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Una volta terminato di farsi la doccia, si asciugò rapidamente, rivestendosi, notando le luci accese.
Vide il ragazzo chino sui libri, quasi il fumo gli stesse uscendo dalle orecchie. Silente, si avvicinò sporgendosi: "Serve una mano?" propose, soffocando una risata quando lo vide sussultare, trasalendo.
"Ero bravo in matematica." disse prendendo posto alla sedia di fronte al giovane, sporgendosi, guardando il libro di testo.
"Qual è il problema?" gli chiese con tranquillità, anche se all'immagine del rosso di fronte a sé si sovrapponeva quella di meno di un'ora prima, coi capelli sconvolti attaccati al viso sudato, gli occhi che brillavano come gemme.

Forse aveva perso dieci anni di vita per lo spavento e altri dieci nel ritrovarsi nuovamente quello sguardo dolce davanti.
Scosse la testa lievemente cercando di riprendersi.
“A meno che tu non abbia superato l’esame di calcolo infinitesimale, credo che non possa aiutarmi. Vai a riposare, tranquillo.” gli suggerì sorridendo, facendo scorrere la micromina tra le dita.
Era già abbastanza distratto nell’averlo nella testa, figuriamoci averlo davanti.
Da un lato voleva che rimanesse, anche solo per averne la presenza; dall’altro voleva che si riposasse.

Il biondo si strinse nelle spalle: "Non sono arrivato a quel punto, ma a volte quando si spiegano le cose, si arriva alla soluzione."
Si appoggiò nuovamente alla sedia, poggiando la guancia sul pugno, il gomito puntato sul tavolo, guardandolo in attesa.
Sentiva di potersi comportare con naturalezza con l'altro, senza bisogno di apparire in un determinato modo, come invece era costretto a fare ogni volta che andava a fare i concerti.
Quel giovane, nonostante l'orribile lavoro, non solo aveva scelto lui, ma non si faceva neanche pagare! Quello significava che... era qualcosa, no? Poteva illudersi di piacere a qualcuno per quel che era e non per quello che appariva?
Aveva preso le sue difese, si era recato all'appuntamento ed erano stati insieme nonostante il giorno prima il rosso fosse stato punito per... Non sapeva il motivo, forse non lo voleva sapere, ma quel che per lui contava in quel momento era che il ragazzo fosse lì, davanti a lui.

Sbuffò in una risata accennata.
“Non saprei nemmeno spiegartelo.”
La matematica non era mai stata il suo forte, ma continuava a non concepirne l’utilità a quei livelli in ambito sportivo.
“Questo è l’unico esame che mi blocca dal superare l’anno. Sono già fuori corso, ma ho già superato gli altri. Finché posso, ci riproverò. In alternativa lo comprerò con le mance.”
Preferiva togliersi uno sfizio ed accantonare soldi in vista di qualche imprevisto.
Però, forse, per quella sera poteva fare un’eccezione e chiudere i libri.
“Forse non è il caso di studiare questa notte.” disse riponendo la matita.
Cosa voleva fare il biondo?
Lo osservò di sottecchi, arrossendo lievemente.
Parlare?
Andare a dormire?
Non aveva mai avuto ospiti a casa.

Sollevò lo sguardo dal libro chiuso, per poi allungare una mano sul tomo, tirandolo a sé: "Se studi ora, vuol dire che durante la giornata non hai tempo. Non farti problemi perché ci sono io, anzi." riaprì il libro, sfogliandolo fino ad arrivare alla pagina interessata. "Fatti aiutare, è il minimo per l'ospitalità."
Lesse un paio di volte la complessa regola, per poi annuire. Guardò l'esercizio svolto dal rosso, trovando subito l'errore. "Guarda, secondo questa regola, se a x cambi il valore e da 15 lo passi a 22..." corresse con una matita trovata sul tavolo "Allora il risultato già tende a 58. Vedi?" gongolò soddisfatto mostrando il foglio al giovane.

“Non farla così semplice.” borbottò imbarazzato.
Non doveva sdebitarsi per l’ospitalità.
Si sentiva in difetto con il biondo: perché trattare uno sconosciuto in quel modo?
Certo, l’interesse dimostrato dall’altro era inerente al lavoro, ma era comunque contento che non lo usasse totalmente.
Malvolentieri, riprese a studiare andando avanti con gli esercizi: cancellava e ricancellava più volte pizzicandosi il labbro inferiore, fino ad illuminarsi quando capiva l’errore.
Ebbe la sensazione di aver già vissuto una situazione analoga.
Il telefono prese a vibrargli sul tavolo e, sospirando, rispose.
“Mi hai lasciato la serata libera.” rispose seccato dopo qualche minuto.
Annuì mugugnando per poi farsi serio.
“Ci andrò, ma adesso lasciami studiare.”
Rimase in totale imbarazzo per l’ultima frase detta dalla corvina prima riagganciare.
Sospirando, riprese a guardare i libri, ma la mente ormai era distratta dalla telefonata.
“Credo che per stasera va bene così.”

King Riot 2 ( KiriBaku - Boku No Hero Academia ) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora