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Stanco, troppo, ma non lo avrebbe mai ammesso.
Pur di alleggerire il carico di lavoro al marito, si recava nella sua agenzia ad aiutare Kensuke, dicendo al biondo che faceva gli straordinari.
Era bello poter tornare a casa: le energie tornavano una volta varcata la soglia, trovando il marito con la piccola tra le braccia.
Ogni giorno la stessa emozione che avrebbe voluto ripetere all’infinito.
Di tanto in tanto Jirou si recava con la figlia a casa Bakugou per aiutarli, nonostante venisse spesso invitata cordialmente dal biondo a farsi i fatti suoi.
La piccola dei Kaminari aveva un carattere totalmente opposto ai genitori: pacata, dolce, quasi fosse una bambola, anche se la madre non si risparmiava nel farle indossare vestitini neri o viola.
Una sera, Kirishima tornò a casa poco prima di cena, portando con sé una cheesecake al limone.
“Sono tornato.” annunciò lasciando un bacio ad entrambi.
“Stasera si festeggia.”
Non si sarà dimenticato anche dell’anniversario di matrimonio, vero?

No che non l'aveva dimenticato, ma aveva dovuto trovare una soluzione per comprargli il regalo: aveva messo ad Hikari tre, tre!, tutine e due copertine.
E un cappellino.
E le moppine.
Be', forse, per essere a malapena autunno, era un po' esagerato...
Sbuffando, aveva tolto due tutine, ma aveva lasciato il resto. La bimba percepiva il tocco del padre, spalancava gli occhi incuriosita, ma puntava da tutt'altra parte.
Sbuffando una risata, il biondo aveva finito di sistemarla per poi uscire: era andato diretto, anche se non sapeva cosa comprare al marito. Gli aveva preso un ciondolo con una medaglietta portafoto. Aveva poi fatto una foto alla piccola e l'aveva fatta inserire.
Quando il rosso era rincasato, l'aveva trovato sonnecchiante sul divano con la piccola che dormiva beatamente sul petto del biondo con una copertina addosso, a pancia sotto.
Annuì all'affermazione del rosso: avrebbe voluto festeggiare a modo loro, ma non avrebbero potuto per un bel po', anche se la ferita stava sensibilmente migliorando, grazie a Recovery Girl. Presto sarebbe anche potuto tornare a lavoro. Non vedeva l'ora.
Prima che potesse allontanarsi, l'afferrò tirandolo verso di sé, senza farlo sbilanciare troppo, per poi dargli uno di quei baci-craniate che faceva loro girare la testa.
"Auguri, maritino." disse con un lieve ghigno sulle labbra.

Era piacevolmente sorpreso, che si lasciò sfuggire una risata bassa e imbarazzata.
“Se tutti i rientri fossero così, festeggerei ogni giorno.” disse alzandosi e dirigendosi in bagno per lavarsi le mani.
Anche lui aveva preso al marito un piccolo e stupido pensiero, ma che forse avrebbe apprezzato.
Un biglietto per il giro turistico intorno al Monte Fuji, con tanto di pernottamento in tenda, per il giorno del suo compleanno.
Alla piccola Hikari ci avrebbe pensato lui stesso, lasciando quei due giorni al biondo per potersi dedicare a sé stesso.
Scese in cucina dove iniziò ad armeggiare per preparare qualcosa di commestibile: benché il marito gli facesse sempre i complimenti per come cucinava, a lui non piaceva quasi mai quello che preparava da solo.
Canticchiando un motivetto stupido, si mise a tagliare le verdure, inserì il riso nella vaporiera e iniziò a tagliare la carne.
Katsudon e omelette: avrebbe voluto tanto portarlo al ristorante, ma tra la convalescenza e la piccola Hikari ancora con orari particolari, era pressoché impossibile.
“Questo weekend sarò tutto per voi: mi sono preso due giorni di riposo.” gli annunciò sorridendo.
Una volta che gli ingredienti furono nelle padelle a cuocere, lo raggiunse in sala dove si accovacciò vicino al divano e accarezzò i capelli alla piccola.
“Com’è andata oggi?” chiese osservandola e poi appoggiando la testa sulla spalla del marito.

"Era ora." berciò "Per poco non si è dimenticata di te." sbuffò, per poi appoggiare la testa su quella dell'altro.
"Ha dormito quasi tutto il tempo. Ho fatto fatica a svegliarla quando ha dovuto mangiare." le sfiorò il nasino col dito con un'espressione intenerita. "Questa signorina è un maiale."
Quanta grazia, Katsuki.
"Si è sbafata tutto il biberon in un attimo." ridacchiò. "Dopo glielo dai tu." l'avvisò.
"Com'è andata oggi?" gli chiese.
Iniziava ad essere impaziente. Tra gravidanza e parto, erano mesi che non metteva piede in agenzia.
Avrebbero dovuto inaugurarla, tutti i documenti erano pronti, ma il nuovo nome ancora non era ufficializzato. Chissà che avrebbe pensato Best Jeanist.
Annusò il profumo che invase l'ambiente, accennando un ghigno: "Siamo in vena di vizi?" lo stuzzicò con un sorriso sghembo.

King Riot 2 ( KiriBaku - Boku No Hero Academia ) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora