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Voleva fermarlo, ma si bloccò, notando l'enorme problema che si era appena profilato.
Merda.
Non gli piaceva per niente il modo in cui guardava il ragazzo, né tanto meno come gli parlava e lo toccava.
Prese il coraggio a due mani, afferrò saldamente Kirishima per una spalla e lo tirò indietro, mettendosi tra il giovane e l'omaccione: "Sappiamo tutti che non sei qui per lui."
Lo sguardo saettò da un ragazzo all'altro, per poi ghignare, tenendo fisso lo sguardo sul biondo: "No, ma posso prendermelo come bonus."
Le cose si stavano mettendo male.
"Avresti dei problemi solo per un tuo capriccio."
Tanaka indurì lo sguardo: quel moccioso era fin troppo perspicace.
"Allora facciamo così: tu vieni con me, paghi il debito di Haruka e siamo tutti più felici."
"E se ti dicessi di no?"
Il maggiore schioccò le dita, due scagnozzi si portarono alle spalle del rosso e l'afferrarono per le spalle, bloccandogli le braccia: "Allora ci prenderemo lui e t'ammazziamo. Oh!" finse di notare solo allora il problema. "Ma così non potrai più cantare! Sarebbe un vero peccato... Facciamo così, allora: ti strappo le corde vocali e me le conservo, che ne dici?"
Bakugou impallidì, lanciando una veloce occhiata a Kirishima. Non aveva scampo.
"Sì, sì, lo lascio stare se stasera estingui il debito."
Il biondo si voltò, parlando in modo che solo l'interessato potesse sentirlo: "Se vengo con te, non andrai più al club dove lavora lui, intesi?"
"Questo comporterebbe un interesse nella cifra."
Un'ultima occhiata con la coda dell'occhio al rosso, poi un soffio: "Va bene."
"Sentito?" gongolò l'uomo, facendo segno ai seguaci di lasciare Kirishima. "Stasera ci divertiamo!" esclamò mentre avvolgeva con un braccio le spalle del biondo.

Non poteva portarglielo via.
"Tu non andrai da nessuna parte con lui."
Tanaka si voltò per scrutare il rosso.
"Mi basta far partire la chiamata e avvisare Momo che hai dato fastidio a due dei suoi ragazzi."
L'omone sbiancò e lasciò andare il biondo indietreggiando.
"Questo ragazzo dovrà fare le selezioni domani sera. Dovevo insegnargli come si deve comportare. Sappiamo tutti quali siano le tue perversioni: se ci fosse anche solo un segno sul suo corpo, sai cosa ti farebbe Momo, vero?"
Attese che il gruppo si allontanasse correndo e poi crollò sulle ginocchia.
"Credo di aver avuto più paura adesso, rispetto a quando mi puniscono."
Alzò la testa e accennò un sorriso a quello strano ragazzo.
Si rialzò e gli porse la mano.
"Io sono Kirishima Eijirou." disse sorridendo.

Non aveva capito nulla: un attimo prima si sentiva come se stesse andando al patibolo, l'attimo dopo era nuovamente da solo col giovane.
Gli strinse la mano, borbottando il proprio nome, per poi riprenderlo: "Non dovevi rischiare così. Ma grazie." guardò altrove, arrossendo, per poi ricordare un particolare, oltre il bluff: "Ti puniscono?"
Improvvisa fu la realizzazione: "Quindi questo..." chiese, sfiorandogli rapidamente il collo. "È colpa mia?"
Avrebbero parlato dopo di quel bluff, adesso importava solo quel dettaglio.
"In mezza giornata, i lividi non diventano così evidenti. Ma perché te l'hanno fatto?"
Presto, però, Tanaka avrebbe scoperto l'imbroglio e sarebbe tornato alla carica e nessuno avrebbe potuto più fermarlo. Era questione di tempo.
E in quel caso, non avrebbe dovuto farsi trovare col rosso.
"Vieni, entriamo, almeno stiamo un po' al caldo."
Si recarono alla stanza libera: "Ordina pure, offro io." l'invitò, mentre segnava su un taccuino quel che avrebbe voluto lui.
"Quindi" riprese l'argomento. "Quel posto è orribile." ragionò, lanciando una nuova occhiata al collo del ragazzo. "Ti ha fatto altro? Perché ti ha punito?"
"Ma che te ne frega? Fatti i fatti tuoi!" si rimproverò mentalmente.

Si era come incantato ad osservarlo.
Quel nome gli era familiare, ma non riusciva ad attribuirne un motivo.
Percepiva ovattate le parole del ragazzo fino a quando non si sentì sfiorare il collo.
Non rispose a tutte quelle domande.
Non sapeva chi era quel ragazzo e nemmeno se poteva fidarsi.
Tanaka non sarebbe stato buono: gliel’avrebbe fatta pagare.
Rabbrividì all’idea, ma si concentrò su quel nome che gli martellava la testa da qualche minuto.
Non ordinò nulla per sé, non voleva crearsi debiti con nessuno.
“Credo ti lascerà stare per un po’. Parlerò con Momo e le chiederò di far sì che non ti dia più fastidio. Un piccolo ringraziamento per avermi aiutato prima. Mi viene solo la nausea a pensarci.”

King Riot 2 ( KiriBaku - Boku No Hero Academia ) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora