32

215 16 4
                                    

Si voltò di scatto, nascondendosi alla vista del marito, ma le punte delle orecchie rosse lo tradirono.
Si defilò, posando la piccola che schiuse appena gli occhi, lo guardò stancamente con un leggero sorriso, per poi assopirsi nuovamente.
Non potevano certo comportarsi come due fidanzatini con Hikari nella stanza accanto!
E allora perché si era trovato in bagno?
Kirishima aveva ragione: Bakugou aveva sopportato tanto, in quegli anni. Aveva stretto i denti ed aveva proseguito la propria strada. Bakugou non era tipo da sorridere. O, almeno, non quei sorrisi sinceri e luminosi come quelli che gli riservava il rosso. Lui ghignava, i suoi sorrisi erano sghembi, ringhiava quasi in quei sorrisi che mostrava.
Le volte che aveva davvero sorriso al marito si sarebbero potute contare sulle dita di una mano, a momenti.
Si chiese perché il rosso volesse proteggere un sorriso che non esisteva, ma accantonò quel pensiero quando scorse la figura ambrata nuda dell'altro.
Ingoiò a vuoto, riscuotendosi non appena si rese conto del fatto che lo stava squadrando dalla testa ai piedi.
Certo che suo marito era un gran bel pezzo di ragazzo, aveva proprio buon gusto.

Per poco non saltellò sul posto, vedendo il marito.
Gli rivolse un sorriso forse fin troppo smagliante.
Tuttavia il rossore sul viso persisteva.
Avrebbe dato la colpa all’acqua, forse fin troppo calda.
No, il marito non sarebbe creduto in una banale scusa del genere.
Si conoscevano fin troppo per capire quando uno dei due mentiva.
“Stasera cosa vorresti per cena?” domandò pur di intavolare un qualsiasi banale discorso.
Certo che l’amore gioca brutti scherzi: per quanto stesse cercando di risvegliarsi da quelle sensazioni per non apparire la ragazzina alla prima cotta, era come se il marito fosse circondato da una luce abbagliante, calda.
Gli passò lo shampoo cercando di non guardarlo, ma il contenitore finì tra i due.
“Oh, scusa.” mormorò constatando che per poco non finiva sul piede del biondo.
Si abbassò rapidamente per raccoglierlo, appoggiandoglielo poi al petto rapidamente e distogliendo lo sguardo.
Quanti anni avevano?

La veemenza del gesto per poco non fece scivolare l'altro, che, d'istinto, si aggrappò al braccio del marito con una mano, mentre l'altra manteneva la bottiglietta.
Sollevò lo sguardo, incrociandolo con l'altro, in malcelato imbarazzo.
"Quel che ti pare." borbottò. "Va bene tutto."
Perché erano così impacciati? Stavano insieme da anni, avevano passato tanti momenti in intimità, avevano già condiviso la doccia. Perché allora quell'imbarazzo?
Guardò la propria mano, ancora aggrappata al bicipite del rosso, ma non la tolse, anche se allentò appena la presa.
D'istinto, s'avventò sulle labbra dell'altro, prendendo a baciarle, morderle e succhiarle, gli occhi serrati.
Ma che diamine gli prendeva?
I capelli gli davano fastidio, quindi lasciò cadere la bottiglietta dello shampoo, che finì tra di loro, e si portò indietro i fili dorati, che restarono tirati, ubbidienti sotto il getto dell'acqua.

Generalmente gli avrebbe urlato contro.
Oppure lo avrebbe preso in giro.
O lo avrebbe stuzzicato.
Invece ottenne solo una reazione calma.
Forse fin troppo, ma quei rubini gli fecero mancare il fiato.
Forse l’acqua era realmente troppo calda.
Forse perché finalmente andava tutto bene.
Quel rapido gesto lo fece indietreggiare contro la parete, chiudendo gli occhi per aspettarsi qualsiasi reazione tipica.
Non capiva il perché di quel comportamento, anche se non capiva nemmeno cosa stava accadendo a se stesso.
Un po’ sì, tra i due lui era sicuramente la più femminuccia sotto certi aspetti, ma quel bacio era mozzafiato.
Si appoggiò totalmente con la schiena alla parete, percependo brividi freddi per le piastrelle in contrasto con quelle emozioni a lui nuove.
Cinse il collo del marito, aggrappandosi ai capelli con una mano, mentre l’altra rimaneva saldamente ancorata sulla nuca, quasi a vincolare quel contatto e per farlo durare in eterno.
Dolce, possessivo, bisognoso di lui: sarebbe diventato ogni cosa pur di aver la possibilità di amare quel ragazzo per tutta la vita.

Aveva completamente perso la ragione, era come se il suo cervello si fosse semplicemente spento.
L'unica cosa logica che fece fu il chiudere il getto d'acqua, anche se andò a tentoni perché continuava a martoriare quelle labbra, così morbide e succose.
Presto le mani furono sul petto ambrato accarezzando, sfiorando, pizzicando tutto ciò che riuscivano a raggiungere.
Ma poi ciò che era accaduto l'ultima volta e le parole che gli aveva confessato poc'anzi il rosso lo raggiunsero come uno schiaffo.
Allora si fermò, ansante, scostandosi appena, controllando in che condizioni fosse il rosso. Una volta assicuratosi che non tremava per il nervosismo, ma per l'eccitazione, tornò a far viaggiare le mani sul corpo dell'altro, accarezzandolo con più delicatezza, raggiungendo il membro già un bel po' gonfio.
"Te la senti?" si lasciò sfuggire. Non si riconosceva più. Da quando in qua era così delicato ed altruista?
Ah, chi se ne frega! Eijiro è Eijiro!

King Riot 2 ( KiriBaku - Boku No Hero Academia ) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora