33

202 17 2
                                    

Era stato un danno passare troppo tempo in compagnia del marito, che, benché fossero solo due giorni, gli mancò terribilmente.
La presenza della piccola lo aiutava sì a trascorrere il tempo, ma in fin dei conti, non sentire la voce del biondo anche solo per un ”Sono tornato a casa.” dopo il lavoro, faceva sentire pesantemente la sua assenza.
Passò i pomeriggi al parco, accompagnando la piccola sullo scivolo o insozzandosi con lei di sabbia mentre giocavano con le formine.
Le aveva fatto pure un video dell’espressione che aveva fatto una volta assaggiato il gelato, mandandolo prontamente al marito.
Approfittava dei sonni della piccola per sistemare la casa, il giardino e l’acquario, mentre la sera si metteva al portatile per rispondere alle mail, migliaia, inviate da un Kensuke disperato.
Nulla riempiva quello spazio colmato da una sola presenza.
Si era appisolato lasciando il computer per terra accanto al comodino, quando aprì gli occhi.
“Bentornato.” mugugnò portando un braccio intorno al collo del biondo fino a farlo stendere accanto a lui.

La pigrizia del marito lo fece sorridere, decidendo di stendersi accanto a lui, cingendogli la vita e tirandolo a sé. Non si riaddormentò, restando in quella posizione per un tempo indefinito, finché Hikari non cominciò a piagnucolare.
Da qualche tempo avevano cominciato a svezzarla e, nonostante gli iniziali capricci per via dei sapori nuovi, si era presto abituata al motto "questo passa il convento".
Quindi, in silenzio per continuare a far riposare il rosso, scese con la piccola in braccio, preparandole qualcosina.
Entusiasta del ritorno del padre, aveva mangiato tutto di buona lena, gorgheggiando nella sua direzione una volta terminata la pappa, allungando i braccini paffuti. Sbuffando una risata, le disse che stava prendendo le stesse movenze dell'altro genitore, prendendola in braccio e giocherellando con lei che cominciò a ridere di gusto.
Sì, sarebbe stata una vita bellissima. L'avrebbe condotta con le due persone più importanti della sua vita.
Quello era il loro momento di serenità e se lo sarebbe goduto fino in fondo.

Quando si alzò, ci mise qualche secondo a realizzare che era nel mondo dei vivi.
Scese le scale, entrando in cucina e passandosi la mano tra i capelli scompigliati, mentre con l’altra copriva uno sbadiglio.
Preparò una tazza carica di caffè e latte, per poi sedersi accanto al marito.
La testa mollemente posata sulla sua spalla, mentre sorseggiava lentamente la bevanda.
“Adesso mi riprendo, promesso.” bofonchiò guardando la piccola con la coda dell’occhio che ridacchiava a qualsiasi cosa.
“Sappi che è stato l’ultimo weekend da solo: non ho intenzione di separarmi più da te nemmeno per andare a pisciare.” ridacchiò allungandosi per lasciargli un sonoro bacio sulla guancia.
“Domani potrò finalmente dimostrare a tutti che sei l’uomo migliore del mondo! Non vedo l’ora.”
Si alzò sorridendo e portando la tazza ormai vuota nel lavello.
“Vado a farmi una doccia, poi sono tutto tuo.”
Voleva sapere ogni dettaglio, vederlo entusiasmarsi mentre gli raccontava ogni cosa.
Voleva passare ogni attimo in sua presenza.
“Ah, mamma passa a prendere Hikari per portarsela dai tuoi fra un’ora. Puoi prepararla per favore?” domandò apparendo dallo stipite, prima di riprendere la sua salita.

Sbatté gli occhi perplesso: credeva che sarebbero rimasti insieme tutto il giorno, ma magari era meglio se la prendevano, cosicché non avrebbero dovuto strapazzarla troppo per l'inaugurazione.
Si tirò su a sua volta, portando la bimba in bagno per lavarla e cambiarla, chiacchierando con la piccola che continuava a gorgheggiare e ridere.
In breve tempo furono pronti, il biondo andò verso il bagno, facendo affacciare la bimba.
Imitò una voce infantile, chiedendo al rosso: "Papy, hai finito?"
Ma la piccola cominciò a far versi e ridere, divertita dall'essere sollevata così a mezz'aria e sentire il genitore fare quella strana vocina.
"Ehi, Hikari, non sei di aiuto!" la riprese bonariamente, facendole il solletico sul pancino.
L'urlo acuto della piccina stordì entrambi.
Bakugou sbatté un paio di volte gli occhi, cercando di ricomporsi: "Woah, questo era forte." disse, per poi scuotere la testa, riprendendosi. "Che abbia gli ultrasuoni?" sbuffò una risata.

King Riot 2 ( KiriBaku - Boku No Hero Academia ) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora