e già dalla sua faccia  e dai suoi modi di fare si capiva già che c'era qualcosa che non andava. La ragazza dopo averci salutato, per paura  ha deciso di dirci la verità in privato. Tu prima di noi due avevi capito che c'era qualcosa di strano che succedeva in quella casa. 
Siamo scappate dalla finestra della sua camera in quanto avevamo capito che Johnson era armato e ci siamo dirette subito qui. CI ha inseguite fino a qui sparandoci contro e ha colpito più volte la macchina. E' praticamente distrutta" racconta tutto Greta ancora scossa da tutto ciò che era successo, ma si fece comunque coraggio per me.

"Lo sapevo cazzo! Già da quando gli hanno affidato la ragazza non ero d'accordo. Finalmente potrò sbatterlo dietro le fottute sbarre" dice furioso l'agente che a quanto pare si chiama Giorgio.
Finalmente si gira incontrando i miei occhi, che lo guardano con curiosità.

"Oddio ma sei qui, Fatima" urla contento

Ma che cazz...

"Oh ma dai Giorgio! Te ne accorgi adesso??" lo deride Greta.

Giorgio mi abbraccia e, dopo aver sclerato felicemente, si rifà serio e si concentra su di me

"Mi dispiace veramente tanto per tutto quello che hai subito e stai sicura e certa che sbatterò quel verme dietro le sbarre. Ti aiuteremo e ti potrai rifare la tua vita. Tu non lo sai, ma il capitano della barca dove eri salita con i tuoi genitori era mio fratello e ,quindi, so esattamente tutta la tua storia. Ti prometto che sarai finalmente felice Fatima" dice rassicurante.

Lo adoro, ha veramente un cuore d'oro.

"Grazie m-mille signor agente" dico titubante ma sincera.

Dopo aver parlato ancora, Giorgio ci presta la sua macchina per andare da Beatrice visto che erano già le cinque passate.

Maria e Greta hanno detto che rimarranno in macchina mentre io parlo con lei e che mi aiuteranno a trovare un lavoro visto che la sorella di Maria gestisce un bar.

Tutto sta andando per il verso giusto, ma mi sento comunque strana...mi mancano tantissimo i miei genitori e vorrei veramente che fossero qui a vedere tutti gli sforzi che sto facendo per ottenere finalmente la vita normale che desidero da tanto.

Vedo in lontananza Beatrice, che a quanto sembra è già nervosa... forse perché ha aspettato troppo?
Solo quando mi avvicino di più noto che sta parlando al cellulare.

"James ti sto dicendo che la sto aspettando da un'ora! Sessanta fottuti minuti!" Urla.

Oddio, sta parlando con James.
Quando mi vede fa un ghigno che non promette niente di buono

"Prendi" mi da il cellulare.

Mi schiarisco la voce e tremante

"P-pronto?".

"Pronto un cazzo Fatima! Mi hai chiesto aiuto, mi sono messo in gioco e tu arrivi in ritardo di un'ora?" chide scazzato

Ma Beatrice non mi aveva manco dato un orario!

"Beatrice mi aveva detto di incontrarci al parco nel pomeriggio e io l'ho fatto. Sono solo le cinque e venti!" Dico esasperata.

Non capisce niente e poi viene a rompermi le scatole.

"Beatrice mi ha detto che avevate appuntamento alle quattro. Passamela" Ordina.

Che nervi!
Dò il telefono a Beatrice e aspetto che finiscano di litigare.
Appena finisce mi guarda male e poi inizia finalmente a parlare dell'appartamento.

"Il mio appartamento si trova a circa venti minuti da qui. Se vuoi domani te lo mostro. Comunque ha due camere da letto, un bagno, una cucina funzionale e il salotto...insomma, un appartamento normale. Stavo cercando una coinquilina perché non riesco a reggere più a tutte le spese della casa, della scuola tutto insieme. Quindi tu potresti fare metà con me. Pago €400 al mese quindi dovresti pagare €200 per restare. Mi dovrai aiutare a fare i lavori domestici e dovrai fare la spesa come faccio io..di certo non compro anche il tuo cibo quindi vedi di arrangiarti."

Ignoro l'ultima frase.

"Mi sembra un buon compromesso, quindi penso che accetterò, ma prima vorrei vederla.  Ti pregherei anche di aspettare che io riesca a trovare un lavoro." dico tranquilla.

"Okay, facciamo domani appena finisce la scuola. Ti aspetterò all'entrata" dice sorridendo.

Beatrice..sta sorridendo a me??

"A-allora ci vediamo domani" dice cercando di andarmene, ma mi ferma.

"S-senti...mi spiace per come ti ho chiamata oggi a scuola. Vado" replica, guardandomi negli occhi.

"Oh. N-non fa niente" soffio in imbarazzo.

"Allora ci vediamo domani Fati" dice andandosene.

Sbaglio o mi ha appena dato un soprannome?
Sorridendo vado verso Greta che stava parlando con qualcuno che non vedevo in faccia per il cappello che indossava.
Appena mi nota mi fa segno di andare da lei.

"Fatima, ti voglio presentare mio figlio. Si chiama James".

No. Non può essere lo stesso James che conosco io.
Vi prego

FATIMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora