Mi hai salvato

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<<Ma che diavolo ti è preso?!>> Gli urlò contro Mary mentre Garry riprendeva fiato, piegato sulle ginocchia.

Il ragazzo non capiva ancora cosa fosse successo pochi minuti prima, in quella sala piena di sculture di Guertena; sapeva solo di essere stato attirato in una trappola, come al solito, e che Mary aveva dovuto tirarlo fuori dai guai. All'inizio non se n'era neanche accorto, ma poi quando aveva sentito le urla della donna nel bicchiere, dopo aver visto quel suo ghigno impaziente, aveva sentito qualcosa che lo aveva fatto spaventare, ma non aveva connesso in fretta tutti i punti; Mary invece lo aveva fatto, e a quanto pare aveva intuito molto in anticipo il tranello della donna, che sembrava quasi aver riconosciuto.

<<Sei proprio uno stupido! Come hai fatto a cadere in una trappola tanto ovvia!?>> Esclamò di nuovo battendo la punta della spada sul pavimento, facendola tintinnare in modo confuso.

Garry alzò lo sguardo mentre stabilizzava la respirazione. Cercò di ribattere:<<Perché sarebbe stupido? Tu come hai fatto a...>> Non ebbe il tempo di finire la frase che la bambina gli rivolse un'occhiataccia piena di sdegno.

<<I vostri sentimenti umani sono davvero una rottura! Quella strega stava solo cercando di impietosirti!>> Sbottò sbracciandosi per far capire bene la situazione a Garry. <<E per poco non ti prendeva! E io che ho anche dovuto salvarti la pelle...>> Sembrò pentirsi del suo gesto eroico, ma Garry non avrebbe detto che fosse tanto dispiaciuta; dalla prontezza dei riflessi della bambina, sembrava che si fosse aspettata quell'attacco da parte della donna nel bicchiere, e forse aveva anche immaginato che Garry non sarebbe riuscito ad accorgersi della trappola in tempo, quindi aveva deciso di agire per salvargli la vita.

Eh sì. Gli aveva davvero salvato la vita. <<Mi hai salvato la vita...!>> Mormorò ansimante alzando un dito verso di lei. <<Mi hai davvero salvato la vita!>>

Mary gli rivolse uno sguardo assassino, rimanendo con le braccia incrociate e il collo piegato leggermente verso il basso, guardandolo di sbieco. <<Non provarci!>> Gli intimò a denti stretti, sapendo che avrebbe cominciato a sparlare di cose senza senso per lei. Ma Garry aveva di più da dire.

Raddrizzò la schiena completamente e barcollò un po' per trovare l'equilibrio giusto. <<Se mi hai salvato la vita, vuol dire che non mi vuoi morto...>> Disse incerto stabilizzando la respirazione completamente.

Mary mantenne le braccia incrociate. <<Non ti voglio morto: ti voglio fuori da qui!>> Gli rimbeccò lei mantenendo gli occhi serrati. Sembrava volerlo picchiare con lo sguardo. Probabilmente quella grande pressione che sentì Garry fu proprio dovuta all'intensità con cui lo guardava la bambina, ma non gli importò.

<<E se non mi vuoi morto...>> Disse scuotendo la testa. <<Vuol dire che un po' ci tieni a me...>> Concluse allargando le braccia rapidamente con un sorrisetto fiducioso. Non era sicuro di quello che stesse facendo, pensava che fosse un po' azzardato dire cose del genere, ma ormai lo stava facendo, perché non avrebbe dovuto tentare di tirare fuori la verità?

Mary lo minacciò senza muoversi di un millimetro:<<Stai scherzando con il fuoco!>> Sussurrò con voce tagliente. Era ovvio che la bambina non volesse parlare dei propri sentimenti, né esprimerli in nessun modo, ma Garry non poteva fare a meno di pensare a come si era svolta la scena di qualche minuto prima: dopo aver tagliato il braccio alla donna, Mary aveva preso per mano Garry e lo aveva portato via di lì, di corsa, più in fretta possibile per portarlo al sicuro. Se alla bambina non avesse importato niente del ragazzo, non avrebbe reagito così prontamente per salvarlo.

Per non indispettire ulteriormente la ragazzina, Garry si limitò a sorriderle ingenuamente, come per sottintendere che ci fosse qualcosa sotto, oltre al semplice desiderio di vederlo andare via da lì. La reazione a quello sguardo di Mary fu impagabile: la bambina girò rapidamente la testa dall'altro lato, facendo ondeggiare i lunghi capelli dorati, mantenendo un'aria superiore.

