Siccome wattpad non mi permette di inserire due canzoni, vi consiglierei di ascoltare anche photograph.
▶️ Supermarket flowers - Ed Sheeran
▶️ Photograph - Ed Sheeran
Eri un angelo
A forma
Di mia madre.L'acqua fredda continua ad accarezzare il mio corpo, il mio viso, bagna i miei capelli. Accarezzo i cappelli con le dita delle mani, mentre chiudo gli occhi, e le mie labbra si socchiudono leggermente.
Abbasso il capo, mentre osservo il mio indice che accarezza, con un gesto lento e agonizzante, le cicatrici presenti sul mio ventre. Serro le labbra, mentre un verso di dolore rilascia le mie labbra.
E no, non un dolore fisico.
Bensì uno di quei dolori mentali, che ti tagliano a metà, che ti distruggono lentamente, che ti fanno cadere nell'oblio dei ricordi.Gioco con i codini della mia bambola, canticchiando la mia canzone preferita.
"Tranquilla, tra poco arriva papà a giocare con noi." Sorrido a labbra strette, nella speranza che il mio papà mi faccia male stringendomi in un abbraccio, non con la sua cintura di cuoio nera, che porta sempre nelle cinghie dei pantaloni dei jeans larghi e sgualciti che indossa sempre."Non ti preoccupare, questa volta sarà diverso." Sorrido tristemente tirandomi avanti, ma un dolore alla schiena mi fa ritornare nella posizione iniziale.
Il mio papà si divertiva a farmi male, ma io sapevo che lui mi voleva bene. Aveva solo paura di dimostrarmelo. Aveva perso la mamma, ed era ancora scosso.
Ma zia Margaret era sempre con me fino all'ora di cena, a tenermi d'occhio e giocare con me e le mie bambole.Accarezzo i capelli dorati di Adelaide, passando poi i pollici sotto le sue guance. "Shh, non piangere." La rassicuro, dandole un tenero bacio sulla fronte. "Papà ci vuole bene."
Sento la porta di casa sbattere e mi alzo dal divano, ignorando le sensazione di dolore che le cicatrici ancora fredde mi causano. Stringo Adelaide al petto, avvicinandomi con passo leggero alla porta.
"Papà?" Lo richiamo piano, sporgendo di poco la testa nel muro che da all'entrata. Deglutisco, trovando il mio papà accasciato contro la porta, il viso appoggiato sulle ginocchia, mentre la sua schiena si muove in modo irregolare.
"Papà? Stai bene?" Domando uscendo dal mio nascondiglio, fermandomi di fronte a lui.
Avevo i piedi scalzi, i capelli raccolti nella coda che zia Margaret mi aveva fatto quel pomeriggio, ed un pigiama blu che lo zio Paolo mi aveva regalato al mio compleanno. Mi stava un po' stretto, ma a me piaceva. E poi era l'unico che avevo. Papà diceva che non meritavo dei regali, che ero una bambina cattiva.
Strinsi maggiormente a me Adelaide, abbassandomi sulle ginocchia. Poggiai una mano sul braccio di papà, che stringeva forte le sue ginocchia. "Papà?" Sussurrai, mentre sentivo la gola pizzicare.
Alzò lentamente lo sguardo, e sentii un vuoto nel petto quando i suoi occhi scuri lucidi, le guance rosse e le lacrime presenti su esse, entrarono nel mio campo visivo. "Stai bene?" Chiesi con timore.
Lui dilatò le narici, mentre negava con la testa. Il suo labbro inferiore iniziò a tremare, e sentii una lacrima solcare il mio volto.
"Stanno venendo a prenderti, Diana." Sussurrò, stringendo le labbra.
Negai con la testa, mentre continuavo a piangere in silenzio. Non volevo che il mio papà piangesse. Era un uomo forte e grande, non doveva piangere.
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MANTIENI IL SILENZIO - Non avere paura
RomanceDiana López, Adelaide Parker: due nomi, una ragazza sola. Un'amante per i guai, una lingua troppo lunga, un segreto da custodire. Ha un modo tutto suo di pensare, adora divertirsi, ama la lettura. Vive nel presente, odia il passato, non programma i...