Perso.
L’aveva di nuovo perso.
Per quanto ci provasse, non riusciva a renderlo felice.
In qualunque epoca, in qualunque mondo, falliva miseramente sempre.
Ed eccolo: l’ennesimo abbraccio solitario.
Non era capace di amare.
Aveva donato l’intera vita ad un ragazzo, ma non era bastato perché servisse a rendere l’altro felice.
Forse non era amore.
Era semplicemente paura di essere lasciato solo.
Non lo meritava.
Nessuno lo meritava.
“I woke up in a dream today, to the cold of the static and put my cold feet on the floor. Forgot all about yesterday, remembering I’m pretending to be where I’m not anymore. A little taste of hypocrisy, and I’m left in the wake of the mistake. Slow to react even though you’re so close to me, you’re still so distant and I can’t bring you back...”
Allora, se così fosse, andava anche bene morire."God!" il grido del biondo, lacerante, si levò riempiendo la stanza insonorizzata, riuscendo perfino a far vibrare il vetro divisorio con la console. "Put me out of my misery!" continuava a ripetere sempre con tono più graffiato, confuso, disperato.
Il lungo grido che chiuse quella sequenza di ripetizioni fece sbattere gli occhi per lo sconcerto a coloro che si erano fermati a sentire quella canzone.
Perché stava andando tutto storto?
Perché quando sembrava che avesse trovato qualcosa per cui valesse la pena dedicarsi, questa si dissolveva tra le mani?
Perché lui?
Da quanto tempo era lì? Ormai aveva perso la cognizione del tempo: continuava a cantare, a sfogarsi, volendo stupidamente credere che tutto il dolore, l'ansia e le paure sarebbero svaniti in quel modo.
Comodo, eh?
Quando terminò il repertorio, si ritrovò ansimante, con le gocce di sudore che gli scivolavano sul viso e sul collo.
La gola gli bruciava.“Basta così.” disse Todoroki staccando la corrente dalla console.
“Non mi sei per nulla piaciuto, oggi. Hai due settimane prima del concerto per riprenderti. Sempre se è quello che vuoi. Hai cercato un vocalist nuovo, hai ottenuto quello che cercavi, ma forse questa non è la tua vita. Forse stai dimenticando qualcosa.”
“Ha solo avuto una brutta esperienza!” interruppe Momo. “Si riprenderà e al concerto farà un figurone.” continuò guardando male il bicolore.
In quella sala, Kirishima non ci andò.
Era tutto inutile.
Perché continuare se vedeva che i suoi sforzi erano inutili?
Doveva rinunciarci per sempre.
Per quanto avessero condiviso momenti bellissimi, accanto a Bakugou non c’era posto per lui.
Forse avrebbe trovato una persona a suo pari, uno di quelli con lo stesso carattere, uno di quelli che avrebbe saputo amarlo e renderlo felice.
Quella persona non era lui: per quanto amasse quel ragazzo, non era capace di farlo.
L’aveva fatto soffrire troppe volte.
Sparire era l’unica soluzione che vedeva utile per permettere al ragazzo di riprendere la sua vita.
Momo gli aveva appoggiato un vassoio con la cena davanti alla porta della camera, dove aveva trovato quello del pranzo ancora intatto.
Capiva il rosso: anche lei c'era passata quando aveva saputo che Todoroki si sarebbe sposato con Midoriya, ma lei non era mai stata sua moglie, quindi poteva solo immaginare il dolore dell’altro.
Mina aveva riunito tutti in un bar.
“Manca solo Bakugou e poi avremo ricordato tutti.” disse tristemente.
“Quindi quando torneremo, il senpai Kirishima...” iniziò Kensuke interrompendosi.
“Il Bro non morirà facilmente.” rispose Kaminari non proprio sicuro delle sue parole.
“Il problema sarà tenere fermo Bakugou. Non voglio che i morti siano due.”
“Deku, non morirà nemmeno Kirishima: dovremo solo sbrigarci a dargli soccorso appena torneremo indietro.” tagliò corto Sero.
Nessuno era tranquillo: la parte peggiore della battaglia doveva ancora venire.Quella giornata era completamente da dimenticare.
Perché Todoroki aveva detto quelle cose? Stava dimenticando qualcosa?
Che intendeva dire?
Camminava senza una meta, a testa bassa.
Fu un attimo.
Si sentì afferrare, qualcosa di freddo che strisciava contro il suo collo, per poi venir spinto in un vicoletto.
Steso scompostamente a terra, avvertiva sempre più freddo, mentre la vista si offuscava.
Qualcuno gridò, cercò di scuoterlo, ma lui reagiva debolmente. Cosa volevano...?
Quando riaprì gli occhi, vide un dottore intento a controllare dei fogli che aveva in mano. Dove si trovava?
"Oh, Si è svegliato!" esclamò guardandolo, avvicinandosi. "Non dica nulla." lo fermò sollevando la mano a mezz'aria. "Qualcuno aveva deciso di farLe particolarmente male, quindi Le ha tagliato la gola. Nel giro di qualche giorno si riprenderà, in una settimana potrà tornare a parlare, ma non dovrà sforzarsi, altrimenti potranno esserci brutte conseguenze. Per stasera resterà in osservazione, domani vedremo di dimettereLa." e se ne andò, lasciando un devastato Bakugou che piangeva silenziosamente mordendosi il labbro inferiore, la frangia che gli copriva gli occhi.
Sarebbe stato meglio se fosse morto.
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King Riot 2 ( KiriBaku - Boku No Hero Academia )
FanfictionStoria scritta a quattro mani con YomyIsayama. Tratto da una role. Sequel di "King Riot" Bakugou e Kirishima lavorano ormai da anni con i pro heroes. Vogliono diventarlo a loro volta, ma non sempre tutto va per il verso giusto... Avvertenza: possi...