Lentamente voltò la testa verso quella del ragazzo.
Voleva chiedergli cosa pensasse.
Voleva chiedergli tante cose.
Al tempo stesso aveva paura delle risposte.
E se avesse deciso di lasciarlo indietro perchè era diventato un peso?
Non lo avrebbe biasimato.
Titubante si avvicinò, poggiando la fronte allo zigomo del marito.
Almeno quello poteva ancora farlo?
Poteva avere almeno quel contatto fisico che gli dava un senso di protezione?La ricerca di quel contatto lo fece sentire stupido come poche volte nella vita.
Automaticamente, gli circondò le spalle con le braccia, stringendolo a sé, spostando appena la testa per dargli un bacio sulla fronte.
Si stavano comportando come due idioti complessati.
Stavano insieme, si amavano, la loro carriera aveva finalmente cominciato a decollare, ma cosa c'era che non andava?
Tutti i problemi stavano nascendo dopo il loro matrimonio: aveva fatto male, quindi, a chiedergli di sposarlo? Sarebbe stato meglio se fossero rimasti fidanzati?
No, Katsuki, no! Che diavolo ti viene in mente?
Sapeva che il rosso l'amava, ma c'era sempre qualcosa che andava storto.
Bakugou si era semplicemente stancato: gli sembrava di lottare contro i mulini a vento, come se Kirishima si trascinasse a fatica.
Chiuse gli occhi inspirando profondamente, mettendosi comodo: avrebbe lasciato carta bianca al ragazzo. Avrebbe fatto quel che avrebbe voluto, Bakugou sarebbe intervenuto solo sullo stretto necessario.
Forse così avrebbero imparato a non litigare più.Erano talmente concentrati su quello che era accaduto ad ognuno, da dimenticarsi di loro.
Quelle braccia...
Da quando non lo stringevano in quel modo?
Sentiva che l’altro si stava abbandonando.
Non voleva che si addormentasse.
Non voleva che rimanesse tutto sospeso.
Fece leva sulle braccia portandosi su di lui ed appoggiò la fronte alla sua, senza gravargli con il peso addosso per timore di potergli far male.
“Qualunque cosa... Ti prego, dimmi qualunque cosa.”
Poteva insultarlo, poteva sgridarlo per l’ennesima volta, poteva dirgli qualsiasi cosa.
Anche tirargli una delle sue solite esplosioni di sfogo, ma non voleva più ascoltare un silenzio senza parole.
In tutto quello che stava succedendo, tra i due solo il rosso era crollato. Il biondo, come se nulla fosse, aveva sempre ripreso a rialzarsi senza dire una parola.
Una volta bastava che uno tendesse la mano e l’altro la afferrasse, rialzandosi insieme.
Ora il problema era comune: bruciavano dentro tutte le sconfitte che avevano subìto di recente è solo il rosso, più facile da raggirare, non riusciva più a rialzarsi.
Non voleva la mano del marito che lo aiutasse.
Questa volta lo avrebbe fatto da solo, ma non voleva perdere l’ultima cosa che gli era rimasta.Lo guardò distrattamente cercare un contatto più diretto, restando pressoché impassibile alla richiesta dell'altro.
Dirgli qualcosa? Cos'avrebbe dovuto dire? Kirishima, forse senza neanche accorgersene, aveva tracciato dei confini nei quali il biondo non rientrava più. Cosa c'era da aggiungere?
Avrebbe voluto sdrammatizzare, ma lui faceva schifo in queste cose.
Aveva sempre fatto schifo nel capire gli altri: ogni volta nascevano fraintendimenti. A volte rimpiangeva gli anni di scuola, quando nessuno si avvicinava perché sapeva sarebbe stato ammazzato.
Sospirò: non poteva certo starsene in silenzio. Mille pensieri gli affollavano la mente, possibile che neanche uno di quelli riuscisse a trovare la strada per uscire?
Odiava appesantire le situazioni, odiava rendersi vittima degli avvenimenti.
Che dire al marito?
Senza che se ne accorgesse, accarezzò delicatamente il viso del ragazzo che continuava a guardarlo con occhi lucidi, in attesa.
Lui non era bravo con le parole, ma coi gesti sì.
Si protese leggermente, facendo combaciare le loro labbra in un lungo, struggente bacio, mentre l'altra mano si appoggiava sull'altra guancia del rosso.
Come si suol dire, 'un gesto vale più di mille parole'.Si appoggiò sui gomiti cercando di non franargli addosso, mentre infilava le mani tra i fili dorati, accarezzandoglieli delicatamente.
Si sentiva morire dentro.
Lo stava facendo soffrire.
Forse soffriva più di lui.
Eppure quel contatto era diverso dagli ultimi ricevuti, quasi di circostanza.
Diverso persino da quello ricevuto nella stanza di ospedale di Best Jeanist.
Quanto tempo sarebbe trascorso per tornare come prima?
Voleva che la testa si spegnesse di quei pensieri negativi, creati dall’ultimo periodo.
Voleva che si riempisse nuovamente di ogni cosa che caratterizzava quel ragazzo, che amava più di sé stesso.
Voleva tornare a renderlo splendente come il sole d’estate.
Voleva sentire nuovamente la sua risata e vedere quel sorriso che faceva fare le capriole al cuore.
Voleva tante cose, ma non vedeva soluzione.
Si era semplicemente lasciato andare.
Troppi sensi di colpa che lo stavano logorando, annerendo ogni cosa che lo circondava.
L’unica luce, rappresentata da Bakugou, si stava affievolendo e non sapeva come riaccenderla.
Più urlava contro se stesso, cercando di liberarsi da quelle catene, e più sentiva la presa stringersi.
Non gli avrebbe permesso di portarsi nuovamente il peso sulle spalle da solo.
Non doveva rimetterci per l’ennesima volta il marito.
In qualche modo se la sarebbe cavata.
In qualche modo gli sarebbe corso incontro con quel sorriso stupido e aguzzo che si ritrovava.
Ma prima doveva vedersela con quel ragazzino depresso che lo stava nuovamente rapendo.
Quel bacio era dolce, ma conteneva tormento.
Bakugou si era arreso: arreso di rincorrerlo, arreso di stargli continuamente dietro, arreso di mettere sempre il rosso prima di lui.
Si sentì di aver perso.
Ed era una sconfitta peggiore rispetto a quella dell’ultima disfatta.
Frenò le lacrime che volevano uscire: non era il momento.
Cercò di mantenere il controllo, ma l’unica cosa che non riuscì a nascondere fu quel sorriso triste.
“Ti amo. Tanto. Troppo. Sei la persona più importante della mia vita. Più della mia stessa vita. Sono diventato egoista. Scusami.”
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King Riot 2 ( KiriBaku - Boku No Hero Academia )
FanfictionStoria scritta a quattro mani con YomyIsayama. Tratto da una role. Sequel di "King Riot" Bakugou e Kirishima lavorano ormai da anni con i pro heroes. Vogliono diventarlo a loro volta, ma non sempre tutto va per il verso giusto... Avvertenza: possi...