FATIMA

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Fatima's pov
Giro le pagine del mio libro preferito, Wonder.

Un po' mi ci rivedo con il protagonista, forse perché a volte mi sento trattata con Auggie.
Io ,però, non sono nata con la faccia deforme.
Io sono nata con la pelle scura, e per alcune persone è una delle cose peggiori di questo mondo.

Vedere una persona che ha la pelle scura per alcuni è raccapricciante.

Per la maggior parte delle persone che ho incontrato da quando i signori Johnson mi hanno adottata, il colore della mia pelle è un pretesto per etichettarmi come inferiore e diversa.

Questi miei pensieri vengono interrotti bruscamente dal signor Johnson che entra nella mia camera spalancando la porta.
Che stupida. Non l'ho chiusa a chiave.

Lui avanza verso il mio letto, mentre io, cerco di sfuggirgli Invano.
Mi prende per la caviglia e mi butta per terra in malo modo.

Non mi sorprende affatto. Non è la prima volta.

"Dov'è la mia cena?" Urla, e mi da uno schiaffo fortissimo.
E poi ricomincia.
Ricomincia a darmi pugni e calci. Come se io, come se io fossi un intuile sacco da boxe su cui sfogare la propria frustrazione.

Domani, sarò piena di lividi nuovi, come sempre d'altronde, e James, il bulletto della scuola, si arrabbierà ancora.

È snervante quel ragazzo.

"Rispondimi quando ti parlo negra!" Urla ancora il signor johnson in preda alla rabbia.

"L-lo giuro...la s-signora johnson a-aveva det-detto che ci a-avrebbe pensato lei" rivelo a fatica per mancanza di fiato, e straziata dal dolore che percorreva il mio corpo.

Si avvicina al mio orecchio per poi sussurrare:
"Sei solo un' inutile puttana e come tale devi essere trattata. Mi occuperò personalmente di farti capire il tuo fottuto ruolo in questa società"
Mi da un altro pugno e poi esce dalla mia camera.

La prima cosa che faccio dopo è chiudere la porta della mia camera a chiave.
Vado poi nel mio bagno privato e inizio a medicarmi.

Non mi lamento neanche del dolore atroce. E per quanto mi faccia male ammetterlo, ormai mi sono abituata e vado avanti senza farmi troppi problemi.
Ormai ho capito che non vivo più. Sopravvivo e basta.

Lotto solo per i miei genitori.

Mi guardo allo specchio e vedo una ragazza. Sono io, insicura e introversa, quanto non vorrei essere così.
Ma come potrei essere altrimenti?
Con tutto ciò che mi accade quotidianamente...so che non devo fare la vittima, ma probabilmente lo sono. Non lo capisco nemmeno io.

E la cosa che mi fa più male è che subisco ciò perché sono di colore.
Ogni volta che ci penso, mi si forma un groppo in gola, pensando a quanto siano ignoranti le persone.
Davanti a tutte queste ingiustizie, nessuno fa niente, nessuno agisce. Tutti troppo egoisti ed egocentrici.
Si preoccupano tutti per i loro soldi e i loro profitti.

Il mondo fa ufficialmente schifo.
Chissà quante persone impotenti come me lo pensano.

E mi addormento con questi pensieri.
"Ascoltami Fatima, adesso ascolta il capitano e vai con lui ti porterà in salvo prima che il barcone affondi." Mi dice mia madre in lacrime.

"E voi? Non venite con me?" Domando io già piangendo.

"Certo che veniamo con te tesoro, ma ora vai,okay?"

"Okay..." rispondo io poco convinta.

Il capitano mi prende per mano e mi fa scendere dal barcone che sta per affondare. Appena scesa mi giro a guardare.
Non ci sono i miei genitori, e neanche il barcone.
Mi si spezza il cuore.

"MAMMA, PAPÀ! DOVE SIETE?!".
Nessuna risposta.
Mi sveglio di soprassalto.

Subito dopo la porta della mia stanza viene spalancata: è il signor johnson.

"Ma che cosa urli negra! Ma lo sai che ore sono almeno? A quanto pare non ti è bastata la lezione che ti ho dato prima!" Urla furioso.
Odio sentire la sua voce. Riesce solo a dire cose spregevoli e negative. Specialmente su di me.

Non rispondo e tremo tra le coperte nel mio letto.

"Non rispondi eh" continua lui avanzando verso di me.
So già cosa mi aspetta. Mi preparo prima di sentire per l'ennesima volta le sue mani sul mio corpo.
Lo rifà: inizia a tirarmi calci e pugni.

Dopo poco mi si annebbia la vista. Non capisco e non sento nulla.
Vengo circondata da buio e oscurità.
Sono svenuta dalle troppe botte.

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Il rumore della sveglia, mi risuona nelle orecchie. Questo rumore mi infastidisce troppo quando mi sveglia. Ma fa solo il suo compito.
Segna le 6.30.
Oggi è lunedì e quindi, sfortunatamente c'è scuola.
Mi piacerebbe anche come ambiente in realtà. Peccato per James.

James si crede al centro del mondo. Viene considerato come un Bad-boy che se la prende com tutti. Quando in realtà, se la prende solo con me.
Non so il vero motivo, ma probabilmente è perché ho la pelle scura...almeno questa è la scusa di tutti.

È considerato tipo il ragazzo più bello della scuola, quello figo che piace a tutte le ragazze
Il solito ragazzo misterioso che non dice mai nulla di sé, e be' a me di lui non interessa sapere proprio nulla.

Sono dell'idea che sia insensibile, senza cuore e senza sentimenti.
Lo odio.
Intanto mi alzo dolorante dal letto. Ciò mi ricorda solamente quello che è successo la notte scorsa con il signor johnson.

Come può un uomo essere così crudele e razzista?
Perché poi adottarmi se non riesce manco a guardarmi?

Vado in bagno e mi sciacquo la faccia, per poi entrare in doccia.
Dopo aver finito vado davanti all'armadio e cerco dei vestiti decenti da indossare oggi.
Alla fine opto per dei normalissimi blu jeans e una felpa oversize.
Prendo il mio zaino adidas e esco di casa velocemente prima di riuscire ad incontrare qualcuno.

Non ho più forza fisica e mentale per ascoltare tre grida, insulti, pugni o calci.
Sono devastata da tutto ciò e mi chiedo se riuscirò a sopravvivere per un altro giorno di scuola con james.
Prendo le mie cuffiette e metto la musica per distrarmi dai miei pensieri e fare finta di non avere una vita difficile e impossibile da reggere.

Arrivata a scuola mi dirigo verso il mio armadietto visto e considerato che non ho amici che mi aspettano davanti a scuola.

Prendo tutti i libri che mi servono e vado direttamente verso la mia classe.
Vengo fermata però da qualcuno che mi afferra il polso.
Non ho neanche bisogno di girarmi per sapere che si tratta di lui:James.

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