<<Non farti strane idee.>> Disse con calma senza rivolgergli lo sguardo. <<Tu sei un umano, e io ti odio. L'unico motivo per cui sei ancora vivo è perché io ho bisogno di te: tu sei solo il mezzo con cui raggiungere uno scopo, non dimenticartelo! Quando avrò fatto quello che devo fare ti, lascerò da solo!>> Cercò di farlo sembrare impotente, un oggetto senza valore, ma il ragazzo non si sentì così: per una volta, credette di essere qualcosa di più che un semplice "mezzo" per la piccola Mary.

<<Certo.>> Annuì senza fare più pressione su di lei, accettando le scuse che gli aveva rivolto riguardo al suo salvataggio. <<Immagino che tu abbia ragione; siamo troppo differenti...>> Commentò avvicinandosi a lei.

<<Esatto.>> Ribatté lei senza muoversi, annuendo di scatto.

<<E in fondo non credo che tu possa provare sentimenti umani...>> Aggiunse il ragazzo fingendo di non sapere di cosa stesse parlando.

Mary rispose schietta, come se non volesse perdere tempo su quello. <<Ne sono felice.>>

Dopo alcuni istanti di silenzio, Garry sospirò e aggiunse un altro pensiero:<<Però... Mi hai salvato la vita.>> Disse rapidamente, ma facendo in modo che le parole rimanessero bene impresse nella mente della bambina. Non seppe se funzionò o no, perché da Mary non arrivò nessuna risposta per alcuni secondi.

<<Sì.>> Disse infine lei, senza spostare lo sguardo dall'oscurità del corridoio che sembrava non finire mai. <<Sei stato fortunato. E quindi? Voi umani siete così stupidi da non potervela cavare da soli?>> Garry poteva percepire dell'astio nella sua voce, ma anche imbarazzo per essere stata spinta all'angolo dalle parole del ragazzo.

<<Certo che sì... E possiamo anche aiutare gli altri, come hai fatto tu con me...>> Suggerì sorridendo.

<<Bravo! Magari non sei del tutto inutile.>> Ribatté burbera la bambina, ancora una volta senza rivolgere lo sguardo al ragazzo.

Garry sospirò di nuovo e sorrise più ampiamente. <<Purtroppo per te, io sono un tipo alla quale non piace avere debiti con qualcuno...>> Disse cercando di farle capire cosa intendesse; forse ci riuscì, ma la bambina respinse il suo invito.

<<Scordatelo; non succederà mai più.>> Rispose schietta lei. Il modo in cui cercava di evitare il suo sguardo era adorabile, e il suo tono rendeva quella situazione esilarante.

Garry soffiò fuori l'aria. <<Ne sono contento, ma per questa volta dovrò sdebitarmi in qualche modo...>>

Mary si voltò confusa, guardandolo con timore come per chiedergli cosa avesse in mente, ma prima che potesse dire qualunque cosa, Garry la sollevò di forza da terra, facendola salire sulle proprie spalle. <<Ehi! Che cavolo fai...?>>

<<Ti porterò io d'ora in poi, così non ti stancherai camminando.>> Disse con tono gioviale il ragazzo, cominciando a incamminarsi.

Mary protestò dandogli calci non troppo forti, ma tenendo alla larga la spada che teneva nella mano destra. <<No! Che cavolo significa tutto questo? Lasciami andare! Non voglio toccarti!>>

Le proteste della bambina furono inutili contro la forza del ragazzo, che riuscì a sopportare facilmente i colpi, e non fece che ridere sentendola sbraitare. <<Non è molto, ma è qualcosa per cominciare...>> Aggiunse Garry, lasciando intendere che non la stesse ascoltando. Voleva farle capire che non si sarebbe fermato solo perché lei lo avrebbe voluto. Si stava comportando in modo un po' prepotente, ma aveva come scopo capire cosa avesse in mente la bambina, e forse mostrandosi amichevole sarebbe riuscito a capire cosa stesse passando per la mente di Mary.

Ma perché voleva capire tanto come mai si comportasse così? Non erano affari suoi, probabilmente; lei era un dipinto, non avrebbe neanche dovuto esistere! E lui da quando era così espansivo con la gente? Stava rischiando molto, facendo simili mosse, ma sembrava che non gliene importasse...

Nonostante le urla della ragazzina, Garry continuò ad avanzare nel corridoio vuoto, fischiettando allegramente e ignorando le continue proteste di Mary, che prima o poi si sarebbe dovuta arrendere alla sua forza di volontà, e avrebbe dato un po' di pace alle braccia di Garry che aveva colpito ripetutamente con i piedi...

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