▶️ Sam Smith - Fire on Fire
E guardami negli occhi,
sei la perfezione,
la mia unica direzione.Ero in imbarazzo, eccome se lo ero.
A tavola regnava il silenzio, fatta eccezione per Charlotte che parlava con Karen, la quale cercava di rendermi partecipe ai loro discorsi, ma il rumore del mio cuore che continuava a infrangersi e l'attenzione focalizzata sui fagiolini con cui giocavo da più di dieci minuti nel mio piatto occupava ogni angolo della mia mente.
Come avevi potuto farmi questo, Denver? Eri andato a casa della persona che più odiavo, la stessa che mi aveva umiliato, la stessa per cui avevi una cotta.
Perché mi hai riempito di tutte quelle parole, di tutti quei gesti, di tutte quelle attenzioni? Era solo finzione? Pensi veramente ciò che mi dici? Tieni veramente alle azioni che fai per me? Le parole che mi rivolgi sono vere?Avevo una confusione in testa immensa; mille domande vorticavano dentro essa, le insicurezze aumentavano a dismisura, la voglia di piangere occupava il mio corpo, la voglia di tornare a casa alloggiava dentro me come se avesse un posto fisso.
Perché diavolo doveva accadere tutto a me? Cosa avevo fatto di male? Forse tutto quello che mi diceva mio padre era vero, forse ero io la causa di tutto il dolore e il male che circondava le persone. Forse ero io quella sbagliata, forse avevano mandato sopra di me una maledizione.Javier, comunque, non la smetteva di guardarmi in modo insistente. Probabilmente, se non fosse stato per l'angoscia che alloggiava dentro di me e la circostanza, gli avrei rivolgo qualche brutta parola. Eppure, me ne stavo in silenzio, con la testa china, a giocare con il cibo nel mio piatto.
"Non hai toccato cibo, Adelaide. Sicura di stare bene?" Charlotte mi accarezza il braccio sinistro, sorridendomi dolcemente.
"Magari vuole fare la ragazza con problemi mentali." Sputa Alison con odio. "I problemi fisici li ha collezionati a dismisura, mancano solo quelli mentali. Vero, Ade?"
"Mi chiamo Adelaide." Le ringhio contro, abbandonando la forchetta, con un forte tonfo, contro il piatto di ceramica bianca.
"Ade non è il nome che preferisci? O forse ti porta a galla i momenti intimi con Denver?" Continua, e ispiro profondamente, chiudendo gli occhi.
"Alison, smettila." La sua voce mi fa tremare anche l'anima, e punto il mio sguardo nel suo. Quei occhi così scuri, belli e profondi che mi avevano riempito l'anima, adesso, mi stavano facendo crollare. Nuovamente.
"Javier, non dici niente?" Gli domanda Alison, con uno strano sorriso sul volto.
Javier sembra sbiancare, e si immobilizza sul posto. "Cosa dovrei dire?" La sua voce sembra tremare, ma mi continuo a ripetere che è solo la mia mente a giocare brutti scherzi. Cosa avrebbe da nascondere, sennò?
"Non ne ho idea, ma restare in silenzio non è da te." Incrocia le mani sotto al mento, guardando Charlotte. "Vero, mamma?"
Charlotte sembra fulminarla con lo sguardo, mentre stringe i denti. "Alison, stai esagerando." La richiama, ma la figlia sembra non voler smettere.
"Sembrate tutti così turbati." Ridacchia leggermente, scuotendo la testa.
Guardo Karen confusa, e ricambia il mio sguardo. "Soprattutto tu, Denver. Cos'hai?""Non ho niente." Si affretta a rispondere, buttandomi una veloce occhiata.
Forse è meglio tagliare la corda. Non ho intenzione di passare altro tempo in questa casa, non se Alison è presente. Chi lo avrebbe mai detto che, una delle persone che più odiavo, era la figlia di una donna così buona e gentile?
Non sapevo neanche cosa ci facessi qui, a casa di Charlotte.
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MANTIENI IL SILENZIO - Non avere paura
RomanceDiana López, Adelaide Parker: due nomi, una ragazza sola. Un'amante per i guai, una lingua troppo lunga, un segreto da custodire. Ha un modo tutto suo di pensare, adora divertirsi, ama la lettura. Vive nel presente, odia il passato, non programma i...