Garry borbottò qualcosa di incomprensibile. Era svenuto dopo essersi schiantato contro un terreno duro, e ora che stava finalmente riprendendo i sensi si sentiva tutto dolorante. Si mosse un poco, cercando di capire se avesse qualcosa di rotto. Sentì le ossa scricchiolare quando le spostò, irrigidite in quella posizione dopo la caduta.
Era faccia a terra, con le braccia in avanti, i gomiti leggermente piegati che puntavano entrambi nella stessa direzione e le gambe dritte e immobili. Si lamentò stiracchiando i muscoli; sembrava essere a posto, nonostante il dolore dappertutto.
Dopo aver acquistato un equilibrio precario, spingendosi con le mani per sollevarsi da terra, il ragazzo si mise a sedere, liberandosi con un sospiro. Si guardò intorno incrociando le gambe: era in una sala oscura, le pareti e il pavimento erano viola, e attorno a sé c'erano diversi frammenti colorati simili a vetro; dovevano essere i resti del ponte che aveva tentato di attraversare. Adesso cominciava a ricordare meglio...
Che stupido! Si rimproverò battendo un pugno all'aria. Non aveva dato ascolto alla bambola, e il suo continuo infastidire quel "Solitario" doveva averlo fatto infuriare. Non aveva neanche voluto ascoltare la bambola quando aveva deciso di attraversare il ponte: era ovvio che non lo avrebbe sostenuto; era troppo sottile! Non appena si era inoltrato un po' di più nel buio sopra al ponte di colori, quello non aveva più retto il suo peso, e aveva ceduto. E ora era lì, tutto solo, senza più nessuno a dirgli dove andare... Non che la bambola sapesse quale fosse la strada da prendere; si era persa proprio come lui.
Però era piacevole avere qualcuno con cui chiacchierare durante il viaggio; vagare da solo in quell'oscurità senza qualcuno a cui rivolgere domande o rispondere, gli avrebbe fatto perdere la testa... Avrebbe voluto che Ib fosse con lui: lei sapeva sempre cosa fare, era più coraggiosa di lui, non si sarebbe mai lasciata sopraffare dalla paura come faceva sempre lui. Quando erano rimasti bloccati nel Mondo di Guertena insieme, lui non era stato di aiuto: era stata la ragazzina a risolvere tutti gli indovinelli, a trovare gli indizi sparsi per le sale, e a trovare la strada di casa... Probabilmente Ib avrebbe negato tutto quello, ma Garry era sicuro del fatto che stesse benissimo, e che probabilmente sapesse già come uscire da lì e l'unico ostacolo che la teneva ancora in quel posto era lui: lo avrebbe trovato prima lei, sicuramente, e lui avrebbe fatto la parte della "principessa in pericolo".
A volte era fastidioso dover essere così fifone, incapace di fare una scelta senza l'aiuto di qualcuno... Ma Garry era così e basta, non c'era modo di cambiare le cose e doveva semplicemente convivere con quella sua caratteristica. Forse quel posto lo avrebbe fatto diventare più responsabile, finalmente...
A ventinove anni suonati potrei anche vivere senza dover dipendere da qualcuno... Commentò su sé stesso in modo sarcastico, sapendo però di non essere completamente a quel modo: viveva da solo, era un ragazzo indipendente – e il fatto che non avesse molti amici rendeva tutto quello molto più facile, non avendo nessuno su cui dipendere – e pur non avendo una famiglia vera e propria, aveva cresciuto Ib come una figlia – o una sorella minore, a seconda dei punti di vista – piuttosto bene; quello avrebbe dovuto significare una certa maturità da parte del ragazzo, che era in grado di badare a sé e a una bambina piccola da molti anni. Dopo l'imbarazzo iniziale, infatti, i genitori di Ib avevano cominciato a lasciare la bambina con lui, che si era guadagnato la loro fiducia, piuttosto che lasciarla a casa da sola; all'inizio il ragazzo si era sentito perso e aveva creduto di non potersi prendere cura di lei, ma con il tempo aveva capito di poter fare più di quanto credesse, e così imparò a trattare con i bambini... La maturità sopra la norma di Ib gli aveva sicuramente agevolato le cose, e lui non aveva mai smesso di trattarla come un'adulta.
Si grattò la testa sospirando, ripensando al passato. Non poteva rimanersene a piangere, aspettando che la sua vita quotidiana tornasse da sola; doveva alzarsi e dare il massimo per guadagnarsi la libertà. <<E' ora di andare...>> Mormorò alzandosi a fatica, ancora acciaccato, e voltandosi verso l'oscurità.
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La rosa bianca
FantasyIb è cresciuta. Non è più una bambina ingenua che segue gli sconosciuti nelle mostre d'arte; adesso è una adulta, con dei sogni per il proprio futuro e delle passioni che la fanno sentire viva, ma anche tormentata da incubi e sensi di colpa. Dopo la...