25 - 🔞

229 17 5
                                    

Poteva veramente lasciarsi andare?
Il fisico del marito non ne avrebbe risentito?
Lo avrebbe fermato se gli avesse fatto involontariamente male?
Socchiuse gli occhi, incantandosi a guardare quello sguardo che aveva una richiesta, quasi supplica, celata.
Lentamente prese il viso del marito tra le mani, in un gesto forse troppo delicato, come se stesse sfiorando il cristallo più fragile del mondo.
Era imbarazzato da quei discorsi, stava facendo la figura della ragazzina alla prima cotta, ma non gli interessava molto.
Katsuki aveva bisogno di certezze e lui avrebbe cancellato ogni dubbio in quel momento.
Sollevò appena le punte dei piedi e prese fiato prima di morire sulle sue labbra.
Si abbandonò a lui: il Principe avrebbe salvato il Re.
Il resto poteva sparire: in quel momento non gli interessava altro.
Quella danza di lingue era dolce, delicata, non violenta.
Il magnetismo si era riattivato: non riusciva più a separarsi da quelle labbra che tanto amava, mentre le mani, lente, scivolavano lungo il busto del biondo, spostandosi poi dai fianchi alle natiche, sollevandolo da terra quanto bastava per posarlo dolcemente sul letto.
"Se vuoi fermarmi, per qualsiasi motivo, non ti preoccupare." sussurrò sorridendo.

Annuì, facendo combaciare nuovamente le labbra con quelle del giovane. Allargò maggiormente le gambe per dar agio al marito di posizionarsi meglio, poggiandole sui fianchi del rosso.
Sapeva che Eijiro mai avrebbe fatto qualcosa per turbarlo, o, almeno, non intenzionalmente.
Quella situazione era diametralmente opposta a quella del tetto, Bakugou non avvertiva la minima esitazione, neanche il più piccolo dubbio di proseguire ciò che stavano facendo. Era comunque passato del tempo, i ricordi non erano vivi ed intensi come all'inizio.
Quando si erano rincontrati, il biondo non ne voleva sapere di essere toccato, ma adesso quegli sfioramenti, quei baci, quelle leggere carezze, erano tutto quello che gli era mancato di più.
Sentire Kirishima su di sé, abbracciarlo, stringerlo a sé, era ciò di cui ne aveva inconsapevolmente risentito.
Ma adesso tutto sarebbe lentamente tornato come prima. La loro vita sarebbe stata completa, sarebbero stati una famiglia, avrebbero avuto un futuro radioso. I maggiori criminali erano stati condannati a morte, nessuno avrebbe più osato tentare di fare qualcosa contro gli eroi.

Aveva la tachicardia: era la stessa sensazione che aveva provato la prima volta che si erano trovati sul divano di casa sua ed era iniziato un qualcosa di inaspettato.
Mai come in quel momento su era sentito di amare quel ragazzo.
Non che non lo amasse tanto, aveva attentato più volte alla propria vita, temendo di averlo perso, ma in quel momento il rossore sul suo volto non spariva.
Lo avrebbe trattato con i guanti: doveva ritornare ad invadergli la mente con i ricordi più belli.
E, soprattutto, doveva riempirlo d'amore.
Non era solo un "essere mio" o "essere tuo".
Era una cosa superflua in quel momento, che la sua mente continuava a ripetergli "Amalo.".
Non lasciò alcun segno su quella pelle chiara, limitandosi a sfiorargliela con piccoli baci e passaggi lenti delle mani.
Non pronunciava nemmeno parole: sarebbero state inutili e i suoi movimenti parlavano da soli.
Avrebbe ricomposto la loro gabbia dorata, diventandone la colla.
Dopo un tempo indefinito, azzardò ad infilare una mano sotto l'accappatoio, accarezzando il corpo tonico nonostante il leggero gonfiore del ventre, salendo lento dal fianco ai pettorali fino al capezzolo, che stuzzicò appena.
L'altro braccio, poggiato sul gomito, gli serviva da supporto per non gravargli con il peso addosso e la mano scivolava tra i fili dorati.
"Katsuki." sibilò prima dell'ennesimo contatto con le sue labbra.
Si stupì lui stesso del tono di voce: benché il momento non fosse proprio puro, quel nome era pregno del suo sentimento verso il marito.

Quando sentì il tocco direttamente sulla sua pelle, i brividi gli pervasero l'intero corpo, scuotendolo appena.
Infilò le dita tra i sottili capelli del giovane, accompagnando i movimenti della sua testa.
Sospirò quando sentì il proprio nome pronunciato con una dolcezza tale, da farlo emozionare.
Rispose sussurrando il nome dell'altro, leggero come la brezza, accompagnando con un leggero inarcamento della schiena, quel tocco delicato.
Eijiro ancora lo trattava come un gioiello prezioso, ma in quel momento, Bakugou non se ne risentì: sentiva che quello era il modo che aveva il marito di fargli capire che teneva a lui più di ogni altra cosa al mondo. Non che avesse bisogno di conferme, ma in quel momento, il biondo si sentiva protetto, al sicuro, senza essere costretto a dimostrare a tutti che lui era l'invincibile eroe, colui che non aveva bisogno di aiuto da nessuno, che poteva cavarsela in qualunque situazione.
Ma Bakugou era anche quel ragazzo che non sapeva ancora amare, che commetteva un sacco di errori credendo di far la cosa giusta per il compagno.
Avvicinò una mano a quella del giovane, intrecciando le dita con quelle dell'altro.
Ancora una volta, si trovava a stringere la mano del rosso e a percorrere insieme a lui quel sentiero che li avrebbe condotti al florido futuro.

King Riot 2 ( KiriBaku - Boku No Hero Academia ) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora